Parte a dicembre la sfida napoletana alla Disney

Da 5 dicembre arriva nelle sale Opopomoz, il nuovo cartoon del napoletano Enzo D'Alò, reduce dal successo de La gabbianella e il gatto.

Con ben 120 copie venerdì 5 dicembre esce nelle sale italiane Opopomoz, il nuovo cartoon di Enzo D'Alò, impostosi all'attenzione del pubblico con La gabbianella e il gatto nel 1998, dopo l'ottimo esordio nel 1996 con La freccia azzurra.
Il film, il cui titolo iniziale era La cantata dei pastori, nasce da una ricerca sulla tradizione popolare napoletana dei presepi. La rilettura della natività è costata a D'Alò due anni di preproduzione e altri due di lavoro, con un budget tra i 7 e i 10 milioni di euro.

Enzo D'Alò ha firmato anche la sceneggiatura insieme a Furio Scarpelli e suo figlio Giacomo Scarpelli, chiamando poi a collaborare il duo radiofonico Antonello Dose e Marco Presta , mentre per la grafica, come nei precedenti carton il regista napoletano si è avvalso del duo Cavazzuti e Fuzellier.

Per quanto riguarda il doppiaggio abbiamo il debutto in questo campo di John Turturro che doppia lo zio americano del piccolo protagonista Rocco (Ciro Ricci). Il padre è Silvio Orlando, San Giuseppe è Vincenzo Salemme, con Peppe Barra nel doppio ruolo del principe degli inferi Sua Profondità, ma anche del Re Magia, bizzarra figura che esiste in antiche versioni del presepe napoletano. Completano il cast la piccola Xsuela Douglas (voce di Sara, cuginetta di Rocco) e il trio di diavoletti tentatori, costruiti sulle voci di Oreste Lionello, Fabio Volo e Tonino Accolla.

Le musiche sono affidate a Pino Daniele mentre Gegè Telesforo firma la canzone dei titoli di coda, Opopomoz Blues, che nel le versioni inglesi e francesi vedrà la collaborazione di Dee Dee Bridgewater.
Il film è infatti pronto per uscire in Francia, Belgio, Svizzera e Spagna, prima del grande balzo verso gli Usa.
Il cartoon, chiaramente ambientato a Napoli, ha come protagonista Rocco: siamo alla vigilia di Natale e Rocco chiede l'aiuto di tre simpatici diavoletti tentatori per impedire la nascita del fratellino.