Spider-Man: No Way Home, sul set c'è stata una "sessione di terapia" con gli interpreti di Peter Parker

Jon Watts ha raccontato che sul set, prima di girare le scene di Spider-Man: No Way Home con i tre Peter Parker, il cast si è riunito dando vita a un incontro simile a una sessione di terapia.

In Spider-Man: No Way Home sono entrati in scena, per la gioia dei fan, i tre interpreti di Peter Parker nei film tratti dai fumetti della Marvel e il regista Jon Watts ha rivelato qualche dettaglio di come è stata l'esperienza sul set.
Il filmmaker, intervistato da Variety, ha infatti raccontato cosa è accaduto prima dell'inizio delle riprese delle scene con coinvolti Tom Holland, Andrew Garfield e Tobey Maguire.

Jon Watts ha raccontato che prima dell'inizio del lavoro sul set che coinvolgeva i tre interpreti di Peter Parker in Spider-Man: No Way Home c'è stato un momento che ha permesso di confrontarsi e condividere ricordi.
Il regista ha svelato parlando dei minuti che hanno preceduto il lavoro con Tobey Maguire, Andrew Garfield e Tom Holland: "Ci siamo seduti su queste sedie pieghevoli messe in cerchio e abbiamo letto lo script insieme. Avevo parlato con tutti separatamente, ma avere tutti insieme a parlare della storia, di come ogni tassello si incastrava insieme agli altri e di cosa significava per loro Spider-Man era eccitante per me".

A quel momento hanno partecipato anche Zendaya e Jacob Batalon, e Watts ha aggiunto: "Abbiamo avuto solo tre attori che hanno interpretato Spider-Man in un film e ognuno di loro ha affrontato così tanto, dentro e fuori dallo schermo. Si è trattata quasi di una sessione di terapia per Spider-Man". Il regista ha sottolineato: "Avevamo già lavorato in anticipo rispetto a quando abbiamo realizzato quella prima scena con tutti, ed è stato grandioso fare un passo indietro e vedere la reazione della troupe, era come se tutti stessero guardando il film. Stai catturando qualcosa che era più di una scena di un film, stavi vedendo un evento unico nella vita".
Il filmmaker ha però ammesso che non era particolarmente nervoso: "L'unica cosa che mi causava un po' di nervosismo era l'idea di perdere qualcosa di grandioso. Come regista vuoi sempre tenere gli occhi e le orecchie aperte".