Torino Film Festival 2017: il programma di un'edizione "felina" tra Gary Oldman, Asia Argento e De Palma

La retrospettiva su Brian De Palma, l'immancabile Notte Horror, una mini sezione dedicata ai gatti e Asia Argento come Guest Director. Il programma del 35TFF si mostra succulento e pieno di titoli che potrebbero rivelarsi sorprese...

Si apre con un lungo spot che omaggia in primis il cinema di Brian De Palma la conferenza di presentazione del 35TFF. È proprio al regista di Newark che è dedicata la maggiore retrospettiva di questa edizione. Ben trentadue pellicole, una retrospettiva completissima su colui che, come si legge nella cartella stampa, "Ha materializzato paure, incubi, ossessioni frammentate; ci ha trascinato dentro i labirinti dell'immaginario collettivo nevecentesco, ha dato corpo ai fantasmi del nostro inconscio".

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Emanuela Martini, direttore amatissimo che ormai sta per concludere il suo mandato, inizia ringraziando tutti gli sponsor e i media partner, per poi passare la parola a Laura Milani, presidente del Museo del Cinema di Torino. "Noi crediamo nel festival, quest'anno iniziamo un progetto importante. Nel 2020 il museo compirà 20. Stiamo partendo per raccontare un pezzo di storia che inizia adesso e si concluderà nel 2020". Si respira aria di novità, mentre Laura Milani parla. Tanto per cominciare, racconta di "aperture", di non confinarsi soltanto all'ambiente strettamente cinematografico. "Per cominciare, padrino e madrina di questo evento non saranno personaggi del cinema, ma di mondi complementari al cinema, per far comprendere come il museo intraprenderà un dialogo costruttivo anche con altre forme di espressione".

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35TFF: Un programma ricco e succulento

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Si passa alla presentazione vera e propria del festival e delle sue sezioni. Come ogni anno tutto è ricchissimo e succulento per gli amanti della Settima Arte. Emanuela Martini passa in rassegna la giuria internazionale, presieduta da Pablo Larrain e con Isabella Ragonese a rappresentare l'Italia. I film d'apertura e di chiusura, rispettivamente Ricomincio da me di Richard Loncraine e The Florida Project di Sean Baker, "un habitué del TFF", come lo definisce la Martini. Due film dal cast ottimo: Imelda Staunton e Timothy Spall il primo, Willem Dafoe nel secondo, già passato alla Quinzaine des Réalisateurs a Cannes.

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Le opere in Concorso sono quindici, tra cui due italiani, Lorrello e Brunello, di Jacopo Quadri e Blue Kids di Andrea Tagliaferri. "Pensavamo che, dopo quanto visto a Venezia, sarebbe stato un problema trovare film italiani interessanti", ha raccontato Emanuela Martini. "Invece ci sono molti italiani anche nelle sezioni fuori concorso, a testimonianza che questa è stata un'annata felice e produttiva per il cinema italiano. Posso citare Amori che non sanno stare al mondo di Francesca Comencini, Balon di Pasquale Scimeca, Tito e gli alieni, film curiosissimo con Valerio Mastandrea che interpreta uno stravagante scienziato che vive nel deserto del Nevada".

Mary Shelley: Elle Fanning nella prima foto del film
Mary Shelley: Elle Fanning nella prima foto del film

"Ci sono film musicali, perché a Torino non possono mancarei film musicali!", prosegue il direttore. "Come non può mancare Julien Temple. C'è il film su Grace Jones. E Faithfull, diretto da Sandrine Bonnaire, un documentario molto accurato in cui lei è riuscita a fare delle interviste a una signora molto ostica. Abbiamo anche belle anteprime, come L'ora più buia, in cui uno straordinario Gary Oldman interpreta Churchill in un momento davvero delicato. Mary Shelley, il biopic sulla scrittrice interpretata da Elle Fanning. E poi Smetto quando voglio ad honorem, terza puntata della saga sui ricercatori de La Sapienza. Infine un omaggio che facciamo con grande piacere: sono 30 anni di Notte italiana, il film d'esordio di Carlo Mazzacurati, e lo riproponiamo al festival".

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Una monografica per Brian De Palma

Brian De Palma sul set di The Black Dahlia
Brian De Palma sul set di The Black Dahlia

Le retrospettive curate da Emanuela Martini sono sempre qualcosa di prezioso. Imprescindibili se si vuole studiare la storia del cinema, soprattutto quello americano. Sempre accompagnate da un volume scritto di suo pugno, che a buon diritto trova posto tra gli scaffali, in mezzo a saggi che fanno luce su vari momenti della storia dell'arte di celluloide. "Ho scelto Brian De Palma, sono anni che gli volevo dedicare la retrospettiva", ha raccontato Emanuela. "Per due anni abbiamo fatto la New Hollywood, da lì sono venuti fuori tutti i grandi autori. Lavorando al libro che uscirà tra pochi giorni. In Italia, ma non solo, è sempre stato considerato un ottimo tecnico, un grande stilista, però ho sempre avuto la sensazione che venisse considerato un pochino meno degli altri suoi contemporanei, che tra l'altro sono suoi amici. Secondo me De Palma va recuperato come un signore che è andato enormemente nel profondo. Cominciò da godardiano e lo è ancora. Femme Fatale, uno dei suoi film più teorici in assoluto, chiude il cerchio. Ha realizzato film puramente teorici sulla sovraesposizione che abbiamo alle immagini e ti racconta come noi siamo sopraffatti da tutto ciò. I suoi due film di guerra sono terribili. È arrivato il momento indispensabile per analizzarlo".

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La direttrice anticipa la domanda dei giornalisti affermando che la speranza muore per ultima, ma che è improbabile che De Palma venga al festival: "Ha finito Domino con tre mesi di ritardo ed è là che monta. Comunque credo che sarà un'enorme scoperta per tutti i giovani". E parlando del grande Brian, ha modo di presentare anche il Gran Premio Torino, che quest'anno va a Pino Donaggio: "Oltre alle musiche per i film di De Palma, è diventato uno dei più noti e importanti musicisti cinematografici internazionali. Terrà un incontro su come si lavora con la musica nel cinema".

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Asia Argento tra i Guest Director

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Dopo le presentazioni delle altre sezioni, ad opera di Davide Oberto e Massimo Causo, se si sfoglia la cartella stampa è evidente che l'unica assente e curatrice di una bella retrospettiva è Asia Argento. Una scelta tanto di autopreservazione quanto di educazione nei confronti del festival: le domande sarebbero state inevitabilmente tutte per lei e per lo scandalo sessuale in corso e avrebbero messo in secondo piano il programma del festival. "Asia Argento è stata interpellata da me molti mesi fa, prima che questa faccenda uscisse fuori. È una dei Guest Director del festival di quest'anno", racconta Emanuela Martini. "Fui una dei pochi che scrisse bene di Scarlet diva, suo film d'esordio. L'ho scelta perché Asia ha un occhio e un tipo di narrazione che dimostrano un sguardo e un pensiero, anche critico. È una che rischiando e anche sbagliando, si è dimostrata molto più coraggiosa rispetto ad altri registi della sua generazione". AmeriKana è una bella mini-retrospettiva, una sezione sull'America dello sprofondo. Si legge in cartella stampa, scritto dalla stessa Asia: "Ci sono scenari in America dove senti che regna la follia... soprattutto nel Sud degli Stati Uniti, sotto quella Bible Belt, quella 'cintura della Bibbia', che è poi l'America vera. Quella che un giorno si è finalmente sentita rappresentata da Donald Trump e lo ha votato".

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"Asia Argento non concederà interviste e non farà conferenze. Farà il lavoro di Guest Director: presenterà i film e chiacchiererà della sua sezione", ha precisato la Martini. "Rispetto la decisione di Asia", aggiunge lasciando ben intendere che non ha chiamato l'attrice e regista per fare gossip, ma per la sua retrospettiva. Cinque film, tra classici e scelte insolite, che descrivono senza dolcificante l'America dello sprofondo: Payday di Daryl Duke, La ballata di Stroszek di Werner Herzog, Out of the Blue di Dennis Hopper, Paris, Texas, di Wim Wenders, e Ingannevole è il cuore più di ogni cosa, della stessa Asia. La rassegna si concluderà giovedì 30 novembre presso il Cinema Massimo con una performance che verrà la Argento impegnata insieme a Bertrand Bonello, Emma De Caunes e Joana Preiss.

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Un'edizione felina

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Il poster ufficiale del TFF di quest'anno è un fotogramma preso da Una strega in Paradiso. È la scena in cui Kim Novak, con Cagliostro, un bel gatto siamese, sta operando una seduzione su James Stewart. "Il manifesto ti fissa negli occhi", dice Emanuela Martini. "Al museo da giugno c'è una mostra che si chiama Bestiale! È una mostra sugli animali del cinema, sono arrivati moltissimi materiali da Hollywood. Per cui abbiamo deciso di fare una piccola selezione di film abbinata. Ho scelto i gatti come tema". La sezione si chiama Non dire gatto... e comprende sei pellicole: Da Alice nel paese delle meraviglie con il suo Stregatto, a L'ombra del gatto di John Gilling, passando per Black Cat (Gatto nero) di Lucio Fulci, Chat Ecoutant la Musique di Chris Marker, Il gatto milionario di Arthur Lubin e naturalmente Una strega in Paradiso di Richard Quine. Non mancheranno la notte horror e la sezione After Hours, "Che è la sezione dark, non solo horror", ci tiene a specificare Martini. "Non dovrei dirlo io, ma è venuta proprio bene quest'anno". Il 25 novemebre, Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, ci sarà un convegno legato al tema. "Un po' provocatorio dire che Revenge fa parte di questo tema, ma è anche vero. Lo proietteremo alle 22.00".

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Budget ridotto, ma non si parla di tagli

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Alla domanda su quanto è costato il festival, che evidenzia una cifra inferiore rispetto allo scorso anno, risponde nuovamente Laura Milani: "Il budget è di 2 milioni e 40 mila. Il lavoro che è stato fatto è di efficientamento di tutti gli organi del festival, abbiamo operato oltre il 12% di risparmio, e non di taglio, che è un concetto differente". Questo è l'anno di fine mandato per Martini, una critica e storica del cinema che nel corso della sua carriera ha dato moltissimo al TFF. "Sarei felice di continuare", confessa lei, "è stata un'esperienza molto bella che personalmente non considero conclusa. Credo che il festival sia andato in crescita. Ma la risposta spetta alla direzione del museo". E la Milani rimarca: "Sono molto contenta del lavoro fatto da Emanuela. Ma per correttezza devo dire che stiamo facendo un grosso lavoro per una fotografia dello stato attuale del nostro mondo. Ci sono cose che non dirò per serietà professionale. Vogliamo portare il Film Festival in un futuro che reputo importante. Nessuna decisione è comunque stata ancora presa".

Il Torino Film Festival si terrà dal 24 novembre al 2 dicembre.