The Other Side, la recensione: La paura è dall'altro lato

La recensione di The Other Side: il nuovo horror in arrivo dalla Svezia, dal 9 giugno al cinema, è una di quelle storie con una presenza minacciosa in una casa nuova, ma al centro del racconto ci sono una mamma e un bambino con il loro rapporto che rende tutto più intenso.

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The Other Side: una scena del film

Ci sono storie che, a seconda di chi ne è il protagonista, fanno più paura o sono più dolorose. È questo che vi racconteremo nella recensione di The Other Side di Tord Danielsson, un nuovo horror in arrivo dalla Svezia, in uscita il 9 giugno al cinema. Sì, perché ci sono una casa nuova, c'è una presenza che incuriosisce e minaccia. Ma se al centro della storia ci sono una mamma e un bambino che, per il legame particolare che li unisce, stanno appena costruendo il loro rapporto, tutto diventa più intenso, più doloroso. Se ad essere in pericolo sono due figure così fragili, tutto diventa più vibrante. The Other Side è questo: un horror ma anche la storia di un rapporto madre-figlio, un film che spaventa, ma che colpisce anche a livello emotivo, come se fosse un film drammatico.

L'altra metà della casa

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The Other Side: una sequenza del film

Andiamo a conoscerle, allora. Sono Shirin (Dilan Gwyn) e Lucas (Eddie Eriksson Dominguez), un bambino di 5 anni. Shirin non è la madre di Lucas, che è venuta a mancare per una malattia. È la compagna di Frederik (Linus Wahlgren), il papà del bimbo, e sta cercando, insieme a loro, di costruire una nuova famiglia. Arrivano in una piccola città, in una nuova casa, una villetta bifamiliare, che sembra perfetta per loro. Frederik lavora molto lontano da casa e così Shrin e Lucas si trovano spesso da soli. Lucas dice di aver trovato un amico nell'altra metà della casa, un compagno con cui gioca a nascondino. C'è un piccolo particolare che stride però. Quella casa, l'altra metà della costruzione, è disabitata da qualche anno.

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Una mamma e un bambino soli contro tutti

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The Other Side: Dilan Gwyn in un'immagine

Quello della mamma e del bambino, da soli contro tutti, è ormai un topos narrativo del cinema horror. The Ring, uno dei grandi successi horror del nuovo millennio, vedeva al centro il personaggio di Naomi Watts, che aveva con sé un figlio. E, quando in pericolo c'è un piccolo, l'apprensione sale sempre al massimo. Sempre Naomi Watts, era al centro di Shut In, dove era sola con un figlio disabile. In Babadook ci sono una madre e un figlio, con un padre che è venuto a mancare. È un topos narrativo, ma lo script di The Other Side è originale perché, prima di arrivare alla paura, prima di mostrarceli in pericolo, ci fa conoscere i personaggi. Una madre e un figlio che non sono uniti da legami di sangue, ma dalla scelta del padre di trovare una nuova compagna. I due, così, cercano di avvicinarsi, anche se non è facile. Lucas teme che, come la sua vera mamma, anche Shirin lo possa lasciare. Shirin ce la vuole mettere tutta per essere una buona madre per Lucas, ma teme di non essere all'altezza. Questa premessa rende tutto più drammatico, più reale, è una storia che appassiona come tranche de vie prima ancora che il film diventi un film horror. E fa sì che ai personaggi, a cui sta per succedere qualcosa, ormai si tenga in modo particolare.

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The Other Side: una scena del film horror

La casa dipinta in modo nuovo

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The Other Side: Dilan Gwyn durante una scena del film

Inoltre in The Other Side c'è anche un altro topos narrativo, quello della casa infestata da presenze, un altro grande classico del cinema e della tv, da Amityville Horror a The Grudge, in una lista che potrebbe essere infinita. Anche qui, però, il film svedese ha una sua originalità. Non parte subito con lo spavento, ma lascia dipanare la storia e quei rapporti interpersonali di cui parliamo sopra. C'è un momento di serenità prima della paura, la quiete prima della tempesta, che ci permette di respirare prima dello spavento, ma anche di approfondire i personaggi. La casa, poi, viene dipinta con colori che non sono i soliti del cinema horror: c'è poco nero e poco rosso, ma c'è molta luce: le stanze sono spesso dorate o hanno i colori di un metallo lucente. È una scena color ghiaccio, per una storia - non è un caso, arrivando dalla Svezia - raggelata, controllata, prima di esplodere nello spavento.

Un colpo di scena notevole

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The Other Side: Dilan Gwyn in una scena del film

The Other Side è un film che non eccede in jumpscare e colpi a effetto gratuiti, non fa scelte fini a se stesse. Punta piuttosto su una narrazione fluida, e un buon approfondimento psicologico tra i tre protagonisti, soprattutto sui due, Shirin e Lucas, che si prendono poi la scena. La paura cresce man mano che il film procede, con un colpo di scena notevole negli ultimi 10 minuti, potenti sia visivamente che emotivamente.

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Conclusioni

Nella recensione di The Other Side vi abbiamo parlato di un horror che è anche la storia di un rapporto madre-figlio, un film che spaventa, ma che colpisce anche a livello emotivo, come se fosse un film drammatico.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.9/5

Perché ci piace

  • La storia del rapporto tra la donna e il bambino al centro della storia, degna di un film drammatico.
  • I colori originali con cui la casa è rappresentata.
  • La scelta di non eccedere in jumpscare, fino al colpo di scena finale...

Cosa non va

  • ... una scelta che forse potrebbe scontentare chi è convinto che un horror sia un continuo jumpscare.