Underwater, la recensione: tensione e fantascienza nelle profondità marine

La recensione di Underwater, il film di fantascienza/horror ambientato nelle profondità oceaniche con Kristen Stewart e Vincent Cassel.

Underwater 3
Underwater: Kristen Stewart con Vincent Cassel in una scena del film

Se leggendo la nostra recensione di Underwater vi chiederete se per caso ci siamo confusi e stiamo parlando di un celebre film uscito più di quarant'anni fa ambientato nello spazio con un alieno assassino, non preoccupatevi: non abbiamo scambiato i titoli delle due pellicole. Il film di William Eubank interpretato da Kristen Stewart e Vincent Cassel infatti deve molto, per atmosfere e narrazione, al famoso film con lo xenomorfo che tutti conosciamo, ma ne prende anche le distanze attraverso lo stile di regia più dinamico e un senso dell'intrattenimento ben diverso, preferendo un sincero e grossolano approccio da film di serie B.

Vengono fuori dai fondali oceanici!

Underwater 2
Underwater: Vincent Cassel, Kristen Stewart, T.J. Miller, Jessica Henwick, Mamoudou Athie in una scena del film

Classicissima nelle premesse e ancora più classica nello sviluppo, la trama di Underwater è riassumibile in poche righe. Un gruppo di scienziati vive da qualche tempo in una stazione posta nei fondali oceanici con lo scopo di trivellare il fondale marino. Scavando troppo in profondità causano un terremoto che danneggia irreversibilmente la stazione e ne dimezza lo staff. Mentre cercheranno di risalire in superficie, i sopravvissuti scopriranno di aver risvegliato un'antica creatura marina con cui fare i conti. Non si può certo dire che Underwater sprigioni originalità: i risvolti narrativi sono ampiamente prevedibili e i debiti nei confronti dell'Alien di Ridley Scott sono innumerevoli a partire dall'eroina Norah - interpretata da un'androgina Kristen Stewart - novella Ripley (perennemente in slip come nelle scene finali del film del 1979) fino addirittura alla scoperta di un parassita da esaminare in laboratorio che fuoriesce dalla schiena della sua vittima e che preannuncia l'arrivo di un invisibile mostro mezzo alieno e mezzo umanoide. Inoltre, Underwater prende un altro film più recente come modello, ovvero Gravity di Alfonso Cuarón da cui riprende la struttura del viaggio tra stazioni ma inserendola nel contesto subacqueo, vero punto di forza del film, anziché in quello spaziale. Gli stessi personaggi altro non sono che stereotipi senza infamia e senza lode: l'eroina restia e "normale", la spalla comica (T.J. Miller), il capitano saggio, il marine americano e la stagista inesperta.

Film horror in uscita: i più attesi del 2020

La forma nell'acqua

Underwater 7
Underwater: Kristen Stewart e Vincent Cassel in una scena del film

Nonostante sia derivativo verso un certo tipo di cinema che già conosciamo, la forza maggiore di Underwater risiede ritmo e delle idee visive. Il film, dopo una rapida premessa attraverso titoli di giornale, inizia subito a raccontarci la storia senza troppi fronzoli e il ritmo rimane alto per tutta la durata (relativamente breve) rallentando solo nei brevi momenti di raccordo tra gli snodi narrativi. È chiaro che l'intento sia quello, prima di tutto, di divertire senza aspirare a significati aulici o profondi. Intento che viene sottolineato anche dalle scelte visive, alcune anche parecchio riuscite, che giocano con i colori, le intermittenze delle luci e il buio del fondale marino. Proprio l'ambientazione subacquea, realizzata con il dry-for-wet, procedimento che permette di girare in ambienti asciutti usando una luce particolare che richiama i riflessi dell'acqua sui corpi e aggiungere il resto in post produzione (lo stesso procedimento utilizzato nel film premio Oscar La forma dell'acqua - The Shape of Water), è motivo principale del fascino e del senso di claustrofobia del film. La regia dinamica, creativa, che a tratti ricorda lo stile anarchico dei primi lavori di Peter Jackson e Sam Raimi, riesce a tenere alta la nostra partecipazione e a dare una marcia in più a un film che, senza questi elementi positivi, risulterebbe poco interessante.

Un film di serie B nel campionato di serie A

Underwater 11
Underwater: Jessica Henwick in una scena del film

Ci prova a mandare un messaggio retorico (se non prendiamo a cuore il pianeta prima o poi questo esploderà e noi con lui) senza però crederci troppo, quasi come se ci fosse una certa cinica consapevolezza da parte di questi cineasti di dover fare un film più schietto e divertito. Ne è dimostrazione la voglia di non prendersi troppo sul serio anche nei momenti più tragici (alla prima morte sullo schermo segue un'imbarazzante barzelletta) e una sana dose di ingenuità di scrittura che invecchia il film di almeno vent'anni (i personaggi dicono ad alta voce cosa stanno facendo, i personaggi femminili sono tatticamente inquadrati in modo tale da mettere in primo piano le forme) sicuramente e volontariamente per amore di divertimento (e il finale - non lo raccontiamo, ma ci è quasi scattato l'applauso - è lì a dimostrarlo). Quello che fa più sorridere, però, è vedere come si sia deciso di spendere parecchie decine di milioni di dollari per un film fanta-horror di serie B. Sia chiaro: per 95 minuti abbiamo tensione, mostri, un pizzico di blando erotismo, idee visive e ritmo altissimo, qualche spavento e tanto divertimento. Il nostro è un sorriso di piacere.

Conclusioni

A conclusione della nostra recensione di Underwater vi invitiamo a non leggere il voto finale con troppa serietà. Dobbiamo essere sinceri e ammettere con professionalità che, nonostante apprezziamo questa tipologia di cinema e crediamo non debba smettere di esistere, con una trama così derivativa e i personaggi così stereotipati, il risultato finale non può essere valutato in altro modo. Con un’eccezione: se decidete di uscire di casa con la vostra migliore compagnia e mettervi comodi nella poltrona della sala pronti a gustarvi 95 minuti di sano intrattenimento senza pretese, raddoppiate pure il voto e le stelline. Siamo sicuri che ai titoli di coda sorriderete anche voi.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.0/5

Perché ci piace

  • Il ritmo è altissimo dall’inizio alla fine.
  • L’ambientazione sottomarina, unita a una regia dinamica, mantiene vivo l’interesse.
  • Farà felice ogni appassionato di fantascienza e horror con la presenza dei mostri.

Cosa non va

  • La trama è veramente troppo derivativa da altri film simili.
  • I personaggi sono stereotipati e non particolarmente memorabili.
  • Il film non ha nulla di particolarmente grave, ma nemmeno nulla di particolarmente memorabile.