Recensione Uibù - Fantasmino fifone (2006)

Non è un capolavoro, non spaventa e non stupisce, ma gli elementi della storia sono tenuti insieme con compattezza grazie al leitmotiv dell'autoironia dei vari personaggi.

Quel grosso grasso fantasmino fifone

Scalzando per qualche giorno il Natale ma anticipando di un soffio la Befana, arriva a divertire i più piccoli un nuovo film fantasy per le feste: Uibù - Fantasmino Fifone.
Il film è tedesco dalla testa ai piedi ma quanto ad effetti visivi non ha nulla da invidiare alle pellicole animate d'oltreoceano che sbancano i botteghini. La storia intrisa di magia e sempre al confine del paranormale narra le buffe vicende un fantasma che non riesce a spaventare nessuno. Uibù è un furfante rimasto sospeso tra la vita e la morte a causa delle sue cialtronerie, la sua esistenza trascorre da trecento anni nel Castello di Burgeck nella più monotona routine. La sola persona che vi abita è un vecchio castellano ormai abituato ai deludenti tentativi di impaurire del povero Uibù, tanto fifone quanto ghiotto ed ingordo.
Tutto cambia quando un bel giorno l'unico erede del nobile padrone di casa, Re Julius 111° (Christoph Maria Herbst), arriva a riscattare la proprietà. Il suo inaspettato e improvviso ritorno è causato dall'imminente arrivo della contessa Leonora che l'impacciato regnante ha urgenza di corteggiare e chiedere in sposa.
Uibù ce la metterà tutta per rovinare i piani dei Re che, per nulla impaurito dallo spettro grassoccio, mette in dubbio la sua professione di spaventatore bruciando la sua patente da fantasma. Questa volta Uibù è in guai seri, rischia di perdere la sua licenza e di finire nella melma delle anime, luogo per gli spettri falliti. Sarà proprio Julius ad aiutarlo, fingendosi egli stesso un fantasma, insieme al piccolo Tommy, figlioletto della bella cameriera della contessa, la bruna cenerentola Kostanza (Ellenie Salvo Gonzaléz). Gli occhi dolci della giovane mamma distrarranno Julius dalla misteriosa Leonora che nasconde al suo promesso sposo sordidi legami con l'aldilà.
Il destino del Re e quello del fantasmino si intrecciano con doppio nodo e la sopravvivenza dell'uno dipenderà imprescindibilmente dall'agire dell'altro.

Uibù - Fantasmino Fifone è la trasformazione cinematografica di un best seller di grandissimo successo in Germania (Hui Buh - Das Schlossgespenst), la storia di un simpatico personaggio che vanta tra il pubblico tedesco numerosissimi fan da oltre un trentennio.
Gli effetti speciali del film sono sorprendenti, ma le sparizioni nelle pareti, i travestimenti e i fantasmi volanti non bastano a rendere originale una storia un po' scontata condita da un romanticismo al quanto banale, forse inevitabile visto il classicismo generale.
L'attore protagonista, riprodotto in cartoon, è uno dei più famosi uomini di spettacolo in Germania, Michael Bully Herbig. Il suo personaggio è davvero divertente ma ricorda fin troppo la fisionomia e la burlesca goffaggine del più celebre Shrek.
L'interprete nella parte del bizzarro Re Julius, Christoph Maria Herbst, ha una mimica facciale eccezionale che riuscirebbe a far ridere anche da sola, ma che insieme ai continui sketch di Uibù crea una coppia buffissima.

Non è un capolavoro, non spaventa e non stupisce - come la croce dello stesso fantasmino - ma gli elementi della storia sono tenuti insieme con compattezza grazie al leitmotiv dell'autoironia dei vari personaggi.
Un film forse più adatto all'homevideo che alla visione nelle sale, per il quale probabilmente vale la pena aspettare il noleggio più che uscire di casa con il freddo invernale.