A lezione di cinema da Bobette Buster: "L'AI è il tema focale di Hollywood"

La famosa Script Consultant americana torna in Italia per una serie di incontri organizzati da Anica Academy ETS. L'abbiamo intervistata

Una foto di Bobette Buster

Ha lavorato con Tony Scott e con i team creativi della Disney Animation (Frozen, Ralph SpaccaTutto, Oceania) e della Pixar (Toy Story 3 e 4, Inside Out), è stata lecturer per molte prestigiose università americane. Respira il cinema, vive di storie e di narrativa. Bobette Buster, leggendaria script consultant, torna in Italia per una masterclass con gli studenti che ha per focus l'American Storytelling, organizzata da Anica Academy ETS in collaborazione con ALMED Alta Scuola in Media Comunicazione e Spettacolo dell'Università Cattolica. Una serie di lezioni in presenza - dall'8 al 10 settembre - per un'iniziativa rivolta a sceneggiatori, registi, story editors, development producers, script consultants, registi, film makers e produttori. Ma anche ai diplomati e diplomandi di accademie, master e corsi universitari di cinema e televisione.

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Bobette Buster

Un confronto che rifletterà sul cambiamento dello storytelling, anche in funzione delle piattaforme streaming che, come spiega la Buster nella nostra intervista, hanno cambiato le regole: "Coincidenza vuole che lo streaming sia giunto alla sua piena realizzazione proprio quando il lockdown per il COVID-19 ci ha trovati tutti bloccati in casa. All'inizio eravamo tutti felici di poter fare binge-watching di serie per ore e ore. Le piattaforme di streaming offrivano anche l'accesso a un vasto archivio di vecchie serie e film. Ma ora che siamo tornati alla "vita normale", per come la conoscevamo un tempo, la nostra abitudine di andare al cinema è stata completamente sconvolta dallo streaming", spiega.

E prosegue: "Adesso tutti pensiamo: "Andare al cinema è così costoso, tanto vale aspettare che il film arrivi in streaming tra qualche settimana". Piattaforme come Netflix - che è di gran lunga la numero uno a livello mondiale - seguita da Amazon Prime, Disney+ e le altre hanno creato un'enorme offerta di contenuti, disponibili ogni sera a un certo prezzo. Il cambiamento ben più significativo per il mondo di Hollywood è però che le strategie dei CEO delle piattaforme di streaming hanno completamente stravolto la struttura contrattuale con i creativi, in vigore da oltre 80 anni. Ora, gli streamer stipulano solo accordi "upfront" con i creativi. Questo ha molto ridimensionato il valore legato al "successo dell'opera". Le serie in streaming oggi offrono un'esperienza "inferiore", una sorta di uniformità narrativa".

Una questione di rischi da evitare, magari: "Quelle poche serie che si prendono dei rischi sembrano poi impiegare un'eternità per produrre la stagione successiva. La serie di grande successo Yellowstone, prodotta da Paramount, è stata interrotta a causa di una disputa politica tra Kevin Costner, protagonista della serie, e il suo creatore Taylor Sheridan. Ora dobbiamo aspettare un altro anno o due per la prossima stagione di White Lotus o The Bear, e così via. Quindi la fedeltà del pubblico - un ingrediente fondamentale del successo nell'epoca d'oro della televisione - è messa a dura prova".

Bobette Buster: la nostra intervista

Se il focus è delle lezioni è l'American Storytelling, Bobette Buster traccia un punto sullo stato di salute del cinema americani: "Oggi ci troviamo in una grande bonaccia creativa, persi in un'apparente e interminabile fase di remake e reboot. Ma credo che questo preannunci l'arrivo della prossima "Nuova Onda" - una stagione di narrazioni fresche, raccontate con tecniche innovative e una produzione fisica come non abbiamo mai visto prima. C'è un esaurimento palpabile, noto come "affaticamento del pubblico", nei confronti del genere dei supereroi e dei film di zombie. Gli studios hanno dovuto "lasciare riposare" questi generi per un po', in attesa di una nuova era, sia di pubblico che di nuovi talenti - registi con una visione rinnovata - capaci di ridare vita a questi filoni".

Un cinema che diventa quasi evento: "Film come Barbie e Oppenheimer sono audaci, divertenti, appassionanti e affrontano temi epici e profondi. Il pubblico vuole tornare a vederli più e più volte e condividere quell'esperienza con le persone care. Ancora oggi, il pubblico è in attesa di storie originali - raccontate con tecnologie innovative capaci di incantare occhi e orecchie. Desideriamo essere toccati nel profondo, comprendere meglio noi stessi nel nostro tempo, vedere persone che si innamorano e sperare, un giorno, che quella diventi anche la nostra storia. E vogliamo ridere", dichiara la Buster.

Le sfide compiute

Una carriera lunga quella di Bobette Buster, segnata da diversi momenti importanti (nonché complicati). Tuttavia, per la script consultant è fondamentale "Mantenere la rotta. Durante la mia carriera, tre scioperi degli sceneggiatori hanno bloccato l'industria per mesi; poi è arrivato l'inatteso lockdown per il Covid, la vendita della 20th Century Fox (che ha fatto crollare il sistema degli studios), i licenziamenti, l'avanzata dello streaming e la delocalizzazione delle produzioni all'estero - oggi tutto questo ha lasciato l'industria profondamente demoralizzata. Il mantra era: "sopravvivere fino al '25". Attualmente, il reddito della Writer's Guild è diminuito del 25%, a testimonianza della grande perdita di produzione a Hollywood. Quello che ho osservato è che le tendenze nella narrazione possono improvvisamente invertirsi e scomparire. Progetti su cui hai lavorato con passione, magari con accordi già firmati con grandi case di produzione, e poi... puff! All'improvviso il tuo dirigente viene licenziato e il tuo progetto cancellato. Succede a tutti, è una sindrome nota come "Development Hell"".

Una sfida che supera il talento stesso, spiega: "La capacità di restare sulla rotta, di continuare a credere nei propri progetti - anche se devono essere messi in pausa per anni - è fondamentale. La sfida più grande è tenere sempre d'occhio dove sta andando il mercato e poi strategicamente capire come rientrare con il proprio progetto. Molti film e serie amatissimi hanno impiegato decenni per vedere la luce. Alla fine, non si tratta solo di talento. Si tratta di restare concentrati. Di non arrendersi mai. Mantenere lo sguardo fisso sull'orizzonte. D'altronde, come diciamo nel mondo del racconto: è il viaggio stesso la vera ricompensa".

Nuovi autori, nuove generazioni

Ogni narrazione non può non prescindere dai nuovi autori e dalle nuove generazioni, anche se l'abilità di scrittura non deve essere vincolata in una sola ottica. "Non esiste un'unica abilità più importante", racconta Bobette Buster. "Ce ne sono tre, di pari valore. La sceneggiatura è più simile alla musica che a qualsiasi altra forma d'arte, perché si basa sul tempo. È l'unico documento unificante dal quale il produttore ricava il budget e organizza, insieme al team di produzione, il piano delle riprese. L'obiettivo dello sceneggiatore è creare una storia che orchestrerà emozioni, che spingerà il pubblico a entusiasmarsi, ridere, commuoversi e poi correre a condividere l'esperienza con i propri cari, dicendo: "Devi assolutamente vederlo!".

Per riuscirci, il nuovo scrittore deve accettare questa umile disciplina: come si dice a Hollywood: "La maggior parte dei nuovi scrittori ne ha lette, forse, una manciata. Basano la propria comprensione delle sceneggiature sui loro film o serie preferite, che però sono il prodotto finito. È la sceneggiatura - letta sulla pagina scritta - che deve essere compresa a fondo. Una volta lette mille sceneggiature, ti accorgerai che la maggior parte sono mediocri. Ma quelle poche eccellenti - forse il 3% - "ti afferrano per il bavero, e non riesci più a dimenticarle". Il talento più grande di uno scrittore è saper riconoscere: "Cosa è una Grande Idea?"".

Il cambiamento dettato dall'AI

In chiusura, un pensiero sull'intelligenza artificiale, e su quanto stia influendo sul mondo cinematografico. "La minaccia dell'IA è stata la questione centrale durante i cinque mesi di sciopero degli sceneggiatori nel 2025 a Hollywood, che ha completamente paralizzato l'industria. Tutti i principali produttori e studios hanno ammesso di aver utilizzato opere protette da copyright (insieme a classici di pubblico dominio, da Shakespeare a Jane Austen e altri) per addestrare i loro "large language models". L'intelligenza artificiale è già riconosciuta per la sua eccellente capacità di fornire "pre-visualizzazioni" dei progetti, come gli storyboard, e di creare sinossi efficaci di storie in fase di sviluppo".

Tuttavia, ci sono enormi dubbi sull'efficacia: "Ma può un'IA scrivere una sceneggiatura sufficientemente buona per un film o una serie TV? Al momento, un copione scritto da un'IA potrebbe forse risultare accettabile per un crime drama. Ma questo porterà l'industria a eliminare le "writer's room"? Quelle squadre di sceneggiatori che hanno accumulato anni di esperienza e una conoscenza storica di generi amati - come i gialli britannici, i thriller scandinavi o le serie mediche o poliziesche americane - che vengono esportati o adattati in tutto il mondo? Queste serie scritte dall'IA riuscirebbero comunque ad attrarre il pubblico? Quello che sappiamo è che l'IA - per ora - non è ancora in grado di scrivere una battuta che faccia ridere. Quindi sì, l'intelligenza artificiale è il tema più discusso oggi a Hollywood".