Recensione Fratelli per la pelle (2003)

'Fratelli per la pelle' è il classico film realizzato da chi si diverte a maneggiare la macchina da presa e lo fa con presenza di spirito, idee ed una straordinaria energia.

Fratelli per un sorriso

Inseparabili nella vita sociale e nella fisicità, i fratelli Bob e Walt Tenor sono una leggenda nella loro città di origine. Campioni sportivi e proprietari di un fast-food conosciuto per la velocità con cui vengono confezionati hamburger alla griglia, i due gemelli siamesi sembrano coordinarsi e completarsi a meraviglia. Se Walt riesce a far valere il suo sex appeal con le donne, dimostrando peraltro grande talento nella recitazione, Bob certamente appare il fratello più riflessivo, romantico e sensibile. I due sono comunque ossessionati da due progetti diversi: il primo vorrebbe diventare una star hollywoodiana, il secondo desidererebbe incontrare di persona la sua compagnia cinese di chat che abita a Los Angeles. Decidono così di partire per la California in cerca di gloria e fortuna. Conosceranno Cher, incontreranno Meryl Streep, verranno ingaggiati da una produzione televisiva e si circonderanno di incredibili personaggi con cui condivideranno i momenti salienti della loro disavventura. Non senza difficoltà e fraintendimenti.

Probabilmente una parodia della vita artistica dei registi Farrelly: ironici, inseparabili ma anche ricchi di artefici creativi ed emotivi. Fratelli per la pelle è il classico film realizzato da chi si diverte a maneggiare la macchina da presa e lo fa con presenza di spirito, idee ed una straordinaria energia.
Tratta da una sceneggiatura partorita subito dopo il completamento del copione di Scemo e più scemo, la pellicola vanta come principale valore aggiunto la positività di un messaggio incentrato sul cambiamento, sulla diversità e sulla possibilità di poter raggiungere il difficile traguardo della felicità "nonostante tutto". Non solo. Come fosse un marchio di fabbrica diffuso e riconosciuto, la vis comica dei fratelli Farrelly garantisce qualità alla pellicola, grazie alla sapiente miscela di humor irriverente, propensione alla caratterizzazione introspettiva dei personaggi e coinvolgimento emotivo dello spettatore alla vicenda narrativa. Insomma gli stessi ingredienti dello stile alchemico ravvisabile nel bellissimo Kingpin, nell'irresistibile Tutti pazzi per Mary e nel più demenziale Io, me e Irene.

Cast di interpreti bravissimi, con un Matt Damon ispirato e un Greg Kinnear superlativo ma anche con una Cher che, dopo circa un anno luce dalle sue ultime performance convincenti (Le streghe di Eastwick e Stregata dalla luna), torna a dimostrare di potersi trovare a suo agio in una qualche parte cinematografica. Apparizione speciale per Meryl Streep che, nel finale contribuisce assieme a Kinnear, ad omaggiare il cinema Musical attraverso una rivisitazione spettacolare di "Gangster Story" (Bonnie And Clyde).
Spensierato, empatico, estremamente divertente. Insomma uno dei migliori film della premiata ditta Farrelly. Consigliato a chi ama rilassarsi attraverso la cara e vecchia cura del sorriso.