Lasciali parlare, la recensione: l'amicizia, per Meryl Streep e Steven Soderbergh, naviga in cattive acque

La recensione di Lasciali parlare, nuovo film di Steven Soderbergh con Meryl Streep, Dianne Wiest e Candice Bergen, disponibile da oggi in esclusiva digitale.

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Lasciali parlare: Meryil Streep con Lucas Hedges in una scena del film

Dopo il kammerspielfilm, il "cinema da camera", Steven Soderbergh si cimenta con il cinema da nave. Come evidenzia la nostra recensione di Lasciali parlare, il nuovo film dell'eclettico regista strizza l'occhio a Woody Allen plasmando un alter ego femminile, una Meryl Streep pensosa e distante che, per tutto il film, indossa i suoi stessi occhiali (o, a scelta, quelli di Woody Allen). Lasciami parlare è un film di rimpianti, di occasioni mancate e di rancori mai sopiti, ma è soprattutto un film sul non detto. Ogni personaggio, a suo modo, si è chiuso in un mondo interiore da cui difficilmente riesce a emergere per mostrare agli altri il suo vero io. Teatro per una riunione/chiarimento sarà la Queen Mary 2, lussuoso transatlantico britannico che fa spola tra New York e Southampton.

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Lasciali parlare: Dianne Wiest e Candice Bergen in una scena del film

Meryl Streep è Alice Hughes, scrittrice di successo che, non potendo volare, decide di compiere la traversata sulla Queen Mary 2 per recarsi in Inghilterra a ritirare un prestigioso premio letterario. Ad accompagnarla l'amato nipote Tyler (Lucas Hedges) e le amiche del college Roberta (Candice Bergen) e Susan (Dianne Wiest), che Alice non vede da trent'anni. I motivi del riavvicinamento non sono chiari, ma potrebbero avere a che vedere col fatto che Rowena, il personaggio più popolare creato da Alice, sarebbe in realtà ispirato a Roberta. Peccato che dopo l'uscita del romanzo il matrimonio di Roberta sia andato a rotoli proprio a causa di quanto narrato nel libro, e lei sia costretta a lavorare in un negozio di biancheria femminile in Texas per sbarcare il lunario. Quanto a Susan, neppure il suo lavoro di consigliera per detenute che cercano di ottenere la libertà condizionata sembra così appagante, ma l'indole mite della donna sembra più orientata al perdono e alla riconciliazione rispetto alla bellicosa Roberta.

Un film intimo, un'indagine sulla natura umana e sull'arte

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Lasciali parlare: Candice Bergen in una scena del film

Camaleonte dei generi, Steven Soderbergh passa con nonchalance dal dramma intimo al disaster movie pandemico, dal buddy heist alla commedia criminale. Eppure a ogni film il regista riesce a stupirci. Qualche sorpresa la riserva anche Lasciali Parlare, film intimista che riflette su temi come il successo, l'ispirazione artistica e l'onesta intellettuale. Una pellicola dal retrogusto amaro che è anche un confronto generazionale tra tre donne che hanno ormai vissuto gran parte della loro vita e un giovane, poco più che adolescente, che nella vita adulta sta muovendo i primi passi. Nella categoria dei giovani possiamo annoverare anche la Karen di Gemma Chan, elegante e sofisticata agente letteraria che segue da vicino la carriera di Alice e di cui Tyler si invaghirà.

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Lasciali parlare: Dianne Wiest in un'immagine

Lasciali parlare è un film di scrittura (la sceneggiatura è firmata da Deborah Eisenberg) in cui non accade poi molto. La stragrande maggioranza della pellicola è occupata dal viaggio in nave di Alice, Susan e Roberta, dagli incontri fatti nel corso della traversata e dalle loro (non così frequenti) confidenze che la situazione dovrebbe agevolare, anche se le cose non vanno proprio così. Il titolo stesso suggerisce il dualismo che caratterizza il film, l'esteriorità di incontri e chiacchiere per lo più vane, visto che le opinioni che gli altri hanno su di noi potrebbero come non potrebbero corrispondere a verità, e la dimensione interiore di un personaggio criptico come Alice, che difficilmente svela ciò che pensa realmente nascondendosi dietro il paravento della finzione letteraria.

Lasciamo parlare il cast (di mostri sacri)

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Lasciali parlare: Lucas Hedges in una scena del film

Lo scorrere del tempo, in Lasciali parlare, è scandito dalle attività delle tre amiche sulla nave durante la traversata. Steven Soderbergh e il cast hanno girato il film in tempo reale durante i sette giorni di viaggio in mare e il montaggio restituisce questo senso di lentezza e ripetitività. Dalla clausura autoimposta di Alice, che passa quasi tutto il tempo chiusa in cabina a scrivere la bozza del nuovo romanzo, con una breve pausa per dedicarsi al nuoto, ai tentativi di socializzazione di Susan e Roberta o ai loro passatempi ludici. La telecamera di Steven Soderbergh segue i personaggi nelle loro peregrinazioni diurne e notturne soffermandosi sui dettagli. Il regista si diverte, inoltre, a disseminare la pellicola di piccoli enigmi volti a intrigare lo spettatore che troveranno una spiegazione nel finale, o magari non la troveranno affatto. La regia geometrica, pulita, confidenziale, aderisce ai personaggi andando di pari passo con uno script che mette in luce i loro modi borghesi, i toni sempre incredibilmente moderati anche nei momenti in cui il confronto sembra sul punto di accendersi.

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Lasciali parlare: Gemma Chan durante una scena del film

Oltre a essere un film di parole, Lasciali parlare è un film di interpreti. Steven Soderbergh si trova tra le mani tre giganti della recitazione e lascia loro campo libero concedendo spazio perfino all'improvvisazione. Le interazioni tra Meryl Streep, Candice Bergen e Dianne Wiest rappresentano il nerbo del film. Le tre attrici lavorano di cesello sfruttando tutte le armi che il talento e la grande esperienza hanno messo loro a disposizione per costruire i loro personaggi. La Alice della Streep, distaccata e avviluppata nel proprio ego, a sprazzi lascia intravedere la propria umanità, la dolce Susan di Dianne Wiest, la più accomodante e pronta al perdono, è anche l'unica che cerca di godersi appieno la vacanza offerta, mentre nel ruolo della sfrontata Roberta, Candice Bergen fornisce la performance più notevole, rubando la scena spesso e volentieri con la sua sfrontatezza e il suo rancore pronto a esplodere in ogni momento. A fianco di queste tre sacerdotesse della recitazione, Lucas Hedges si dimostra all'altezza nei panni dell'accompagnatore premuroso e comprensivo nonostante l'inesperienza e le faccende di cuore in cui rimane invischiato e anche Gemma Chan, con la sua naturale eleganza e spigliatezza, non è da meno.

Conclusioni

Tre sacerdotesse della recitazione, un giovane accompagnatore, una traversata atlantica, un passato su cui pesano dubbi, rimorsi e rancore. La recensione di Lasciali parlare evidenzia come l'ennesima sfida artistica di Steven Soderbergh si tramuti un film intimo e riflessivo incentrato sulle relazioni tra tre amiche di vecchia data interpretate da Meryl Streep, Candice Bergen e Dianne Wiest. Una pellicola dolce-amara con un retrogusto alla Woody Allen che indaga i rapporti umani, il successo, la natura dell'arte e la sincerità nei confronti degli altri, ma anche di noi stessi.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.4/5

Perché ci piace

  • Un cast da sogno con Meryl Streep, Candice Bergen e Dianne Wiest al loro meglio. Soprattutto la Bergen è irresistibile ruba la scena a ogni piè sospinto.
  • Steven Soderbergh è un camaleonte dei generi e in questo film si reinventa ancora una volta.
  • Seppur lento nel ritmo, il plot riserva qualche sorpresa.

Cosa non va

  • C'è tanto non detto che rimane inesplicato, soprattutto per quanto riguarda il personaggio di Meryl Streep.