Cannes 2008: una promettente vigilia

I trionfi dell'edizione precedente saranno difficili da eguagliare, ma non per questo il festival transalpino non prova a dare ancora un volta il meglio di sé, a cominciare dall'evento Indiana Jones.

Da cosa si giudica il successo di un festival? Dal numero di star che percorrono il suo tappeto rosso? Dal successo dei film in programma? Dal numero di partecipanti e giornalisti presenti? Qualunque sia la risposta a questa domanda, è indubitabile che la sessantesima edizione del Festival di Cannes non solo sia stata un grande successo, ma verrà a lungo presa come punto di riferimento per gli anni a venire.
Riuscire a bissare il successo dello scorso anno sarà difficile se non impossibile, ma sulla carta anche questa nuova edizione - la numero 61 - promette scintille: la punta di diamante - quantomeno per il lato più "frivolo" e "spettacolare" del programma - è rappresentata dall'anteprima mondiale di Indiana Jones e il regno dei teschio di cristallo, non solo quarto episodio di una delle saghe più amate al mondo, ma anche uno di film più attesi, e rimandati, dell'ultimo decennio. Che poi significa anche avere sulla Croisette personalità del calibro di George Lucas, Steven Spielberg, Harrison Ford, Cate Blanchett e il lanciatissimo Shia La Beouf, il che non guasta mai. Ma la sezione Fuori concorso prevede in cartellone anche Vicky Cristina Barcelona, il nuovo film (nonché ultima opera girata sul suolo europeo) di Woody Allen con le star Scarlett Johansson, Penelope Cruz e Javier Bardem, il nuovo film di animazione della Dreamworks, Kung Fu Panda, con le voci di Jack Black, Angelina Jolie e Dustin Hoffman, l'atteso What Just Happened? con il "finto" produttore Robert De Niro e mezza Hollywood come guest star e il documentario su due personaggi larger than life quali Emir Kusturica e Diego Armando Maradona.

Uno dei pochi nei - almeno dal nostro punto di vista - della passata edizione è stata l'assenza di film italiani in concorso, una mancanza che la stampa nostrana ha sottolineato in più e più occasioni: è stato posto rimedio ed è stato fatto nel miglior modo possibile, ovvero con due pellicole molto attese quali Il divo di Paolo Sorrentino e Gomorra di Matteo Garrone (a cui si aggiunge Sanguepazzo di Marco Tullio Giordana tra gli Special Screenings) che garantiscono non solo qualità ma anche tante sane polemiche per i temi trattati. Per l'Italia c'è quindi la seria possibilità di concorrere alla Palma d'oro o comunque a premi prestigiosi (il talentuoso Toni Servillo è protagonista di entrambi i film di casa nostra), ma i grandi nomi non mancano neanche per gli altri paesi, anzi mai come quest'anno si è preferito privilegiare i registi habituè di Cannes (basti pensare ai fratelli Dardenne, Atom Egoyan,Nuri Bilge Ceylan, Wim Wenders, Steven Soderbergh, Clint Eastwood o Philippe Garrel) e del circolo dei festival in generale, tanto che l'unica opera prima è quella del "debuttante" Charlie Kaufman, vale a dire uno degli sceneggiatori più celebrati degli ultimi dieci anni. Il suo Synecdoche, New York è tra le opere più interessanti di tutto il programma, se non altro proprio per la curiosità di capire quanta della genialità e bravura dello sceneggiatore possa essere trasposta anche dietro la macchina da presa; incuriosisce anche il progetto Che di Soderbergh, nato come due film (The Argentine e Guerrilla, entrambi sulla vita di Ernesto Guevara ed entrambi interpretati da Benicio Del Toro) ma presentato sulla Croisette come unica opera fiume da quattro ore e mezza. Un compromesso bizzarro - nonchè raro, considerato che negli ultimi anni, Tarantino docet, avevamo assistito ad operazioni opposte - per portare due film fortemente voluti dai selezionatori al Festival e probabilmente accontentare il regista che ci teneva a concorrere per quella Palma d'oro che già conquistò a sorpresa diciannove anni or sono con Sesso, bugie e videotape.

Non dovremo aspettare molto per iniziare a sondare la solidità delle promesse di questo 61. Festival di Cannes, dato che già l'apertura, il prossimo 14 maggio, sarò con uno dei titoli di punta del concorso: Blindness - Cecità, il nuovo film di Fernando Meirelles, autore di City of God e di The Constant Gardener, una produzione internazionale per la trasposizione di uno dei romanzi più significativi e risonanti degli ultimi decenni. Se anche non si dimostrerà al livello dell'edizione precedente, anche questa volta il festival di Cannes non mancherà di sollevare il sipario su alcuni dei film di cui si parlerà per tutto l'anno.