Recensione Il falsario - Operazione Bernhard (2007)

Nonostante il contesto storico in cui si svolge il film di Ruzowitzky non siano privi di interesse, 'The Counterfeiters' non riesce a coinvolgere pienamente ed è sviluppato in modo da non lasciare nessuna traccia di sè nello spettatore.

La vera storia del re dei falsari

A Berlino, nel 1936 Solomon Sorowitsch è considerato il Re dei falsari: è un vero artista nel riprodurre banconote e documenti falsi, e lavora su commissione ma riproduce anche i soldi che gli servono per giocare al Casino. Un giorno Sorowitsch viene mandato nel campo di concentramento di Mathausen, dal quale poi viene trasferito a Sachsenhausen, dove ritrova Herzog, l'ispettore che lo aveva arrestato. L'uomo incarica Solomon ed altri prigionieri di falsificare banconote inglesi e americane, nel tentativo di mettere in ginocchio l'economia dei paesi nemici. Per il loro lavoro, Sorowitsch e i suoi collaboratori ricevono quasi un trattamento di favore, rispetto agli altri deportati, ma iniziano a rendersi conto che se aiuteranno la Germania a vincere la guerra, loro non usciranno vivi dal campo di concentramento.

Ispirato a The Devil's Workshop, un libro autobiografico di Adolf Burger, nel quale l'autore racconta di come i nazisti sfruttarono le sue capacità di tipografo e incisore per stampare soldi falsi, The Counterfeiters di Stefan Ruzowitzky, ha fatto parte della rosa dei film in concorso al 57esimo Festival di Berlino, un contesto nel quale i temi dell'Olocausto e del sono particolarmente sentiti: basti pensare che nella stessa edizione del Festival è stato presentato anche uno splendido documentario di Richard Trank dedicato a Simon Wiesenthal, il cacciatore di criminali nazisti. Nelle edizioni precedenti della Berlinale inoltre sono state presentate anche pellicole come Senza destino, La rosa bianca - Sophie Scholl, vincitore di due Orsi d'Argento e La caduta, che ha sollevato numerose polemiche ed altrettanti consensi.

Nonostante la storia del "re dei falsari" e del contesto storico in cui si svolge non siano quindi privi di interesse, il film di Ruzowsky, anche se ben interpretato, non riesce a coinvolgere pienamente: The Counterfeiters manca soprattutto di spessore emotivo ed è sviluppato in maniera da non lasciare nessuna traccia di sè nello spettatore. Sembra quasi che il regista, un po' come il personaggio di Sorowitsch, abbia voluto riprodurre un film sull'Olocausto limitandosi a ricalcare tutto ciò che è stato realizzato in passato, su quest'argomento; e quindi una pellicola che scivola verso la fine per inerzia e senza suscitare particolari emozioni.

Movieplayer.it

2.0/5