Salvatore Aranzulla su Searching: “Risolvere un’indagine attraverso i social si può”

Intervista a Salvatore Aranzulla, testimonial del film Searching, in cui un padre cerca di ritrovare la figlia scomparsa indagando attraverso i suoi social.

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Searching: John Cho in una scena del film

I social ormai raccontano molto di noi, anche involontariamente: una foto, oltre a geolocalizzazione e orario, può nascondere molte informazioni. Searching, film di Aneesh Chaganty presentato al Sundance Film Festival, nelle sale italiane dal 18 ottobre, parte proprio da questo spunto. Girato senza mai abbandonare la prospettiva dello schermo, che sia quello di un computer, smartphone o televisore, il film cerca di raccontare una storia thriller in modo originale.

Presentato in Italia al Giffoni Film Festival, Searching ha trovato in Salvatore Aranzulla, fondatore del sito aranzulla.it, ormai uno dei blog più consultati in Italia quando si tratta di risolvere problemi tecnologici, il suo testimonial perfetto. Abbiamo incontrato Aranzulla proprio al festival campano dove ci ha spiegato che effettivamente indagare attraverso i social si può.

Il protagonista del film - qui potete leggere la nostra recensione di Searching infatti, è David Kim (John Cho) un uomo che adora sua figlia Margot (Michelle La): dopo la scomparsa della moglie, la ragazza è tutto il suo mondo. Nonostante abbia sofferto a vederla lasciare il nido per andare all'università, David cerca di mantenere vivo il rapporto con la figlia sentendola ogni giorno sui social. Quando Margot scompare dal web per diverse ore, il padre si allarma: che le sia successo qualcosa di terribile? Proprio studiando i profili social della ragazza, comincia a delinearsi uno schema inquietante.

La tecnologia è fantastica, ma la realtà rimane bellissima

Searching John Cho
Searching: John Cho in un'immagine del film

"I social network memorizzano tantissime informazioni sulle persone: i posti in cui si è stati, le fotografie vengono sempre geolocalizzate, hanno una data e un orario" ha detto Aranzulla, proseguendo: "In Searching il padre protagonista della storia, proprio grazie a queste informazioni, unisce le briciole di pane lasciate in rete dalla figlia per ritrovarla." Nonostante viva immerso nel web da quando aveva dieci anni, per il guru di internet la realtà rimane comunque migliore: "La realtà è bellissima. Internet e i social network spesso costruiscono una realtà che spesso non è vera: una persona che magari è a pezzi può pubblicare dopo pochi minuti una foto su Instagram in cui sembra felicissima. Per questo utilizzo pochissimo i social a scopo personale, li uso soprattutto per lavoro, e non seguo i miei amici: se vogliono comunicarmi qualcosa possono farlo al telefono o ci vediamo di persona."

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Searching: John Cho e Debra Messing in una scena del film

A proposito di passioni, oltre ai dolci, Aranzulla ama molto anche il cinema: "Adoro il cinema, anche se ho sempre meno tempo per vedere film e serie tv, ma per me rimane un momento di stacco: spengo il mio cellulare, posso interrompere le mie attività quotidiane e posso dedicarmi una coccola. Amo in particolare quei titoli che riguardano la tecnologia o raccontano mondi distopici: è per questo che Searching mi è piaciuto molto. Una serie che invece ho adorato è Black Mirror, perché pone degli interrogativi sulla tecnologia."

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La nostra intervista a Salvatore Aranzulla