X - A Sexy Horror Story, la recensione: Desiderio e morte nel profondo Texas

La recensione di X - A Sexy Horror Story: il film scritto e diretto da Ti West, al cinema dal 14 luglio, è un horror, un classico slasher ambientato nel mondo della pornografia anni Settanta, che regia, fotografia e montaggio elevano sopra la media.

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X - A Sexy Horror Story: Mia Goth in una scena

Vuole girare un film porno, ma diverso dagli altri, il giovane regista al centro del film che vi raccontiamo nella recensione di X - A Sexy Horror Story, scritto e diretto da Ti West in uscita al cinema il 14 luglio, distribuito da Midnight Factory. Un film porno che faccia eccitare, certo, ma che abbia una storia, una trama, che sia ricercato. Un film che dia "un senso di avanguardia, come fanno in Francia". La pellicola firmata da Ti West, un horror, un classico slasher ambientato nel mondo della pornografia anni Settanta, in realtà riesce a fare proprio quello che il giovane regista del film nel film ha in mente. Ha una storia e un senso, una trama efficace, una ricercatezza nella regia, nella fotografia e nel montaggio, che rende quello che normalmente sarebbe un film di serie B un film di serie A. E non è una cosa scontata: troppo spesso ormai vediamo film horror che puntano a un accumulo di spavento, senza che questo abbia un senso, un filo conduttore. X - A Sexy Horror Story è qualcosa di diverso.

La casa nella prateria...

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X - A Sexy Horror Story: un momento del film

Texas, 1979. Un gruppo di ragazzi si reca in una fattoria sperduta tra i campi di grano per girare in tutta tranquillità, almeno così crede, un film porno. Wayne (Martin Henderson) è il produttore; Jackson (Scott Mescudi) è l'attore protagonista, Bobby Lynne (Brittany Snow) è l'attrice protagonista e la compagna di Wayne; Maxine (Mia Goth) è l'altra attrice. E poi ci sono RJ (Owen Campbell), il giovane regista, e la sua compagna e assistente, la timorata Lorraine (Jenna Ortega). La casa nella prateria è adiacente al ranch di una vecchia coppia, Howard e Pearl: sono loro che hanno deciso di affittarla. I due anziani sembrano solo un po' svitati, a prima vista. Ma si riveleranno molto pericolosi.

X - A Sexy Horror Story: quando la reinvenzione del passato spiana la strada al futuro

Questione di montaggio

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X - A Sexy Horror Story: Mia Goth in una scena del film

Che X - A Sexy Horror Story sia un film diverso dagli altri lo si capisce da certi particolari. Dalle inquadrature, dal montaggio. Prendiamo la prima scena: sembra che lo schermo sia in 4:3, e invece un movimento di macchina in avanti ci fa capire che quel formato quadrato era dato solo dalle porte di un ranch, uscendo dal quale l'inquadratura si allarga. Oppure prendiamo una delle scene centrali del film, quella in cui Maxine fa un bagno nel lago, seguita lentamente da un coccodrillo. Ti West segue la scena inquadrandola dall'alto, da lontanissimo, in modo che noi possiamo vedere chiaramente quanto vicino sia l'animale alla ragazza, e in questo modo vivere la suspense, senza ausilio di musiche o altri accorgimenti.

La scena poi si risolve con un'inquadratura strettissima, sul corpo della ragazza, chiusa dalle parole "and cut", che contraddistinguono la fine di un take sul set di un film. E infatti è sul set che veniamo trasportati. Con il montaggio, visivo e sonoro, Ti West riesce a legare perfettamente scene che appartengono a storyline diverse. Come quando, con la parola "lemonade", lega due scene, con l'offerta di una limonata sul set del film e nella cucina di Pearl, l'anziana padrona di casa. O come quando, intorno al finale, ci fa vedere per un attimo un personaggio all'esterno, in fuga, mentre dobbiamo ancora capire se e come ce la fa a fuggire. Questo per dirvi come Ti West giochi con noi non solo con una storia di efferate, e originali, uccisioni, che seguono in ogni caso le regole dello slasher, ma anche con questi trucchi che ci sorprendono, ci sviano, ci divertono.

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X - A Sexy Horror Story: Mia Goth in un'immagine

È tutto un gioco

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X - A Sexy Horror Story: Brittany Snow in una scena del film

Sì, X - A Sexy Horror Story, in fondo è un gioco. Ti West gioca con noi che guardiamo, e ci spiazza continuamente, come in un gioco delle tre carte in cui il manipolatore sposta il nostro sguardo da una parte mentre la carta vincente sta dall'altra. Ma gioca anche con il cinema porno. Da un lato con i suoi stereotipi (le trame puramente pretestuose, il protagonista maschile di colore, la protagonista femminile svampita), dall'altro con la sua confezione, quel senso di irrealtà, di sogno che prende forma con una fotografia (di Eliot Rockett) ben precisa, con quella patina sgranata, calda, dorata che è legata all'immaginario della pornografia anni Settanta. Gioca ovviamente anche con l'horror, e con le regole dello slasher che vogliono una serie di morti che vanno orchestrate in una certa sequenza, secondo l'appeal, la moralità, l'importanza e l'intelligenza dei personaggi. Il gioco ovviamente è anche il nostro, che come sempre cerchiamo di indovinare l'ordine in cui le vittime moriranno. Ma non riusciremo a indovinare come, perché ogni assassinio a suo modo è originale.

X - A Sexy Horror Story: esce oggi al cinema l'ultimo horror di Ti West

Il porno come libertà ed emancipazione

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X - A Sexy Horror Story: Martin Henderson, Stephen Ure in una scena del film

L'ambientazione nel mondo del porno non è solo un modo furbo per rendere accattivante un horror che già di per sé lo sarebbe. C'è, nello sguardo di Ti West, una sorta di simpatia per questi ragazzi che in quel mondo vedono un senso di libertà, di emancipazione, di sottile sovversione nei confronti di un sistema che ritengono bigotto e conservatore. Non è un caso che, durante tutto il film, dai teleschermi appaiono i sermoni moralisti di un pastore, che lavorano a contrasto del film (e preparano un bel colpo di scena finale). La simpatia del regista è tutta per l'anelito di libertà di questi ragazzi. Ed è probabilmente un messaggio diretto anche all'America di oggi, che proprio in questi giorni ha messo un freno alla libertà di scelta delle persone.

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X - A Sexy Horror Story: Mia Goth durante una scena

I sogni ancora in vita e quelli tramontati

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X - A Sexy Horror Story: Mia Goth in una foto

Alla fine, quel giovane regista non sarà mai Godard, e no, il suo film non avrà una trama, non sarà ricercato come vorrebbe lui. È tutto questo invece X - A Sexy Horror Story, un Non aprite quella porta che incontra Gola profonda, ma soprattutto un horror con una trama, una storia, un senso. Che è quello che abbiamo appena detto, quello di una lotta al finto perbenismo americano. Ma anche - e il motore di quello che accade nel film è proprio questo - il contrasto tra gioventù e vecchiaia, tra i sogni ancora in vita e quelli che ormai sono tramontati. Tra i corpi in decadimento e quelli ancora aitanti, seducenti e pieni di promesse. Il rimpianto, l'invidia, il desiderio per un corpo sensuale e attraente è tutto proiettato sul corpo di Mia Goth, la protagonista del film. La sua è una bellezza allo stesso tempo innocente e sfrontata, infantile e prorompente. Una bellezza in grado di suscitare da un lato il desiderio, dall'altro la morte.

Conclusioni

Come vi abbiamo raccontato nella recensione di X - A Sexy Horror Story, si tratta di un horror con un senso, una trama efficace, e una ricercatezza nella regia, nella fotografia e nel montaggio, che rende quello che normalmente sarebbe un film di serie B un film di serie A.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • L'idea di ambientare un horror nel mondo del porno degli anni Settanta.
  • I temi di fondo: il senso di libertà del porno, da un lato, il contrasto da gioventù e vecchiaia, dall'altro.
  • La confezione: regia, fotografia e montaggio sono molto ricercati.
  • Il cast, in cui brillano le protagoniste femminili, Mia Goth e Jenna Ortega.

Cosa non va

  • Chi si sente in imbarazzo di fronte al sesso potrebbe non apprezzare, ma tutto è trattato con ironia.