Rosso 2018

Argentina, 1975. Claudio Morán è un affermato avvocato, attivo nel Paese nel periodo del colpo di Stato effettuato dai militari.

Una sera, mentre attende la moglie nel ristorante che solitamente frequenta, Claudio ha una discussione con uno sconosciuto, innescata da futili ragioni: finirà per umiliarlo. Più tardi, mentre Claudio farà rientro a casa, quell’individuo tenterà di vendicarsi. Sarà così l’inizio di un tragico percorso tra meschinità e prevaricazioni nascoste all’interno di una città e, in generale, di una società apparentemente innocente ma pervasa da un clima che sta diventando sempre più irrespirabile.

Le persone cominciano a sparire misteriosamente per le più svariate ragioni, senza che nessuno ne sappia più nulla; efferati crimini si compiono sia alla luce del giorno che nelle più profonde tenebre; la repressione politica è ormai giunta a livelli di violenza insostenibili per la popolazione. Ma nessuno sembra volersi assumere la responsabilità di quanto accade ai comuni cittadini. Eppure, tutti hanno la loro parte nel compiersi di questa eclissi morale, perché il male incomincia con la sottomissione di ogni individuo ad altri e si espande agevolmente, soprattutto in un clima di ipocrisia e di silenzio opportunistico.