Recensione I Vichinghi (2014)

Potente, cruento e veloce, I Vichinghi è un film narrativamente molto leggero, che segue i suoi personaggi in un viaggio messo in scena con grande attenzione all'impianto audio-visivo, con scelte di grande impatto che travolgono i sensi.

Abili navigatori, con le loro lunghe barche i Vichinghi hanno solcato i mari in lungo e largo, arrivando persino, si dice, a toccare per primi le coste del nord America, ben prima di Colombo. Ma hanno anche fatto razzia per qualche secolo delle coste del nord Europa, provenendo dalle loro terre d'origine in Scandinavia e Danimarca: dal 793 al 1066, l'era vichinga è stata caratterizzata, infatti, da incursioni di questa popolazione normanna sulle cose della Gran Bretagna, della Francia e di altre zone del nostro continente.

E' quindi una popolazione affascinante, così come la mitologia norrena che li accompagna, che merita una giusta evidenza cinematografia e di essere narrata in produzioni di alto spessore che ne possano sottolineare sfumature e tradizioni, la tecnologia avanzata delle navi, le armi e le abilità di guerrieri. Non lo fa I vichinghi di Claudio Fäh, coproduzione svizzera/tedesca/sudafricana che sembra concentrare tutta l'attenzione sulla loro abilità in battaglia, enfatizzando soprattutto il loro lato più propriamente guerriero.

Dalla Scandinavia con furore

Northmen: una scena del film d'avventura sui vichinghi
Northmen: una scena del film d'avventura sui vichinghi

Guidati da Asbjörn, un gruppo di guerrieri vichinghi viaggia alla volta della Gran Bretagna con lo scopo di razziare i monasteri dei tesori che nascondono, una missione necessaria per riacquistare la libertà dopo essere stati esiliati dal proprio re. Ma una tempesta li coglie nel corso del loro viaggio e naufragano sulla costa di Alba, l'attuale Scozia, trovandosi dietro le linee nemiche. La loro unica speranza è di raggiungere l'insediamento amico di Danelaw, percorrendo il territorio degli avversari. Nel corso del tragitto, si imbattono in Lady Inghean, la forte figlia del re, e pensano che possa essere l'occasione per ottenere un cospicuo riscatto, ma il sovrano mette sulle loro tracce spietati mercenari noti come l'Armata dei lupi. Per sfuggire ai lupi, comandati dai crudeli Hjorr e Bovarr, e raggiungere la loro meta in una lotta contro il tempo, i Vichinghi troveranno supporto ed aiuto da parte del misterioso monaco Conall.

Vichinghi in stile Hollywood

I vichinghi: una scena action del film
I vichinghi: una scena action del film

A dispetto di una popolazione e dell'ambientazione prettamente europea, Claudio Fäh affronta il tema con approccio che strizza l'occhio ad un certo tipo di cinema spettacolare più propriamente hollywoodiano: la messa in scena è potente e maestosa, le scelte visive e narrative sono da action fantasy, la costruzione delle sequenze, in modo particolare quelle di lotta e più rivolte all'azione pura, è alla continua ricerca della trovata che possa sorprendere e colpire lo spettatore. Se c'è, infatti, una differenza importante rispetto al classico blockbuster d'oltreoceano, è la scelta di non limitarsi mai nella rappresentazione dei momenti più cruenti, nella quantità di sangue e violenza che viene mostrata su schermo. Da questo punto di vista, I Vichinghi è del tutto riuscito, perché abbonda di momenti che travolgono i sensi, dal naufragio che apre il film alle spettacolari location (nonostante l'ambientazione nord europea, il film è girato in Sud Africa) fotografate da Lorenzo Senatore con attenzione per l'inquadratura imponente e d'effetto, fino alla cura nella costruzione sonora di grande impatto.

Un plot da action movie

I vichinghi: una scena di combattimento tratta dal film
I vichinghi: una scena di combattimento tratta dal film

Non c'è da sorprendersi se tutto questo impianto audiovisivo poggi su basi piuttosto esili, ma un po' dispiace: I Vichinghi di Fäh si sviluppa con una trama molto prevedibile, lineare e veloce, che segue il gruppo di superstiti senza cercare mai di approfondirne i caratteri o trovare gli spunti necessari a farne emergere i tratti caratteristici. Naturale che poco possano incidere le interpretazioni del cast, da Tom Hooper a Ken Duken e Charlie Murphy, fino al Ryan Kwanten di True Blood, che dà vita al monaco Conall, pedine di un gioco che ha come fine ultimo quello di intrattenere, coinvolgere e colpire lo spettatore, uno di quei film da cui farsi travolgere senza ragionare o riflettere... ma, tra una trappola dagli effetti sanguinosi, un duello cruento e robusto, ed un inseguimento vertiginoso, non ce ne sarebbe neanche il tempo.

I vichinghi: Ryan Kwanten, Darrell D'Silva, Tom Hopper, Leo Gregory e Charlie Murphy in una scena
I vichinghi: Ryan Kwanten, Darrell D'Silva, Tom Hopper, Leo Gregory e Charlie Murphy in una scena

Conclusione

Potente, cruento e veloce, I Vichinghi di Claudio Fäh è un film narrativamente molto leggero, che segue i suoi personaggi in un viaggio ricco di insidie e coinvolgente messo in scena con grande attenzione all'impianto audio-visivo, con scelte di grande impatto che colpiscono e travolgono i sensi. Un film che offre gustoso intrattenimento a base di azione e violenza a chiunque sia alla ricerca di questo tipo di produzione.

Movieplayer.it

3.0/5