Dangerous, la recensione: dov’è il pericolo nel film su Prime Video?

La recensione di Dangerous, film d'azione con protagonista Scott Eastwood che fallisce il suo obiettivo sotto quasi tutti i punti di vista.

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Dangerous: una sequenza del film

Togliete il movimento a un film d'azione. Togliete la tensione in un thriller. Spogliate i personaggi di un vissuto che non sia solamente descritto a parole. Cosa rimane di una storia? Un canovaccio, un'idea, una bozza di racconto. Una fragile costruzione senza necessarie fondamenta. Un disegno da osservare il più lontano possibile, perché una volta ravvicinato lo sguardo mostra tutta l'incertezza del tratto della matita. Immaginate tutto questo e capirete presto perché la nostra recensione di Dangerous non potrà che concludersi con un giudizio negativo. Diciamolo subito, senza ritardare il nostro pensiero su un film che non riesce a raggiungere nemmeno il grado zero dell'intrattenimento. Disponibile su Prime Video, Dangerous sembra incapace di andar oltre il semplice pubblico di appassionati del genere, che tuttavia faticheranno a trovare qualche interesse: scarno di azione nonostante la sua natura, con personaggi monodimensionali e villain per niente carismatici, diretto senza creatività e con alcune scelte pessime in fase di montaggio che lo affossano senza possibilità di redenzione.

Un sociopatico nell'isola dei misteri

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Dangerous: una foto del film

La trama del film vede come protagonista un ex carcerato, costretto alla libertà vigilata, di nome Dylan "D" Forrester (Scott Eastwood). Il nostro è seguito da tempo da uno psichiatra (Mel Gibson) a causa delle sue difficoltà relazionali. D è, infatti, - lo dicono più volte nel corso del film - un sociopatico: incapace di empatia verso il prossimo e, di conseguenza, non in grado di trattenere i suoi istinti violenti e per questo sotto osservazione e sotto cura. Il timer dell'orologio gli ricorda continuamente quando deve prendere alcune pillole antidepressive che lo rendono calmo e tranquillo. Il suo unico rapporto è di tipo epistolare con l'amato fratello, intento a costruire un hotel in un'isola. La notizia della sua morte spingerà D a uscire di casa, infrangendo le regole, per partecipare alla cerimonia funebre. Arriverà così nell'isola dove incontrerà i restanti membri della sua famiglia e lo sceriffo del luogo. Presto, però, le cose si metteranno male. L'FBI è alla ricerca di D e scoprirà ben presto che l'uomo è sull'isola, informando lo sceriffo. Inoltre, l'arrivo di una gang criminale potrebbe mettere a dura prova la calma e la volontà di non uccidere di Dylan. Rimane solo una domanda a cui rispondere: cosa sta cercando la gang sull'isola?

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Conto alla rovescia senza tensione

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Dangerous: un frame del film

Il film vuole sin da subito sottolineare allo spettatore l'assoluta serietà della vicenda. Il nostro protagonista viene presentato attraverso un montaggio dedicato alla sua routine quotidiana, come volesse esprimere una sorta di bomba ad orologeria pronta ad esplodere. Tutta la prima parte del film gioca, più che sull'azione, sulla tensione. Dylan è letale, pericoloso, una macchina da guerra e di morte a cui è meglio stare distanti. È di poche parole e incapace di provare la benché minima emozione. Tuttavia, proprio la prima sequenza del film è indicativa di come, attraverso una serie di scelte sbagliate, questa tensione narrativa sembra non essere mai percepita in tutta la durata. A partire da un montaggio davvero poco curato, che spezza il ritmo del racconto, non riesce a garantire la continuità tra un'inquadratura e un'altra (nel momento peggiore assistiamo, nello stacco di un'inquadratura, alla fine di una battuta pronunciata da un personaggio che non muove la bocca!) e, durante le scene d'azione, non riesce a coinvolgere a dovere lo spettatore. A questa mancanza di trasporto dato dalle immagini si lega una sceneggiatura semplicemente abbozzata, che si scorda di alcuni personaggi nel corso della storia, che costringe gli stessi a comportarsi in maniera contraddittoria lungo tutto il corso del film. Ci si ritrova, all'ennesimo cambiamento di trama (il film sembra racchiudere più storie in una), ad aver a cuore solo un conto alla rovescia: quello che separa lo spettatore ai titoli di coda.

Un cast per l'azione

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Dangerous: Mel Gibson in una scena del film

Prima di procedere è meglio premettere un aspetto fondamentale: siamo consapevoli che film di questo tipo intendono semplicemente (e con orgoglio) trasmettere solo del sano intrattenimento. Un film d'azione, interessato alle sparatorie, agli stunt e ai combattimenti, non è obbligato a supportare metafore importanti, disquisizioni sui massimi sistemi o approfondire aspetti più seri del nostro mondo. Quanto meno, però, occorre che il film d'intrattenimento contenga l'intrattenimento. Le scene d'azione, che arrivano davvero in ritardo nel film e si contano sulle dita di una mano, appaiono goffe e lente, mancano di adrenalina e si risolvono in breve tempo, senza costruire delle basi solide che possano supportarle. Anche in questo caso si tratta principalmente di un problema di scrittura, che si ripercuote anche sul cast che non riesce ad emergere, soprattutto nella costruzione di un villain che appare più ingenuo di quanto voglia far credere. Scott Eastwood deve interpretare un personaggio incapace di emozione e risulta davvero statico lungo il corso del film, anche se timidamente accenna un lato umoristico e fa di tutto per creare un minimo di empatia con il pubblico. Proprio questi inserimenti forzati di umorismo appaiono fuori luogo, inseriti a forza (grazie anche a un comprimario che, però, improvvisamente sparisce). E spiace ammettere che la comicità si sprigiona involontariamente attraverso alcuni momenti che l'umorismo non vorrebbero proprio portarlo. Come nella rappresentazione della madre di D, che si erge come paladina dei momenti più trash (un termine che solitamente non ci piace ma che qui siamo costretti a usare) del film, primeggiando anche sopra un Mel Gibson che non contribuisce se non mostrandosi costantemente con un bicchiere in mano.

Conclusioni

A conclusione della nostra recensione di Dangerous dobbiamo guardare in faccia la realtà e descrivere il film per quello che è: un tentativo abbozzato e mal riuscito di creare un film action e thriller, senza azione e tensione. Una scrittura confusa che non riesce a valorizzare alcun personaggio (e se ne perde qualcuno per strada) e che non trova alcun tipo di legame con lo spettatore causale e l’appassionato del genere. Una regia senza inventiva e un montaggio poco curato rendono il movimento e l’azione zoppicanti. Un cast che recita oltre le righe dà vita a momenti scult. Un disastro.

Movieplayer.it
1.0/5
Voto medio
3.5/5

Perché ci piace

  • Scott Eastwood fa il possibile per costruire un legame con lo spettatore, nonostante l’assenza di emozioni del suo personaggio.

Cosa non va

  • La scrittura non riesce a costruire una trama interessante e avvincente e nemmeno definire personaggi che vadano oltre i semplici stereotipi.
  • La regia e la messa in scena sono senza inventiva.
  • Le poche e limitate scene d’azione non portano movimento e tensione nella vicenda.
  • Il montaggio poco curato rende il ritmo del racconto claudicante.
  • Qualche scena scult dà vita a un po’ di umorismo involontario.