Possessor, la recensione: il corpo del reato

La recensione di Possessor, opera seconda del cineasta canadese Brandon Cronenberg, disponibile su Prime Video.

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Possessor: una scena dell'horror

Con la recensione di Possessor, ora disponibile su Prime Video in Italia dopo quasi due anni di circolazione internazionale, parliamo di una delle prime vittime cinematografiche della pandemia: l'opera seconda di Brandon Cronenberg, infatti, aveva fatto molto parlare di sé durante il Sundance Film Festival a gennaio 2020, per poi diventare uno dei tanti titoli che faticavano a trovare il loro pubblico, anche solo tramite eventi specifici, in seguito a lockdown e restrizioni di vario genere. Certo, difficilmente avrebbe raggiunto un pubblico particolarmente vasto, e per questo non sorprende che dalle nostre parti sia l'ennesimo lungometraggio d'autore a finire direttamente su una piattaforma, vittima di un'altra malattia che è la crisi del mercato cinematografico sul territorio italiano.

Omicidio psichico

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Possessor: Andrea Riseborough durante una scena

Possessor è ambientato in un "passato" alternativo (siamo nel 2008) dove gli omicidi a pagamento sono commessi facendo controllare il corpo di un'altra persona dall'assassino tramite innesto mentale, con l'inconsapevole capro espiatorio che viene poi costretto a suicidarsi al fine di eliminare tutte le prove e consentire ai killer di tornare nei loro corpi originali. Tasya Vos (Andrea Riseborough) è una di queste persone che commettono delitti a distanza, e l'impatto psicologico si sta facendo sentire: a forza di imitare chi sta controllando e uccidere nei modi più efferati, fa fatica a essere "normale" nelle interazioni con il marito e il figlio. D'altro canto, la sua datrice di lavoro, Girder (Jennifer Jason Leigh), è convinta che Vos sarebbe più efficace senza legami affettivi, e tra una discussione e l'altra la donna accetta un nuovo incarico, un duplice omicidio. Ma qualcosa va storto con l'innesto perché il capro espiatorio di turno non muore e comincia a lottare contro la personalità di Vos, trasformando quella che doveva essere una missione di routine in una corsa contro il tempo per rimettere il tutto a posto.

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Possessor: una scena dell'horror

Brandon Cronenberg, figlio d'arte, si era precedentemente fatto notare a Cannes, nel 2012, con l'esordio Antiviral, un horror che anche i critici più entusiasti avevano descritto come fortemente debitore delle opere del padre David Cronenberg, interessato ai corpi e alle malattie (d'altronde aveva pensato di fare lo scienziato prima di darsi al cinema). Anche qui c'è una certa influenza del genitore, per lo meno a livello tematico, ma l'approccio del figlio è molto più sporco, più crudele, quasi più nichilista (laddove David, nel recente Crimes of the Future, sottolinea addirittura con maggiore forza il suo lato romantico). Ironia della sorte, Prime Video propone solo la versione cinematografica, eliminando quindi il più clamoroso momento di body horror che è invece uno dei punti più alti della copia unrated, disponibile in home video in altri paesi.

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Possessor: Christopher Abbott in una scena del film

È un film che si interroga sull'identità e rilegge la possessione in chiave tecnologica, ancorando l'orrore in una sterilità scientifica che sottolinea la volontà di eliminare del tutto il fattore umano. Con il paradosso che la pellicola si fa più emotivamente potente proprio quando insegue la freddezza e la disumanità, avvalendosi al meglio di un'interprete come Riseborough che rimane magnetica anche quando deve muoversi all'insegna dell'impassibilità più totale. Cronenberg procede senza pietà, in nome di una poetica personale che non fa sconti a nessuno, sporcando un panorama horror che in lingua inglese ultimamente si è fatto troppo pulito e convenzionale. E anche con le dimensioni ridotte dello schermo a seconda di come si visiona il film sulla piattaforma di Amazon, l'impatto viscerale non è indifferente.

Conclusioni

Chiudendo la recensione di Possessor, notiamo come Brandon Cronenberg, pur seguendo in parte le orme del più celebre padre David, si stia costruendo un proprio percorso horror intrigante e inquietante.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
3.3/5

Perché ci piace

  • Andrea Riseborough è fenomenale.
  • La premessa è ricca di spunti ben approfonditi.
  • I momenti forti richiamano il cinema di David Cronenberg, ma con una carica grottesca in più.

Cosa non va

  • Peccato che Prime Video proponga solo la versione censurata.