Recensione Immagini - Imagining Argentina (2003)

Possibile che un film sui raccapriccianti crimini commessi dalla dittatura argentina tra il 1976 e il 1983 venga accolto da fischi e risate?

Il delirio delle immagini

Il film di Christopher Hampton verrà ricordato negli annali del Festival di Venezia come uno dei più sbeffeggiati e derisi delle ultime edizioni. Eppure Immagini - Imagining Argentina ci mostra la tragedia dei desaparecidos, l'orrore delle torture, l'ansia dei parenti e lo strazio delle madri di Plaza de Mayo; ma oltre a questo c'è di più, c'è la voglia di strafare sceneggiando e dirigendo un film che coniuga le immagini alle visioni, il conoscere all'immaginare, dando un'impennata paranormale e sensitiva.
Il tenace ed ispirato Carlos si mette sulle tracce della moglie Cecilia, prelevata da casa per aver pubblicato un articolo molesto ed indigesto alla dittatura, dopo aver scoperto di possedere il dono di vedere la sorte delle sventurate vittime di regime. Il neo-santone Carlos diviene presto il punto di riferimento di una comunità disperata e disorientata dall'improvvisa ed inspiegabile sparizione dei propri cari.

Da un lato la mancanza, il vuoto, l'inconsapevolezza legate alla perdita improvvisa di un affetto; dall'altro l'eccesso, l'onnipresenza, la sovraesposizione di volti, corpi, urla, legati alla visionaria presenza di un'assenza. L'invasato e poco credibile Antonio Banderas interpreta un uomo sospeso tra realtà ed immaginazione, fisico e metafisico, visione e apparizione. I suoi sensi gli parlano di storie a lui estranee, ma taciono quelle a lui famigliari spingendolo ad un viaggio tra la Pampa all'inseguimento di uccelli di ogni tipo che dovrebbero rivelargli chissà quali arcani segreti.
Intanto la moglie, una grigia e monocorde Emma Thompson, tra violenze fisiche e psicologiche tenta la fuga più volte, ritrovandosi anche lei sulle tracce avicole del marito.

Immagini è un film sgangherato e poco credibile che condiziona gli attori in una recitazione forzata ed enfatica, mostrando come neanche i protagonisti ci credano fino in fondo. Tuttavia i temi trattati, talvolta da documentario, talaltra da fanta-documentario, sono così forti e complessi che non meritavano un'accoglienza così negativa. Nonostante i difetti il film conserva comunque una sua dignità, se non altro per il coraggio di approcciarsi ad una tragedia storica con l'impatto visionario dell'immaginazione.