Venezia: Cinema e dintorni

Continua la Mostra del Cinema di Venezia, grande circo di stelle, gossip, colpi di scena, scandali e soprattutto cinema: Hopkins e la Kidman, le paure della Rossellini e i premi a Nino Manfredi ed Omar Sharif.

Continua la Mostra del Cinema di Venezia, grande circo di stelle, gossip, colpi di scena, scandali e soprattutto cinema: pubblico diviso per La macchia umana di Robert Benton con un cast di stelle: Nicole Kidman, Anthony Hopkins, - nella foto -Ed Harris e Gary Sinise; il film presentato fuori concorso alla Mostra e che uscirà nei nostri schermi a Natale, ha ricevuto applausi e qualche fischio.
Ambientato in USA, ai tempi dell'impeachment del presidente Clinton per la sua avventura con la stagista Monica Lewinsky, La macchia umana è la storia di Coleman Silk, docente di letteratura antica di una stimata piccola università della provincia americana. Silk ha fatto dell'università in cui lavora una struttura moderna e dalla reputazione solida, ed è stimato da tutti, tuttavia egli ha un segreto che mai ha confessato, neanche alla moglie e agli amici più cari.

Il regista che ha tratto il film da un romanzo di Philip Roth ha detto di aver lavorato con un cast eccezionale "Il migliore con cui io mi sia confrontato" e parla della Kidman - la grande assente di quest'edizione della Mostra - "è la migliore attrice con cui un regista possa avere a che fare, è cresciuta molto, è disciplinata, lavora duro". Si dice soddisfatto anche Anthony Hopkins, e smentisce le voci ufficiose che volevano la Kidman assente a Venezia per incomprensioni con lui e dice: "Con la Kidman ho fatto un lavoro meraviglioso, è fantastica, mi dispiace che non sia qui". L'attore gallese dice che sta visitando la città lagunare -nella quale non è mai stato- con molto piacere "jet lag permettendo".

Ma c'è anche chi a Venezia non voleva venire perchè dice che è sempre stata trattata male: parliamo di Isabella Rossellini a Venezia per presentare il film The saddest music in the world e dice "A Venezia non ci vengo molto volentieri: mi hanno sempre scannata. Preferisco altri festival" certamente Isabella non avrà mai ricevuto lo stesso trattamento riservato ad un giornalista italiano da parte della guardia del corpo di Sylvester Stallone, ma non dimentica che le uniche due volte che è venuta alla Mostra del Cinema le cose le sono andate male: nel '79 fu stroncata per la sua interpretazione ne Il Prato e qualche anno dopo invece il film di David Lynch di cui era protagonista, Velluto Blu fu bandito dal direttore Gian Luigi Rondi perchè gli dava fastidio l'idea di mostrare la figlia della sua amica Ingrid Bergman a seno nudo. Nel film di cui Isabella è protagonista adesso, diretto dal canadese Guy Maddin, lei è la spregiudicata proprietaria di una fabbrica di birra, priva delle gambe - infatti nel film Isabella appare seduta con i moncherini, oppure con due gambe di cristallo piene di birra - che organizza uno strano concorso per la canzone più triste del mondo.

Assente giustificato a Venezia è Nino Manfredi: il popolare attore romano è in ospedale da luglio in seguito ad un'emorragia cerebrale e sta attraversando un momento difficile; sua moglie Erminia ha ritirato per lui il Premio Bianchi alla carriera che gli è stato dato in occasione della proiezione del suo ultimo film, La luz prodigiosa di Miguel Hermoso alla quale è seguito un lungo applauso da parte del pubblico "questo Premio" ha detto la moglie di Manfredi "darà a Nino un grande coraggio, soprattutto adesso che sta recuperando la parola facendo gli stessi esercizi che faceva quando studiava dizione in Accademia". Premio alla carriera anche per Omar Sharif: l'attore egiziano è interprete del film Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano e dice "Non va letto come un film politico o religioso è solo un caso che l'uomo sia musulmano e il ragazzino ebreo. Poteva anche non essere così. Non importa che tu sia di questa religione, di questa razza, di quell'altra... Non c'entra nell'amore. Questa è soltanto la storia di due solitudini, un film di tolleranza. Mi piace pensare che il pubblico esca dalla sala un po' più felice di come ci è entrato, che sia più gentile...".
Il premio assegnato a Sharif, che è nato ad Alessandria d'Egitto, rappresenta secondo il direttore della mostra un segnale di pace per il Medio Oriente. Ma l''attore ha confessato di non nutrire molte speranze: "Non sono ottimista, sono piuttosto pessimista. Non credo che riuscirò mai a vedere la pace, forse mio figlio...".