Recensione Gerontophilia (2013)

A dispetto del suo tema, Gerontophilia è un film leggero, brillante nella sua seconda metà da road movie, che vuole essere più di ogni cosa una storia d'amore che tratteggia un rapporto non intrappolato nella gabbia delle convenzioni sociali.

La forma dell'amore

Lake è giovane, buono, disponibile. Forse fin troppo, tanto che la sua ragazza Desiree, attivista ribelle col mito delle rivoluzionarie, lo schernisce definendolo un "santo".
Quando la madre trova al ragazzo un impiego estivo nel centro per anziani in cui lavora, Lake si rende conto di due cose: la prima riguarda il trattamento riservato ai pazienti, sedati per renderli più gestibili, la seconda è la sua attrazione per gli uomini anziani.
Sommate le due cose e viene naturale intuire il passo successivo: proprio con l'aiuto di Desiree, il ragazzo organizza la fuga di uno dei pazienti con cui ha instaurato una tenera relazione di natura sentimentale ed intraprende con lui un viaggio in auto che fortifica il loro rapporto.

Da Bruce La Bruce, personaggio rilevante nella comunità LGBT, ci si aspetta sempre la provocazione, la sequenza forte ed esplicita, insomma il film che possa far discutere in una manifestazione internazionale come la Mostra del cinema di Venezia. E a modo suo, Gerontophilia lo fa, mettendo in scena una storia d'amore che rompe le convenzioni dell'uomo comune da più punti di vista, perché l'attrazione di Lake per l'ottantaduenne Mr. Peabody è sia per un qualcuno molto più anziano, che di natura omosessuale.
Quello che però colpisce e sorprende è il modo in cui il regista canadese descrive il loro rapporto, con una delicatezza e semplicità che addirittura eccede in senso opposto, rischiando più volte di sfociare nel melenso.
Gerontophilia, infatti, a dispetto del suo tema, è un film leggero, brillante nella sua seconda metà da road movie, che vuole essere più di ogni cosa una storia d'amore che tratteggia un rapporto non intrappolato nella gabbia delle convenzioni sociali. La Bruce, come sua abitudine, gioca con i generi ed in questo caso ammicca con ironia ai toni e le situazioni da commedia romantica, evitando qualsiasi sequenza esplicita dal punto di vista sessuale.
Lo fa dirigendo due protagonisti, Pier-Gabriel Lajoie e Walter Borden, affiancati dalla giovane Katie Boland che incarna la "rivoluzionaria" Desiree, che fanno il loro dovere senza particolari slanci, ma riescono a rendere credibile la sua nuova provocazione.
D'altra parte chi può definire quale debba essere la forma dell'amore, anche in una commedia romantica?

Movieplayer.it

3.0/5