Recensione Hotel Rwanda (2004)

La storia ovviamente è tragicamente vera e questo rende quasi impossibile emettere un giudizio esclusivamente cinematografico, perché, oltre le questioni squisitamente tecniche, molto del valore del film risiede nell'importanza e l'interesse che sottendono l'evento raccontato.

Il coraggio di sopravvivere

E' stato definito il corrispondente africano di Schindler's List, insignito del premio del pubblico al festival di Toronto e ha ottenuto una pioggia di nomination in tutti i maggiori eventi dell'anno, tra cui Golden Globes e Oscar: Hotel Rwanda conquista anche Berlino grazie alla sue immagini di forte impatto emotivo e alle ottime interpretazioni dei due protagonisti Don Cheadle e Sophie Okonedo.

Cheadle interpreta Paul Rusesabagina, un manager di un hotel in Ruanda che riuscì a salvare dal tragico genicidio del 1994 oltre mille refugiati.
La storia ovviamente è tragicamente vera e questo rende quasi impossibile emettere un giudizio esclusivamente cinematografico, perché, oltre le questioni squisitamente tecniche, molto del valore del film risiede nell'importanza e l'interesse che sottendono l'evento raccontato. E' questa una caretteristica comune a molti film storici, ma in questo caso è giusta la scelta di soffermarsi su un singolo episodio piuttosto che cercare di fornire una visione globale dell'accaduto, in questo modo lo svolgimento del film non risulta mai appesantito o forzato. La linearità della struttura narrativa permette una maggiore immedesimazione nel ruolo del protagonista e dei suoi familiari, facendo accrescere l'interesse emotivo anche in spettatori non particolarmente addentro alla storia del paese e delle sue tragedie.

Il film, ricco di sequenze affascinanti e suggestive, spesso accompagnate da una colonna sonora molto evocativa, non si limita ad una mera funzione narrativa ma lancia forti capi d'accusa alla comunità internazionale e allo stesso pubblico a cui il film è destinato, gli stessi che, secondo le parole del giornalista interpretato da Joaquin Phoenix in quello che è poco più che un cameo, nella maggior parte delle volte si dicono scioccati e disgustati dalle immagini che hanno davanti ma finiscono con il dimenticarle pochi minuti dopo. Un film quindi riuscito sotto più sfaccettature, che propone uno spaccato a tratti agghiacciante a tratti più ottimistico di una delle più grandi tragedie degli ultimi decenni: un'opera che fa discutere, piangere e soprattutto riflettere, un'opera specchio di una realtà tanto vicina quanto nascosta ai più.

Movieplayer.it

3.0/5