Recensione I cavalieri dello zodiaco 3D (2014)

Keiichi Sato si misura per la prima volta con la CGI tridimensionale e lo sforzo produttivo si vede nella ricostruzione degli ambienti, nelle massicce architetture in stile greco e nelle armature dei cavalieri.

Tornano I cavalieri dello zodiaco. Saint Seiya, uno dei manga più amati nella sterminata produzione fumettistica giapponese, conquista per la sesta volta la ribalta cinematografica per volontà della Toei Animation, storica compagnia che ha prodotto a lungo l'anime ispirato al manga di Masami Kurumada. Sull'opportunità o meno di riproporre in veste nuova e con i dovuti accorgimenti un classico dell'animazione orientale non ci esprimiamo. Sarà il pubblico a dire la sua decretando o meno il successo dell'operazione. Nell'ottica di uno spettatore che si accosta per la prima volta alla saga privo del vasto background di un universo che si è sviluppato nell'arco di trent'anni tra fumetti, cinema, tv e videogiochi, il film compie il suo dovere.

I cavalieri dello zodiaco 3D è un'opera rivolta prevalentemente a un target giovane, un film che ambisce a fidelizzare nuove fasce di pubblico più che a compiacere lo zoccolo duro degli appassionati del franchise. Cercando di non scontentare nessuno, la pellicola animata sembra fatta per avere maggior presa su uno sguardo nuovo, incuriosito dalla tradizione che circonda l'opera, piuttosto che sui vecchi estimatori. La carenza di tematiche adulte e la netta virata del look dei cavalieri verso un'estetica androgina, accattivante soprattutto per le adolescenti, farà storcere il naso a chi cerca spessore anche nell'animazione, ma la pellicola firmata da Keiichi Sato ha un gran merito: rendere comprensibile l'origine dei cavalieri anche a chi non ne ha mai sentito parlare senza risultare ridondante.

Quattro cavalieri per una dea

I cavalieri dello zodiaco 3D: un cavaliere in primo piano
I cavalieri dello zodiaco 3D: un cavaliere in primo piano

I cavalieri dello zodiaco 3D riparte dal primo arco narrativo del manga, la 'Saga del Santuario', rifondando il mito dei cavalieri dalle origini. Di fronte a una trama piuttosto intricata, il film fa subito chiarezza propendendo per una narrazione dal ritmo concitato, ma dall'andamento lineare. Così, dopo un breve prologo in cui assistiamo alla morte di Micene, primo cavaliere a intuire l'inganno ordito dal Sacerdote del Grande Tempio, che ha posto una finta dea Atena a guardia del tempo per beffare tutti e accrescere il proprio potere, facciamo un balzo in avanti per approdare nel presente. La vera Atena, salvata dall'uomo che ha soccorso Micene, è cresciuta ignara della propria origine divina sotto le mentite spoglie di Lady Isabel. Nel giorno del suo sedicesimo compleanno apprende la sua vera identità. Subito dopo è vittima di un misterioso attacco, ma all'improvviso quattro Cavalieri di Bronzo, addestrati fin dall'infanzia per proteggerla, si materializzano in suo soccorso. Insieme il team si imbarcherà in una pericolosa avventura, attraversando le Dodici case dello Zodiaco per raggiungere il cuore del Grande Tempio e smascherare la falsa Atena. Nel corso del tragitto Isabel comprenderà la vera natura del suo cosmo, l'immenso potere che possiede, una forza soprannaturale che proviene dalla sua interiorità e che la guiderà attraverso pericoli mortali.

Il battesimo della CGI

I cavalieri dello zodiaco 3D: una foto promozionale del film
I cavalieri dello zodiaco 3D: una foto promozionale del film

Focus dell'azione è ancora una volta Pegasus (nella versione originale Seiya), primo e più solerte tra i Cavalieri di Bronzo a tener fede alla missione affidatagli. Il suo legame con Atena è più stretto rispetto a quello dei colleghi e a tratti si profila la possibilità di un flirt tra i due, altra spia di un occhio di riguardo della produzione verso un target adolescenziale che non disprezza un pizzico di romanticismo anche in un prodotto action. Le stesse le pettinature cool, il look modaiolo dei cavalieri in borghese e il restyling delle incredibili armature sono indici di un tentativo di rendere più accattivante il prodotto per i giovani, ma al di là di queste scelte dettate dal marketing il lavoro sull'animazione è imponente. Keiichi Sato si misura per la prima volta con la CGI tridimensionale e lo sforzo produttivo si vede nella ricostruzione degli ambienti, nelle massicce architetture in stile greco e nelle armature dei cavalieri. Massima cura nei dettagli visivi delle sequenze più concitate e delle spettacolari scene di combattimento, vero banco di prova. L'elemento action è valorizzato al massimo dalla messa in scena e dalla scelta del punto di vista. E' qui che il regista sfodera la sua inventiva prediligendo angolazioni atipiche e inusuali per mostrare i suoi eroi in azione.

Una svolta femminista

Lady Isabel circondata dai Cavalieri di Bronzo
Lady Isabel circondata dai Cavalieri di Bronzo

A un'estetica sfolgorante non corrisponde altrettanta cura nell'approfondimento psicologico dei personaggi. La storia piuttosto complessa, condensata per necessità in 90 minuti, ospita numerosi personaggi. E' ovvio perciò che, a esclusione del protagonista Seiya/Pegasus, a cui viene concesso maggior spazio soprattutto in virtù delle scene che condivide con Atena, la personalità degli altri cavalieri rimanga in fase embrionale. A risentirne è soprattutto Phoenix, figura chiave del manga che qui appare sotto una veste ambigua. come una sorta di quinto cavaliere defilato dal gruppo per scelta. La decisione di Keiichi Sato di sacrificare l'approfondimento dei cavalieri giova alle figure femminili. Rispetto alla passività dell'anime, la nuova Atena è una giovane coraggiosa, attenta a ciò che le accade intorno, pronta a esplorare i propri limiti e a sacrificare se stessa per il bene delle persone che le stanno intorno. Anche tra le file dei Cavalieri d'Oro troviamo a sorpresa una donna. Il regista trasforma, infatti, Scorpio in figura femminile, il tutto senza far perdere al personaggio grinta e mordente; scelta che conferma la netta volontà del team creativo di aprire alla contemporaneità accantonando il tradizionale maschilismo. Lo stesso tono del film si distingue dagli anime tradizionali. Il mood dominante in tutta la pellicola è il dramma, ma il regista spezza la monotonia con inserti comici incentrati per lo più su Seiya e sulle sue boutade. Nelle scene dell'attraversamento delle case del Cavalieri d'Oro troviamo , inoltre, un momento di grande eccentricità con l'arrivo di un villain canterino che interrompe l'andamento precedente del film animando una scena che sembra presa in prestito da un musical. Scelta decisamente straniante che conferma la volontà degli autori de I cavalieri dello zodiaco 3D di andare in cerca di una nuova via.

Conclusioni

La rilettura del classico manga di Masami Kurumada presenta delle sorprese e si rivela un'opera che sfrutta il mito del cavalieri per rileggerlo con una sensibilità moderna. Narrazione lineare dal ritmo veloce per un racconto action che risulterà accattivante soprattutto per un pubblico giovane.

Movieplayer.it

3.0/5