Recensione Student Services (2010)

Laura, giovane protagonista della storia, cade nel tranello degli annunci sessuali on line divenendo una delle 40.000 studentesse che, secondo le statistiche, vendono il proprio corpo in cambio di denaro.

Prestazioni straordinarie

La cronaca riporta spesso testimonianze di giovani studentesse appartenenti a famiglie di ceto medio che scelgono di entrare nel giro della prostituzione accettando incontri occasionali scovati sul web per pagarsi gli studi, l'affitto e per permettersi un tenore di vita più elevato di quello che gli riserverebbe il solo contributo familiare o i lavoretti part-time sottopagati. Nel corso del 2008 la Francia ha gridato al caso editoriale con l'arrivo in libreria del romanzo Pagami. Studentessa, 19 anni, prostituta part-time, firmato dalla misteriosa Laura D., giovane studentessa di lingue in difficoltà economiche. La ragazza, che fatica a fare la spesa e a pagare l'affitto, non ha diritto neppure alla borsa di studio perché la sua famiglia, formata da padre muratore, madre infermiera e due fratellini piccoli, non è sufficientemente povera. Così Laura cade nel tranello degli annunci sessuali on line divenendo una delle 40.000 studentesse che, secondo le statistiche, vendono il proprio corpo in cambio di denaro. Il romanzo di Laura D. è diventato un film prodotto per la televisione francese, in arrivo nei cinema in questo torrido agosto distribuito da Bolero Film. L'obiettivo della regista francese Emmanuelle Bercot fotografa una storia squallida e degradante filtrandola attraverso la propria sensibilità femminile e risparmiandoci indugi voyeuristici nelle numerose scene di sesso che costellano il film, anche se si fa prendere la mano dalla costante nudità della protagonista che, a lungo andare, risulta gratuita. La regista, però, non fa sconti sulla durezza delle esperienze che capitano all'ingenua Laura e sulla rappresentazione dell'universo di depravazione in cui la ragazza si va a immergere per ottenere soldi facili in breve tempo.

La protagonista Déborah François assolve con disinvoltura un compito piuttosto arduo: restituire quel misto di candore e determinazione che appartengono all'impacciata Laura senza renderla invisa allo spettatore. Il personaggio, prelevato di peso dal romanzo-scandalo francese e trasposto sullo schermo, è controverso e ricco di contraddizioni e le sue motivazioni risultano a conti fatti discutibili. Se in un primo tempo Laura si affaccia al mondo della prostituzione per pagare l'affitto e le spese della casa al coinquilino, la molla principale che la spinge a degradare se stessa diventando una vera e propria squillo, più che il denaro facile in sé sembra essere la mancanza di confronto con qualcuno che le sappia indicare con certezza cosa è giusto e cosa è sbagliato. Nel mare di solitudine che la circonda, Laura decide di smettere di prostituirsi non tanto per amor proprio quanto perché all'improvviso si rende conto che qualcuno potrebbe scoprire la sua doppia vita. Climax negativo di questa ambiguità morale è la "consegna" del portatile ottenuto il giorno del suo compleanno che indica il passaggio dal bisogno al mero accumulo di beni. Altrettanto discutibile è il suo rapporto con gli uomini, quelli che frequenta al di fuori del "lavoro", in particolare con l'affascinante Benjamin (Mathieu Demy), tanto comprensivo e affettuoso nel privato quanto incapace di agire e di dare alla sua ragazza il sostegno necessario per uscire dal giro delle squillo.
A livello stilistico Student Services spiazza in più di un'occasione. In una pellicola drammatica dominata dal grigiore e dalla piattezza tipica dello stile televisivo, ma anche dei reiterarsi delle situazioni in cui Laura si va a trovare, risulta curiosa la scelta della Bercot di creare una sorta di distanziamento emotivo attraverso l'uso di effetti grafici (il costo delle prestazioni in concomitanza con le performance sessuali, le liste della spesa e delle bollette) che appaiono in sovraimpressione in vari momenti del film). Questa ambiguità di fondo tra dramma e reportage, così come i bruschi cambi di umore a cui i personaggi del film vengono sottoposti, sono probabilmente dovuti ai limiti del mezzo televisivo, ma fanno pensare anche a carenze a livello di scrittura e comunque indeboliscono l'effetto complessivo del film.

Movieplayer.it

2.0/5