La casa degli oggetti, la recensione: un thriller inquietante ma inverosimile

La recensione de La casa degli oggetti, film dove Álvaro Morte interpreta un personaggio che lavora all'ufficio degli oggetti smarriti e finisce coinvolto in un macabro intrigo criminale. Su Sky e NOW.

La casa degli oggetti, la recensione: un thriller inquietante ma inverosimile

Mario lavora in un ufficio degli oggetti smarriti, un lavoro che l'ha portato a comprendere il valore delle cose e a dare loro una seconda vita. L'uomo ha una relazione con una bella poliziotta e trascorre le sue giornate cercando di riconsegnare ai legittimi proprietari ciò che è stato, più o meno accidentalmente, perduto.

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La casa degli oggetti: Álvaro Morte in una scena

Come vi raccontiamo nella recensione de La casa degli oggetti, un giorno l'uomo si imbatte in una costosa valigia con annesso lucchetto e dopo esser riuscito a risolvere la combinazione e ad aprirla, resta terrorizzato dal contenuto: all'interno si trova infatti lo scheletro di un neonato, morto tragicamente in chissà quali circostanze. Mentre le forze dell'ordine sembrano non dar troppo peso a quel macabro ritrovamento, Mario decide di indagare per proprio conto e tramite un documento a brandelli da lui ricostruito risale a una casa di appuntamenti per ricchi clienti, dove ha modo di conoscere Sara, la presunta madre dell'infante morto. Un incontro che lo trascinerà in un mare di guai...

Di casa in casa

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La casa degli oggetti: Álvaro Morte e China Suarez

Dietro il titolo italiano - in originale era Objetos, per il mercato internazionale Lost & Found - vi è un voluto richiamo alla serie cult La casa di carta, in quanto in quest'occasione come interprete principale troviamo Álvaro Morte, che nella suddetta vestiva gli iconici panni del Professore. La casa degli oggetti punta molte delle proprie carte sull'appeal del protagonista, che però appare spesso spaesato e mai completamente affine al personaggio, che vacilla come il film stesso. Il problema principale che viene progressivamente alla luce nel corso dell'ora e mezzo di visione risiede nelle pecche di una sceneggiatura che non cura a dovere i dettagli, perdendosi in soluzioni assurde e inverosimili che negano qualsiasi ipotetica verosimiglianza, anche contestualizzando il tutto alle dinamiche di genere. E il tutto nasce proprio dalla schematica gestione dei rapporti tra le figure chiave, che si ritrovano a condividere il destino senza un vero e proprio perché.

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A caccia della verità

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La casa degli oggetti: una scena del film

La potenziale carica mystery e investigativa che si andava creando nei primi minuti viene via via sviata da un intreccio thriller alquanto banale e derivativo, che ci accompagna nei meandri criminali di un traffico di prostituzione sui generis, con tanto di sortita esotica finale che riflette anche sull'attiguo mercato di esseri umani. Ma il problema è la mancanza di ritmo e di soluzioni effettivamente interessanti dal punto di vista narrativo, con colpi di scena che soffrono delle medesime incertezze e un epilogo altrettanto tragicomico. L'anima dark non raggiunge mai quei sussulti noir necessari per essere anche accattivante e lo stesso discorso del protagonista, che intende donare una nuova vita a quegli oggetti dimenticati, lascia il tempo che trova, risultando più una suggestione ad effetto che poi utile ai fini del racconto vero e proprio.

Fino alla fine del mondo

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La casa degli oggetti: un momento del film

Le emozioni risultano così depotenziate e la storia procede per inerzia, senza idee che riescano a immergere lo spettatore nella complessità psicologica, sulla carta presente, che i personaggi nascondono in uno stato embrionale e che a conti fatti non viene appunto mai alla luce. Si respira un senso di incompiutezza che diventa sempre più opprimente, laddove invece di suggerire risposte adeguate la sceneggiatura preferisce ribadire il già detto, mostrando tutta l'esilità di una trama assai lineare dietro le suggerite aspirazioni di partenza.

Conclusioni

Dipendente dell'ufficio di oggetti smarriti, Mario si ritrova coinvolto in un intrigo criminale che coinvolge trafficanti di esseri umani dopo essersi imbattuto in una misteriosa valigetta; l'incontro con una prostituta non farà che trascinarlo ulteriormente a fondo... Come vi abbiamo raccontato nella recensione de La casa degli oggetti, questo thriller di produzione spagnola vede protagonista l'Álvaro Morte de La casa di carta, in un ruolo qui che non gli si addice appieno, complice anche una sceneggiatura spesso improbabile e mai realmente interessante. Un intreccio prevedibile e a tratti inverosimile, che castra sul nascere le emozioni e quell'atmosfera dark che pur le intriganti premesse potevano esplorare con maggior ispirazione.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • Inizialmente il racconto suggerisce spunti potenzialmente accattivanti...

Cosa non va

  • ...salvo poi perdersi in soluzioni prevedibili quando non inverosimili.
  • Un cast poco convincente, a cominciare da un Álvaro Morte fuori parte.
  • Emozioni e atmosfera ai minimi.