Recensione Tsunami Tour (2013)

Comunque la pensiate questo è un documentario da vedere, un'opera in cui non esistono voci narranti se non quelle di Beppe Grillo e della gente, in cui la colonna sonora da spaghetti western fa il grosso del lavoro donando all'insieme un tocco di modernità e insieme di profonda malinconia.

Grillo il buono, Grillo il brutto e Grillo il cattivo

Incredibile ma vero, Beppe Grillo riesce nella difficile impresa di arrivare anche sul grande schermo. Sta per arrivare infatti la data fatidica del 10 aprile 2013, unico giorno in cui lo Tsunami Tour di Beppe Grillo e del Movimento 5 Stelle arriverà in tredici sale delle maggiori città italiane. Ideato e realizzato da due giornalisti, un musicista e un regista di documentari e fiction tv, Tsunami Tour - Un comico vi seppellirà è il documentario, chiaramente concepito per il cinema, che ci racconta l'avventura on-the-road della campagna elettorale del Movimento che ha cambiato il volto della politica italiana. La macchina da presa di Alessandro Cartosio e Rosario Cardinale, i due giovani filmaker inviati dagli autori per seguire passo passo Grillo e i suoi tre fedelissimi compagni di viaggio, entra così in punta di piedi nel backstage e nell'inconfondibile camper del Movimento 5 Stelle, nella stanza di Beppe Grillo che si apre e si mostra senza pudore mediatico ai due ragazzi, nelle sue riunioni private, sui palchi della campagna elettorale, nell'allestimento delle piazze, nelle ovazioni e nelle contestazioni raccolte dal comico-leader in tutte le settantasette piazze italiane, da Siracusa fino a Bolzano.


Lo vediamo in totale relax sdraiato sul letto della sua stanza parlare di sé, dell'Italia, dell'atteggiamento della stampa nei suoi confronti e del tour, lo vediamo cantare, suonare la fisarmonica, bere il caffè accompagnato dal suo biscotto preferito e chiedere un cappuccino in tazza grande per poter 'pucciare' meglio il cornetto, abbracciare la gente e litigare con quelli che senza timori reverenziali gli si sono avvicinati per urlargli il loro disaccordo, ma lo vediamo anche piangere, ridere, ed emozionarsi. Vediamo un leader che fa discutere, che non si risparmia nelle interviste con i giornalisti stranieri ma anzi si sfoga raccontando loro la situazione e se stesso senza mezzi termini, vediamo il Grillo personaggio pubblico violento nelle sue espressioni verbali, brutale come può apparire un esorcismo che in un colpo solo tenta di liberarsi di tutte le 'possessioni' illecite della politica nostrana.

Immagini esclusive e immagini già viste in tv si alternano con le emozioni di Beppe Grillo e soprattutto con quelle della gente che ha riempito le piazze. Volti, sguardi, abbracci, insulti e ovazioni, voci che si trasformano spesso in accorate richieste di aiuto lanciate ad un uomo che forse per la prima volta si mostra col suo volto più umano e sincero, svelando una spontaneità che per brevi tratti esula dal solito format e lo trasforma in un italiano come tanti, in uno di noi. Alla luce dei fatti Tsunami Tour è un documento importante realizzato in maniera assai interessante dal punto di vista stilistico e contenutistico, neutrale nella narrazione degli eventi. Un film, il primo e forse unico chissà, che lascerà traccia di qualcosa di veramente grosso che è accaduto e sta tuttora accadendo in Italia, un Paese che non ha memoria e che tende a dimenticare facilmente i suoi tormenti e le sue conquiste.
La prime pagine dei giornali come panni stesi al vento bruciate dagli scandali al sole di un'Italia che non sa più da che parte stare, confusa, arrabbiata, delusa, esodata, da qualunque parte la si guardi disperata, ma con tanta voglia di ribellarsi agli sfaceli messi in atto da una politica e da un sistema marci fino al midollo. I media dunque, schifati ed allo stesso tempo sfruttati sapientemente dalle grandi doti di comunicatore di Grillo, a fare da sottofondo in un sovrapporsi ordinato di immagini e voci, con i titoli dei quotidiani e dei telegiornali ad affollare le pause tra uno slogan e l'altro ed apparizioni sporadiche da 'grillo parlante' per il 'tvologo' Carlo Freccero e per il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli, imprigionati all'interno di una minuscola TV rossa dalla quale esprimono la loro opinione su quel che c'è di buono, di brutto e di cattivo nel 'fenomeno' Beppe Grillo.
Qualunquista o fustigatore? Demagogo o rivoluzionario? Il Movimento 5 Stelle è un semplice movimento di protesta o una vera e propria rivoluzione culturale? Comunque la pensiate questo è un documentario da vedere, un'opera in cui non esistono voci narranti se non quelle di Grillo e della gente, in cui la colonna sonora da spaghetti western fa il grosso del lavoro donando all'insieme un tocco di modernità e insieme di profonda malinconia, che mostra con sguardo nitido e disincantato luci e ombre, proposte e contraddizioni, emozioni e sentimenti del Movimento che ha innegabilmente dato una scossa all'immobilismo della 'vecchia' classe dirigente. La sensazione che si avverte alla fine della proiezione è quella di aver assistito, comunque la si pensi, ad un bizzarro instant-road-movie western ambientato nel far west sociale italiano, in cui il buono, il brutto e il cattivo sono incarnati nello stesso personaggio, il grande accusatore e insieme il salvatore della patria, colui che spara a zero su tutto facendosi portavoce di un apocalittico scontento mentre le Istituzioni fluttuano in un alienante quanto surreale stato di inerzia.

Movieplayer.it

3.0/5