Recensione The Darwin Awards (2006)

Il romanticismo un po' scontato è ampiamente compensato dall'originale assurdità dei vari episodi, piccole storie d'ordinaria follia, umani tentativi di uscire dal triste anonimato con prove che sfidano ogni limite di salute mentale.

Postumi momenti di gloria

Ognuno merita il suo momento di gloria a questo mondo, è il sogno di tutti compiere una grande indimenticabile impresa, allora perché non ambire ai "Darwin Awards"?
Per partecipare basta essere particolarmente deficienti e per vincere occorre "estinguersi dal proprio pool genetico", vale a dire, rendersi sterili o definitivamente togliersi la vita, a patto, però, che sia fatto in modo sorprendentemente stupido.
Una nuova frontiera dell'eroismo, i "Darwin Awards" premiano suicidi accidentali commessi in maniera del tutto idiota. Materiale ideale per una commedia dark di estrema ironia e vivace divertimento.

The Darwin Awards, scritto e diretto da Finn Taylor, sarà probabilmente uno dei film più esilaranti dell'anno. Ha come protagonista uno strano poliziotto, Michael Burrows (Joseph Fiennes), bravissimo nell'analizzare comportamenti umani, ma terrorizzato dal sangue, sospeso dal servizio per essersi fatto sfuggire un pericoloso serial killer. Maniaco del calcolo delle probabilità, ossessionato dal valutare rischi e conseguenze di ogni azione, pensa di sfruttare le sue capacità investigative per indagare sul suo hobby preferito, i "Darwin Awards". Propone ad una compagnia assicurativa un lavoro di ricerca per decifrare un profilo psicologico del potenziale concorrente, riuscendo così a prevenire costosi risarcimenti e, magari, impedire nuove morti accidentalmente stupide.
Mai uscito da San Francisco, pauroso e metodico all'ennesima potenza, Burrows viene spedito in giro per l'America in cerca di casi, affiancato da un'agente assicurativa sfacciata, cinica e impulsiva, nonché una bellissima donna, Siri Taylor (Winona Ryder).
Lo scontro tra i loro opposti stili di vita creerà aspri litigi e buffissime situazioni, accentuate dal punto di vista di una telecamera a spalla e dei commenti di un giovane aspirante regista che ha scelto di seguire Burrows per la sua tesi di laurea.
Nel rapporto in apparenza inconciliabile tra i colleghi s'insinua, come da manuale, un'inaspettata attrazione.

Il romanticismo un po' scontato è ampiamente compensato dall'originale assurdità dei vari episodi, piccole storie d'ordinaria follia, umani tentativi di uscire dal triste anonimato con prove che sfidano ogni limite di salute mentale. David Arquette (La Zona Grigia) attacca un razzo militare sul bagagliaio della propria macchina per raggiungere i 600 chilometri orari; Chris Penn (attore prematuramente scomparso nel gennaio 2006) usa la dinamite per pescare nel ghiaccio; Julianna Margulies (famosa infermiera E.R.) investe uno studio dentistico fidandosi del pilota automatico di una roulotte. Questi solo alcuni dei racconti tra i quali appaiono anche: Max Perlich (Drugstore Cowboy di Gus Van Sant), Tom Hollander (The Libertine e l'ultimo Orgoglio e Pregiudizio), Juliette Lewis (Cape Fear - Il promontorio della paura e Assassini Nati) e, straordinariamente nella parte di se stessi, il poeta beat Lawrence Ferlinghetti e i Metallica.