Chaos Walking, la recensione: nei pensieri oscuri degli uomini

La recensione di Chaos Walking, il film distopico interpretato da Tom Holland e Daisy Ridley, con tanto potenziale non espresso al meglio, finalmente su Prime Video dopo una lavorazione a dir poco travagliata.

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Chaos Walking: Tom Holland, Daisy Ridley in una scena del film

Fare ordine tra mille pensieri. È quello che ci accingiamo a fare mentre scriviamo la nostra recensione di Chaos Walking. Un film che parla di pensieri e di pensieri ne lascia tanti. Soprattutto se ci si sofferma sulle enormi potenzialità di un universo narrativo intrigante e potente nelle sue allegorie. Tratto dall'omonima trilogia letteraria di Patrick Ness (qui co-sceneggiatore), Chaos Walking è ambientato in un futuro distopico e racconta di un'umanità esiliata, ormai lontana dalla Terra. Adesso gli umani, o forse dovremmo dire gli uomini, abitano Mondo Nuovo, assediati da oscure creature da cui si difendono. Non vita ma sopravvivenza. A questo è abituato il giovane Todd (Tom Holland), chiuso nel suo Cerchio, ovvero il nome del piccolo villaggio di soli uomini in cui vive rintanato sotto il severo controllo del Sindaco Prentniss (Mads Mikkelsen). Fin qui niente di particolarmente nuovo a livello di premesse, ma non vi abbiamo ancora raccontato l'asso nella manica.

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Chaos Walking: Tom Holland, Daisy Ridley in una scena

Un jolly sul quale si sarebbe potuto costruire una nuova saga avvincente, ma che purtroppo rimarrà solo un gran bello spunto senza eco. Come uno splendido pensiero che non verrà mai messo in atto.

Vedere la mente

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Chaos Walking: Mads Mikkelsen e Daisy Ridley in una scena

E se ogni nostra emozione fosse visibile agli altri? Cosa accadrebbe se i nostri pensieri fossero pubblici? Come sarebbe un nuovo mondo abitato da uomini trasparenti negli intenti? Chaos Walking parte da questi dilemmi intriganti, what if narrativi che aprono scenari interessanti dal punto di vista antropologico. E infatti, almeno nel prologo, il film riesce a fare bene una cosa non proprio scontata: raccontare le regole del gioco. Come ogni distopia, anche Chaos Walking ha un assetto sociale rigido in cui ospitare il pubblico, svelandone poco per volta il funzionamento. Così partiamo in medias res, con il linguaggio del cinema che aiuta nell'impresa. Perché il Rumore (così viene chiamato il fenomeno dei pensieri visibile) che attornia le teste di tutti i personaggi non è composto solo da voci e parole confuse, ma anche dalla proiezione mentale di ogni pensiero. E così ricordi, paure, istinti, desideri e frustrazioni hanno una precisa forma che incombe su tutti i sopravvissuti. Un dono (o una condanna, a seconda dei punti di vista) che colpisce solo gli uomini e non le donne, ormai scomparse dal pianeta. Almeno sino a quando Viola (Daisy Ridley) si manifesta sul Mondo Nuovo, piombando letteralmente nella vita di Todd come una straniante creatura aliena. Insieme capiranno che ogni società ragiona come un'unica, grande testa. Che ogni civiltà porta con sé pensieri dominanti, fatti di stereotipi, pregiudizi e schemi difficili da distruggere.

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Proiezioni sprecate

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Chaos Walking: Tom Holland, Daisy Ridley durante una scena del film

È questo il viaggio dell'eroe a cui è chiamato Todd. Uscire dalla sua bolla, o meglio dal suo Cerchio, spezzare la tradizione e iniziare a ragionare con la sua testa. Un percorso di formazione a cui Chaos Walking non dà mai il giusto respiro, i giusti tempi, il giusto approfondimento. Un vero peccato che i grandi meriti del film si fermino alle sue premesse iniziali, perché il resto dell'avventura non riesce mai ad appassionare davvero, compromessa da personaggi piatti nella caratterizzazione e poco tridimensionali negli intenti. Adesso capiamo come mai Chaos Walking, girato nel lontano 2017, arriva su Prime Video ben 4 anni più tardi. Il film non convinse in fase di test screening, costringendo il regista Doug Liman a una serie di riprese aggiuntive girate ben due anni dopo. Il risultato è un film sfilacciato e senza mordente, incapace di dare valore al suo sguardo disilluso sulla socialità umana, in cui paradossalmente l'espediente dei pensieri sempre visibili alla lunga diventa persino stucchevole. Effetto collaterale di una sceneggiatura che non ha saputo cavalcare un soggetto promettente. Peccato, perché seguendo il monito "pensa di meno, agisci di più", Chaos Walking avrebbe potuto almeno regalarci buone dosi di spettacolo e azione, soprattutto considerando il suo affascinante immaginario ibrido, a metà strada tra il post-apocalittico e il western. Non aiuta anche la scarsa alchimia tra Tom Holland e Daisy Ridley, sicuramente poco supportati da uno script pigro. I due ci appaiono come due primi della classe costretti a condividere lo schermo. Fianco a fianco eppure mai davvero insieme, mai davvero intenti a remare nella stessa direzione. Il loro è un viaggio in tondo, senza evoluzione, che non porta i loro personaggi a una crescita come il genere (una specie di young adult fuori tempo massimo) impone. Un viaggio che lo stesso Liman interrompe in modo brusco con un finale che non promette alcun futuro. Sintomo di un solo desiderio impellente: chiudere un film davvero sprecato.

Conclusioni

Occasione sprecata. Sono questi i primi pensieri che abbiamo avuto in mente scrivendo la nostra recensione di Chaos Walking. Un film (basato su una saga letteraria) che parte da ottime premesse, affidate nelle mani di un cast promettente, ma purtroppo annegate dentro un'opera svogliata e senza picchi. Un grande spreco di potenziale che purtroppo rende questa "nuova" saga distopica monca in partenza.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
2.3/5

Perché ci piace

  • Lo spunto dei "pensieri visibili" è intrigante e cinematograficamente potente.
  • L'immaginario ibrido, a metà strada tra il post-apocalittico e il western.

Cosa non va

  • I personaggi sono piatti e stereotipati.
  • L'alchimia tra Tom Holland e Daisy Ridley è quasi assente.
  • Le scene action sono prive di tensione e mordente.