Recensione MirrorMask (2005)

Mirrormask è un film che promette moltissimo, fin dal primo istante. Certo questa magnifica e abbagliante forma fa nascere qualche dubbio sulla tenuta della sostanza.

Maschere e Bianconigli

Helena è la figlia della direttrice di un circo, e si divide tra la sua passione per il disegno e il suo lavoretto come giocoliere. Il giorno in cui la madre si ammala Helena si trova a dover fare i conti con la realtà. Ma quale è la "realtà"? C'è forse un talismano che potrà svelarlo e ristabilire l'equilibrio perduto: la leggendaria Mirrormask.

Le prime cose che colpiscono in questo film sono i disegni, bellissimi, le animazioni, le scenografie (probabilmente tutte costruite in digitale), i colori, la luce, la fotografia. Tutto straordinario, senza dubbio, da rimanere senza fiato. Perfino i titoli di testa e di coda vengono resi pertinenti (cosa che pochi registi sanno fare), perfettamente in linea con il senso del film. Molto belle anche le scene che ritraggono il circo, che in alcuni momenti potrebbero addirittura ricordare visivamente (ma non concettualmente) l'immaginario mondo di Fellini. Mirrormask è un film che promette moltissimo, fin dal primo istante. Certo questa magnifica e abbagliante forma fa nascere qualche dubbio sulla tenuta della sostanza. E infatti, dopo solo un quarto d'ora, la sostanza finisce già per soccombere. Quella che all'inizio poteva sembrare una nuova Alice nel Paese delle meraviglie (e le premesse c'erano, compresa buona parte della sua complessità) finisce - anche a causa delle citazioni che si fanno troppo esplicite - per diventare una modesta lotta tra il bene e il male che ritrovano poi il loro equilibrio, un po' alla Guerre stellari. E quello che poteva configurarsi come un onirico percorso di iniziazione diventa in fondo e un po' banalmente il racconto dei conflitti adolescenziali che si risolvono con un tipico "la risposta è dentro di te", che ricorda in modo spiacevole Il gabbiano Jonathan Livingstone.

È con grande rammarico che va detto tutto questo, perché il talento nel regista non manca, ma si perdono per strada le idee e il film crolla a nemmeno metà. Va aggiunto per correttezza che Mirrormask è il primo lungometraggio di Dave McKean, il che è sorprendente, e rimane comunque uno dei migliori film in concorso a Locarno.