Recensione Goodnight Mommy

Prodotto da Ulrich Seidl e co-diretto dalla moglie Veronika Franz con Severin Fiala, Goodnight Mommy è un film da brividi, un horror sensoriale presentato nella sezione Orizzonti della 71ª Mostra di Venezia, incentrato sul rapporto conflittuale che si instaura tra due gemellini e la loro madre, tornata a casa dopo un intervento di chirurgia plastica che non l'ha cambiata solo fisicamente ma anche emotivamente, tanto da renderla irriconoscibile.

Elias e Lukas hanno dieci anni e vivono con la loro mamma in una splendida villa in campagna. Le loro giornate estive le passano giocando al lago, rincorrendosi nel campo di mais e esplorando i dintorni in cerca di sorprese. La vera sorpresa, quella che non avrebbero mai voluto ricevere, arriva loro dalla mamma, una conduttrice della TV austriaca fissata con la chirurgia plastica che un giorno torna a casa con il volto tumefatto interamente coperto di bende dopo un invasivo intervento.

Sotto shock e impauriti da quella donna così diversa, i due bimbi cominciano a pensare che quella non sia la loro mamma. La relazione familiare tra madre e figli inizia a scricchiolare tanto che tra le due parti scoppia una vera e propria guerra tra le mura di casa, una violenta battaglia psicologica e fisica in nome della verità e della fiducia reciproca.

Cinema e fisicità

Goodnight Mommy: Susanne Wuest allo specchio in una scena del film
Goodnight Mommy: Susanne Wuest allo specchio in una scena del film

Goodnight Mommy è uno di quei film che lo spettatore non può limitarsi a guardare. Certi film vanno respirati, assorbiti, sofferti, vissuti fisicamente oltre che emotivamente. Non si tratta solo di esprimere un concetto o di raccontare una storia, ma di farlo coinvolgendo chi guarda in un'esperienza che allo stesso tempo si aggrappa alla fantasia come alle sensazioni più profonde dell'animo umano ma anche molto ancorata alla realtà, ad un quotidiano che è di tutti. Funzionano benissimo a tal proposito il volto completamente fasciato della mamma e quello coperto da maschere dei bambini, la lente d'ingrandimento che si fissa su un occhio o su un insetto, un'ombra che appare all'improvviso dietro a una tapparella, uno schiaffo liberatorio o una porta chiusa a chiave.

Bellezza inquietante

Goodnight Mommy: Susanne Wuest in una scena del film
Goodnight Mommy: Susanne Wuest in una scena del film

I quadri sfocati sulle pareti della casa, le bende, i volti, l'acqua, il fuoco. Maschere che coprono bellezze inquietanti, a partire dal volto della protagonista Susanne Wuest, una bellezza nordica dal volto di porcellana segnato dalle sofferenze e dalla chirurgia che quasi non esprime più emozioni, che si nasconde come una vampira di giorno per poi liberare le sue angosce di notte, quando il sole non mette più a repentaglio la sua bellezza. Ma è quando le garze spariscono definitivamente che ci si rende conto della triste realtà: il suo volto perfetto nasconde un abisso interiore che nessuna chirurgia può cancellare. Straordinaria la prova attoriale dei due gemelli di undici anni, Lukas ed Elias Schwarz, scelti tra 240 coppie per il loro aspetto in primis per il loro aspetto, capace di incarnare insieme innocenza, fragilità e un lato oscuro inimmaginabile.

Copione a sorpresa

Goodnight Mommy: i gemelli Elias Schwarz e Lukas Schwarz in una scena del film
Goodnight Mommy: i gemelli Elias Schwarz e Lukas Schwarz in una scena del film

Cresciuti in campagna, i due ragazzini non si sono di certo fatti spaventare dal lavoro che li aspettava e non hanno mai lavorato con un copione per scelta dei due registi, che hanno cercato di mantenere viva la sorpresa quotidiana e di alleggerire la lavorazione del film facendolo sembrare un gioco. Solo una settimana prima delle riprese tutta la troupe si è trasferita in blocco nella casa in cui è ambientato il film in modo da inserire pian piano i due giovani protagonisti nella location e per fare in modo che i ragazzi non la percepissero come un set cinematografico. Un aspetto che anche lo spettatore percepisce in maniera molto netta, dal modo in cui i due si muovono nella casa, da come sul loro volto si disegnino sempre espressioni nuove e talvolta inquietanti.

Il potere dell'amore

Goodnight Mommy: Susanne Wuest in una scena dell'horror
Goodnight Mommy: Susanne Wuest in una scena dell'horror

Goodnight Mommy è un piacere per gli occhi e una sofferenza per l'anima, è un film viscerale e agghiacciante per la sua potenza visiva ed, un horror contemporaneo che toglie il fiato, che riflette sulla famiglia e sul potere dei legami affettivi, su come questi possano mutare in circostanze particolarmente dolorose e in ambienti isolati dal mondo esterno. Inutile nascondersi, quello che siamo prima o poi arriva in superficie.

Massima libertà a livello produttivo e interamente girato su pellicola 35 mm, Goodnight Mommy è un film oscuro e cupo, un'opera che innesca la sua arma vincente grazie ad un meccanismo psicologico ad orologeria che molto punta sulla paura, sulla vitalità delle immagini e sulla location. Giocano un ruolo fondamentale gli effetti sonori e la straordinaria fotografia di Martin Gschlacht, che immerge lo spettatore in un'atmosfera surreale, in un labirinto di ossessioni e insicurezze. Peccato per il finale, uno di quelli che non avremmo voluto vedere, nient'altro che una maldestra citazione di un intoccabile cult.

Conclusione

Un film imperdibile per i fan del thriller psicologico e dell'horror, girato egregiamente e interpretato in maniera impeccabile dai tre protagonisti, Goodnight Mommy è un film destinato a far parlare di sé, duro e disturbante come nella migliore tradizione di casa Seidl.

Movieplayer.it

3.5/5