La bussola d'oro: al cinema gli universi di Philip Pullman

Arriva a dicembre nelle sale di tutto il mondo il primo episodio della nuova saga fantasy targata New Line.

Pur con meriti artistici molto diversi, le saghe filmiche de Il signore degli anelli e di Harry Potter hanno avuto il merito comune di aprire una nuova era del fantasy cinematografico, nell'epoca incui la CGI ha ha reso possibile l'inimmaginabile. L'enorme successo di queste produzioni ha fatto sì che, nel loro solco, altri mondi letterari abbiamo trovato spazio sul grande schermo: pensiamo naturalmente a Le cronache di Narnia di C.S. Lewis, di cui si attende il secondo episodio, Le cronache di Narnia: Il principe Caspian, a Cuore d'inchiostro di Cornelia Funke, ma anche a un altro franchise che debutterà nelle sale durante le ormai prossime feste natalizie: quello di Queste oscure materie di Philip Pullman. Con i suoi 150 milioni di dollari di budget, La bussola d'oro, prodotto dalla New Line in associazione con l'editore Scholastic, non nasconde le sue ambizioni di blockbuster festivo; d'altro canto, i numerosissimi ed entusiasti lettori della trilogia di Pullman (a La bussola d'oro hanno fatto seguito La lama sottile e Il cannocchiale d'ambra) sperano di ritrovare anche nel film almeno alcune delle caratteristiche più originali e sorprendenti dei romanzi.

Queste oscure materie, infatti, abbina agli elementi del fantasy tradizionale non solo un approccio inusuale ai personaggi di primo piano ma anche implicazioni sociali, religiose e filosofiche piuttosto coraggiose, soprattutto considerando il target giovanile del genere in cui si inserisce. Ma inquadriamo le premesse: La bussola d'oro introduce Lyra Belacqua, un'inquieta dodicenne che vive in un'Inghilterra ucronica - o meglio, in una dimensione alternativa (ma il tema del multiverso sarà fondamentale soprattutto a partire da La lama sottile) in cui ciascun essere umano ha al proprio fianco una proiezione in forma animale della propria anima: un daimon, creatura che, durante l'infanzia, muta la sua natura costantemente, por poi assumere una forma definitiva dopo la pubertà. Lyra vive tra gli studiosi del Jordan College perché a costoro l'ha affidata, da quando ha perso i genitori, il suo misterioso zio, l'arrogante e affascinante esploratore Lord Asriel, ma è lieta di lasciare quell'ambiente così severo quando una bella ed elegante signora, Mrs. Coulter, decide di prenderla con sé. Ma Lyra scoprirà presto che la donna è alla guida di una associazione sostenuta dalla Chiesa che è in qualche modo responsabile della sparizione di centinaia di bambini. Costretti alla fuga, Lyra e il suo daimon Pantalaimon, con l'aiuto dell'aletiometro, un portentoso strumento che soltanto Lyra è in grado di usare (e che non è una bussola, infatti il titolo dell'originale versione britannica del romanzo è Northern Lights, divenuto The Golden Compass con l'edizione Scholastic), s'imbarcheranno in una quest che li porterà nelle lontanissime e gelide regioni settentrionali del pianeta, sulle tracce di Lord Asriel e dei bambini scomparsi.

Lyra Belacqua, dunque, è una predestinata, anche se la sua missione dovrà essere compiuta senza che lei ne sappia nulla: sarà guidata solo dal proprio istinto, dai propri affetti, e dalla propria curiosità. Siamo di fronte ad un'eroina atipica anche per altre ragioni, perché Lyra non è affatto la classica orfana remissiva e generosa protagonista di tante edificanti storie di formazione. E' una ragazzina scapestrata, bugiarda e vanesia, che manca di fantasia e non ha nemmeno un grande interesse per l'igiene. Una creatura credibilissima, dunque, e assolutamente adorabile, nonché della pasta giusta per affrontare quello che si ha in serbo per lei: tempeste di neve, viaggi in mongolfiera e a dorso di orsi corazzati, rapimenti, battaglie, agnizioni sconvolgenti, e così via.

Non mancano gli elementi per un'avventura spettacolare, ed è proprio sulla grandiosità che sembra aver puntato la produzione del film, almeno a giudicare dai trailer fino ad ora circolati, oltre che dalle scelte di casting: se Lyra sarà interpretata dall'esordiente Dakota Blue Richards, infatti, gli altri ruoli sono stati affidati a star di richiamo. L'ambigua e glam Mrs. Coulter è la diva Nicole Kidman e Lord Asriel ha le fattezze del James Bond "in carica" Daniel Craig. Sir Ian McKellen, invece, è stato chiamato a prestare la sua voce inconfondibile a Iorek Byrnison, il possente orso corazzato che sarà preziosissimo per Lyra. E c'è spazio anche per la splendida Eva Green, che sarà la strega Serafina Pekkala, e per il redneck Sam Elliott, nei panni del conduttore di palloni aerostatici Lee Scoresby.

Quanto al famigerato "anticlericalismo" dell'opera di Pullman, difficile che ne rimanga traccia nel film: la New Line non ha mai nascosto le sue perplessità sulla possibilità che il sentimento anti-religioso della storia danneggiasse commercialmente la pellicola negli Stati Uniti. Chris Weitz, tuttavia, ha assicurato i lettori di Queste oscure materie di aver conservato gli spunti più intelligenti del romanzo, anche se in forma edulcorata. Staremo a vedere; ce n'è abbastanza, in ogni caso, per guardare con curiosità a un progetto che, per forza di cose, supererà i paradigmi e gli schemi manichei del fantasy cinematograficamente più vendibile.