Recensione Point break, Punto di rottura (1991)

Il mare e l'aria, le emozioni forti, sono le protagoniste di questo lungometraggio che induce lo spettatore a non schierarsi dalla parte del buono o del cattivo...

Surfing emotions

Kathryn Bigelow è tra i pochi registi, insieme all'ex marito, James Cameron, a John McTiernan e a John Woo, che riesce a costruire un film con tempi d'azione perfetti, grazie soprattutto alla tecnica di macchina e di montaggio. La tensione, anche nei momenti più banali e tranquilli è sempre dietro l'angolo pronta ad intervenire in ogni secondo. Questo dono innato ha probabilmente origine già nella mente del regista che immagina le scene come se fossero realtà.

Point Break, punto di rottura è un gioiello di spettacolarità e di emozione, in cui nulla è dato al caso, e la filosofia che lo attraversa giustifica le azioni dei personaggi in un intreccio di rapporti mai svelati ma assolutamente veri.
Può esistere un'amicizia fra un agente dell'FBI e un criminale? Forse sì, o forse no, ma il legame che li unisce è unico: è vivere al limite.
Keanu Reeves è il giovane agente FBI Johnny Utah che viene affiancato a un agente senior per risolvere un caso complesso: individuare una banda di rapinatori che, con indosso le maschere rappresentanti i presidenti degli Stati Uniti, in tre anni hanno svaligiato una trentina di banche. Tutti gli indizi portano ad una spiagga di surfisti dove Utah si infiltra iniziando a praticare il surf. L'amicizia per Bodhi (Patrick Swayze), che gli insegna come dominare la tavola, e l'amore per Tyler lo porteranno a cavalcare l'onda che lo porterà alla gang di rapinatori.

Il mare e l'aria, le emozioni forti, sono le protagoniste di questo lungometraggio che induce lo spettatore a non schierarsi dalla parte del buono o del cattivo, ma lo induce ad essere stregato dal valore dell'amicizia vera, quella che non conosce il bianco e il nero.
Il filo conduttore del film è un sistema complesso di magnetismi che ha nel surf l'elemento che calamita ed innalza ad un piacere assoluto le identità dei personaggi trasportandoli in un luogo dove il bene e il male non esistono. E' il mare, la sfida con la natura e con se stessi.

Kathryn Bigelow diventa deus ex machina di un pensiero cinematografico in cui le sensazioni forti sono l'anima sincera in una storia fra uomini che lascia in chi guarda un piacere inspiegabile, un puzzle di sensazioni in parallelo con le sequenze che scorrono incalzanti sullo schermo.