Recensione The Future (2011)

Attimi di cinema di rara intensità si alternano a momenti di totale catalessi narrativa in The Future, mentre l'interpretazione vivida della July e quella dei due impeccabili partner, impreziosiscono una storia sulla carta come tante altre ma che buca lo schermo nelle mani di una cineasta che sa davvero il fatto suo.

E se domani, all'improvviso, perdessi te...

Molti guardano al futuro con speranza, altri con nel cuore il sentimento opposto. Il futuro dei trentenni di oggi, ovunque si trovino nel mondo, è sempre un argomento ansiogeno. Non si è più nell'età dell'incoscienza e non si è neanche giunti al traguardo, ed a metà strada si sa ci si ferma per il solito bilancio. E' quello che capita a Sophie e Jason, che a trentacinque anni non hanno mai riflettuto sui loro sogni, sulle loro aspettative e sulle finalità del progetto di vita che hanno cominciato insieme ormai tanto tempo fa. Vivono in un delizioso appartamentino di Los Angeles, nello stile un po' trasandato, ma deliziosamente caotico, essenziale al punto giusto. Esattamente come loro. Hanno pochi amici, pochi interessi, un lavoro che non li appassiona e non hanno capito cosa vogliono fare da grandi. Sophie è un'insegnante di danza dalle gambe stortignaccole che dopo gli studi si è accontentata di lavorare in un corso per bambini, mentre Jason lavora da casa come centralinista. Impigriti, insoddisfatti e poco entusiasti, i due non hanno una vita sociale e si ritrovano a passare intere giornate nel silenzio del loro salotto ognuno davanti al proprio computer provando a trovare su Internet gli stimoli giusti per andare avanti. Quando scoprono che il gattino che hanno salvato e deciso di adottare deve rimanere in clinica ancora per un mese, i due realizzano che forse, prima che il delizioso animaletto vincoli per sempre le loro vite, è arrivato il momento di provare a realizzare i loro desideri. Lei con l'obiettivo di inventare una nuova danza moderna, lui con l'obiettivo di prendere la vita come viene, accettando di buon grado errori, coincidenze e imprevisti. E così Sophie e Jason lasciano i rispettivi lavori per dedicarsi al loro futuro, andando dritti dove li porta il cuore, magari l'uno lontano dall'altro, ignorando le conseguenze che una scelta simile può scatenare. Specialmente quando ci si sente intrappolati in una sorta di dimensione parallela.

Me and You and Everyone We Know, il film d'esordio di Miranda July, aveva portato una ventata di freschezza nel panorama del cinema indipendente americano e nel genere, aggiundicandosi addirittura la Camera d'Or a Cannes, ma The Future al contrario del suo predecessore, anzichè puntare sulla coralità, immerge lo spettatore in un realismo magico tutto giocato sul momento di sgomento di Sophie e resta attaccato ai due protagonisti dall'inizio alla fine. La maggior parte del film infatti è narrata con la voce fuori campo di Paw Paw, il gattino che i due salvano da morte sicura, doppiato con un tono di voce teneramente gutturale dalla July, dapprima allegro e speranzoso per il suo futuro, che conta le ore che lo separano dalla sua adozione, poi deluso e rassegnato ad una vecchiaia triste e solitaria in cui continuerà il suo randagismo.
Girato in soli ventuno giorni nei dintorni di Silver Lake, il film è imperfetto come i suoi protagonisti: intelligenti, autocritici, autoironici, inclini all'errore e alla depressione, capaci di sbagliare e di amare con la stessa facilità. Attimi di cinema di rara intensità si alternano a momenti di totale catalessi narrativa in The Future, mentre l'interpretazione vivida della July e quella dei due impeccabili partner, impreziosiscono una storia sulla carta come tante altre ma che buca lo schermo nelle mani di una cineasta che sa davvero il fatto suo. Grazie alla fotografia di Nikolai von Graevenitz lo spettatore riesce a mostrarci sullo schermo i pensieri di Sophie, mentre la colonna sonora di Jon Brion alterna momenti di rara dolcezza ad altri più decisi, quelli in cui l'atmosfera tra i personaggi si fa aspra e tesa, accompagnando in maniera delicata tutte le vicissitudini dei protagonisti.
Non si capisce bene cosa succeda nella coppia ad un certo punto, se l'entrata in scena del tutto casuale dell' 'altro' appartenga alla fantasia di Sophie o se il tradimento nei confronti di Jason avvenga realmente causando la rottura tra i due. Questo accade esattamente nel momento in cui la narrazione di The Future si attorciglia su se stessa scambiando più volte la realtà con la fantasia della protagonista divenendo una specie di thriller amoroso narrato sulle ali della videoarte, un modo del tutto innovativo quello usato dalla Julie per raccontare la più classica delle crisi di coppia, senza romanticismi mielosi ma con una delicatezza ed uno humor nero davvero fuori dal comune.
Non un film per tutti, dedicato a quelli che dal primo momento riescono a mettersi sulla stessa lunghezza d'onda della protagonista e, perchè no, anche del gatto, senz'altro quello che in tutta questa storia ne esce con le ossa rotte, in senso lato e non.

Movieplayer.it

3.0/5