Elio Germano e Omar Rashid a UltraPop Festival: "Il VR è alienante, ma la nostra è un'immersione condivisa"

Elio Germano e Omar Rashid, tra gli ospiti virtuali della prima giornata di UltraPop Festival, hanno raccontato il successo del loro spettacolo in VR in questo momento di crisi della cultura.

Elio Germano e Omar Rashid sono intervenuti nella prima giornata dell'UltraPop Festival per parlare dei loro fortunati esperimenti col VR. Da qualche anno Germano collabora con il fiorentino Omar Rashid, regista di origine irachena con il pallino dei nuovi linguaggi.

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Segnale d'allarme - La mia battaglia VR: Elio Germano

L'ultima fatica del duo, lo spettacolo teatrale Segnale d'Allarme / La mia battaglia in VR, sta riscuotendo un successo insperato. La ragione la spiega Elio Germano:

"Il VR è naturalmente distanziato. Di solito il VR è uno strumento alienante, ma noi proponiamo la visione condivisa in una sala in cui insieme ci si immerge in un altro mondo. In questo senso spero che nascano nuovi progetti, la nostra è una via terza rispetto al cinema e al teatro che però non fa concorrenza".

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Segnale d'allarme - La mia battaglia VR: Elio Germano in un'immagine del film in realtà virtuale

Come indica la recensione di Segnale d'allarme, si tratta della trasposizione in realtà virtuale di La mia Battaglia, spettacolo tratto dalla traduzione italiana del Mein Kampf di Adolf Hitler. L'esperienza permette allo spettatore, attraverso i visori, di rivivere la pièce teatrale dalla prima fila immergendosi completamente fino a confondere immaginario e reale.

Omar Rashid mette le mani avanti dichiarando di avere un approccio nerd a questa sperimentazione: "Lavoro sul VR con Elio Germano da 5 anni, ma il successo di Segnale d'allarme ci ha stupito. Prima il VR rimaneva una cosa per pochi per mancanza di una distribuzione. Ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo preso in carico un'ottantina di visori e abbiamo organizzato il tour da soli. Da maggio giriamo abbastanza, il distanziamento non è stato un freno, ma ti permette di rivivere la sensazione del teatro pieno, cosa che per un po' non potrà succedere".

Elio Germano ironizza sulla situazione ammettendo. "Ogni volta che salgo sul palco, col distanziamento, sembra che non ci sia nessuno. Tutti i festival mi cercano, ma con l'emergenza a subire è soprattutto la parte fragile, il cinema sperimentale perché in mancanza di soldi e spazio i festival puntano sui grossi nomi. Quello che non è cambiato è il VR, noi chiedevamo già 2-3 sedie libere intorno allo spettatore prima e ora proseguiamo in quella direzione. Stiamo andando bene perché dove non possono fare altro chiedono il nostro spettacolo sul VR".