Maternal, Maura Delpero: "La maternità è un fatto collettivo, finché non lo capiremo sarà fonte di sofferenza"

In occasione dell'uscita di Maternal nei cinema italiani, abbiamo parlato con la regista Maura Delpero di maternità, femminilità, rigore stilistico e di progetti futuri.

Maternal 2
Maternal: un momento del film

Avevamo lasciato Maura Delpero a Locarno nell'estate 2019 dopo l'anteprima mondiale del suo Maternal, unico film italiano - anche se è ambientato in Argentina - in concorso. La ritroviamo quasi due anni dopo in un mondo stravolto in occasione dell'uscita del film nei cinema italiani con Lucky Red. Come ha vissuto il lungo stop la regista che vive sospesa tra l'Italia e l'Argentina? "Dopo Locarno, Maternal ha vissuto sei mesi di vita normale, con me che cambiavo continente ogni tre giorni" ci racconta lei. "Il film ha partecipato a 80 festival, sono andata ovunque. In Argentina è uscito in sala ed è andato molto bene, in Francia era il film più votato della settimana e lo avevano confermato in 90 sale quando è esplosa la pandemia. Ero atterrata a Parigi per presentarlo, ma appena arrivata mi hanno rimessa su un aereo e mi hanno rimandata indietro perché l'Argentina stava chiudendo".

Maternal
Maternal: Lidiya Liberman in una scena del film

Maura Delpero ha vissuto il lunghissimo lockdown argentino facendo promozione digitale a distanza. Ora che la situazione sta lentamente migliorando, guarda con ottimismo alla terza ripartenza di Maternal nella speranza che anche il pubblico italiano reagisca positivamente. A differenza di tanti altri prodotti che hanno preso la via dello streaming, per Maura Delpero l'esperienza della sala è essenziale: "Avrei atteso anche un altro anno. Mi auguro che la sala continui a esistere in parallelo allo streaming perché la trovo un'esperienza più rispettosa del film, che ti permette di cogliere ogni dettaglio. Vivrei la morte della sala come una vera morte. Per fortuna, in questa prima fase di riapertura c'è voglia di cinema. Il pubblico sta rispondendo bene".

Modelli diversi di femminilità

Maternal  Maura Delpero Locarno 2019
Maternal: la regista Maura Delpero a Locarno 2019

Maternal introduce il pubblico alla realtà degli hogar argentini, sorta di case-famiglia gestite dalle suore in cui si rifugiano ragazze madri vittima di violenza o prive di sostentamento economico. L'uscita del film cade in un momento in cui la lotta per la parità sembra aver subito una battuta d'arresto di fronte al ritorno prepotente di idee conservatrici e arretrate. "Mi chiedo come abbiamo fatto le nostre madri di fronte al pensiero patriarcale" confessa Maura Delpero per poi specificare che "in Argentina la situazione è opposta. Quando ho girato Maternal l'aborto era ancora proibito, ma è stato legalizzato con una svolta storica a fine 2020. Dal 2015, le donne hanno preso coscienza e hanno dato vita a un movimento per cambiare la situazione". Ma gli hogar non spariranno, "perché sono una realtà radicata in quartieri in sé vulnerabili, occupati da minoranze. Sono comunque un sostegno".

Maternal 4
Maternal: un'immagine

Grazie alla sensibilità di Maura Delpero, in Maternal il pubblico è in grado di relazionarsi con modelli opposti di femminilità: quella austera delle suore contrapposta alla vitalità delle neomamme adolescenti, ma anche quella di una madre premurosa contrapposta a una spregiudicata, più interessate a vivere la propria vita che a crescere i figli. "Qualcuno ha scritto 'Finalmente vediamo delle madri cattive'" spiega ridendo la regista. "In realtà non credo che siano cattive madri, sono madri imperfette come lo siamo tutte. Gli opposti sono un classico dell'adolescenza. Anche io avevo una migliore amica che era il mio opposto. Nelle società latine il modello di famiglia tradizionale condiziona le donne al punto da far vivere loro la maternità nel silenzio e nella solitudine per timore del giudizio. Prima di fare il film ho realizzato molte interviste, per sfatare l'immagine idilliaca veicolata dalla pubblicità. Finché non affronteremo la questione e non capiremo che la maternità è un fatto collettivo sarà sempre fonte di sofferenza gratuita".

I 25 migliori film sulla violenza sulle donne

Un film che esplora il qui e l'ora

Maternal 7
Maternal: una scena del film

Maternal non si distingue solo per l'umanità nella rappresentazione dei personaggi, ma anche per il rigore formale che rappresenta un valore aggiunto nel film. "Non ho mai amato il cinema ridondante, per me è l'immagine che comanda" spiega Maura Delpero. "Per questo film ho portato il processo all'estremo per una forma di pudore. Volevo un film geometrico, statico e infatti non c'è neppure un movimento di macchina. Nella mia idea, lo stile riflette il rigore dell'hogar, intrappolando lo spettatore all'interno della struttura. In questo caso l'estetica è l'etica". Grazie alle rigorose scelte stilistiche, la regista è riuscita a realizzare un'opera che procede per accumulo di dettagli, "come una palla di neve, conservando la complessità necessaria a trattare una storia come questa".

Maternal 1
Maternal: una foto del film

Come sottolinea la recensione di Maternal, lo spettatore viene invitato all'interno della storia ed è chiamato a colmare i vuoti che riguardano il background delle protagoniste, visto che Maura Delpero applica nel contenuto lo stesso rigore della forma. "Uno spettatore non attivo uscirà frustrato dal mio film" ammette divertita la regista. "Ma gli ingredienti ci sono già tutti. Non credo che sia necessario conoscere i dettagli della violenza subita da Fatima, lo capiamo dal non detto, ma sapere altro alimenterebbe solo la morbosità. Volevo fare un film che si svolgesse qui e ora, tutto all'interno dell'hogar. C'era una parte della storia che seguiva Lu nella sua uscita, avevo anche girato alcune scene, ma le ho eliminate perché sentivo che avrei tradito il mio proposito calvinista di realizzare un film nel presente in cui passato e futuro sono presenti e assenti al tempo stesso". A giudicare dal buon riscontro di pubblico e critica, l'operazione è riuscita. Cosa riserva il futuro lavorativo per Maura Delpero? "Lo stop improvviso mi ha permesso di raccogliere le idee e iniziare a scrivere il mio prossimo film" ammette lei. "Sarà un'opera di finzione, stavolta girerò in Italia. Sarà ambientato nel passato, durante la guerra, ma in realtà sarà un film domestico, ispirato alla storia della mia famiglia. Sarà un film di montagna".