Con Love di Gaspar Noé il porno sbarca a Cannes 2015

L'ultima provocazione del regista porta sugli schermi del Festival scene di sesso esplicito rese ancora più concrete dal 3D.

Un film porno in uno dei principali festival di cinema mondiali? In uno dei templi della settima arte? In realtà non è esattamente così... Ma ci andiamo molto vicino. A compiere l'impresa, se così vogliamo definirla, è il regista argentino, ormai attivo in Francia, Gaspar Noé, uno che nelle provocazioni ci sguazza e che proprio qui a Cannes aveva fatto discutere con Irresistible, in concorso al festival francese nel 2002.

Il suo nuovo lavoro, però, cerca di andare oltre quanto fatto in passato e Love, una delle Midnight Screenings di Cannes 2015, cerca di rappresentare in modo esplicito su grande schermo, con l'ausilio della terza dimensione per aiutare ad immergersi nelle immagini e la vicenda, rapporti sessuali tra i protagonisti della vicenda e della turbolenta storia d'amore che viene raccontata dal film. Una scelta funzionale allo sviluppo del plot e la costruzione dei personaggi o semplice, ennesima, provocazione?

La passione, a posteriori

Love ci presenta Murphy, il protagonista interpretato da Karl Glusman, ormai sposato e con prole, catapultato nei ricordi della passionale e tormentata relazione del passato con Electra (Aomi Muyock) da una telefonata della madre di lei, preoccupata per aver perso le tracce della figlia. Da quella chiamata in poi, Murphy trascorre una grigia giornata di pioggia richiamando alla memoria momenti della sua storia con la donna, una delle storie d'amore più intense della sua vita, tra flashback e una fastidiosa voce fuori campo. È questo, infatti, lo stile scelto da Noé per condurci sulla tortuosa via della relazione tra i due giovani amanti, quello dei ricordi a posteriori, a storia già terminata ed archiviata, ma mai dimenticata. Una scelta che gli permette di procedere per spaccati di quella relazione, mostrandocene il divenire e la deriva sempre più incontrollata mentre i due ragazzi stessi vengono cambiati dalla loro relazione, lasciando da parte le proprie passioni e pulsioni creative (lui è un aspirante regista, lei pittrice), abbandonandosi nella loro storia d'amore.

Love: una scena del film di Gaspar Noe
Love: una scena del film di Gaspar Noe

Murphy ed Electra

L'amore è una delle forze più intense che muovono il nostro mondo e noi esseri umani come specie, ma non è tra le più semplici da rappresentare con compiutezza proprio per le tante sfumature che la compongono. Soprattutto, per potersi immedesimare con il racconto di una love story è necessario provare empatia per i personaggi, in qualche modo capirli, sentirli vicini, immedesimarsi. Risulta più difficile quando questi sono resi tridimensionali soltanto dagli occhiali che indossiamo per cogliere l'effetto 3D del film e non da una scrittura ispirata che ci permetta di conoscerli e capirli. E' quello che purtroppo accade in Love, che non riesce a farci conoscere, né tantomeno amare, i suoi protagonisti: seguiamo Murphy con freddo distacco, non riusciamo ad essere partecipi delle sue emozioni e sensazioni, siamo addirittura infastiditi dalla sua voce fuori campo che accompagna la sofferenza dei ricordi legati ad Electra. Né aiutano le interpretazioni di Glusman e della Muyok, che non riescono a bucare lo schermo, nonostante la terza dimensione, e vanno poco oltre l'essere dei corpi usati dal regista per plasmare il suo film-scandalo.

Passione tridimensionale

L'idea di Noé è di mettere in scena una passione giovanile, dal sapore istintivo, forte, selvaggio, il genere di storia d'amore vissuta con gioiosa intensità da una coppia giovane. Le scene di sesso esplicito, quelle che prima di ogni altra cosa hanno fatto parlare del film e che grazie al 3D hanno concesso facili titoli alla stampa, sarebbero dovute essere un corollario di quella passione, un modo per accompagnarne la messa in scena e completarne il senso. Una delle sfumature dell'amore a cui abbiamo accennato prima, un dettaglio del quadro e non il quadro stesso. Ma per farlo, avrebbero dovuto avere un equilibrio diverso, una maggior discrezione, una più compiuta integrazione nello script, invece finiscono per prendere il sopravvento diventando il cuore pulsante e invadente di un film che ha poco altro. Come in un piatto sbilanciato in cui un unico, speziato ingrediente finisce per coprire ogni altro sapore. Love finisce così per avvicinarsi fin troppo al porno 3D di cui tanti hanno parlato, perché c'è poco a supporto di quelle scene vuote con cui Gaspar Noé ha confezionato la sua ultima scandalosa provocazione.

Movieplayer.it

1.5/5