Recensione Maial Zombie - anche i morti lo fanno (2004)

Maial Zombie è un film che ha solo funzione di intrattenimento fine a se stesso, un film demenziale e irriverente sia nei confronti del genere horror che in quello delle commedie studentesche.

Cadaveri da ridere

Konrad, Philip e Wurst sono tre amici considerati dei veri e propri sfigati da tutto il liceo, le hanno provate veramente tutte, ma non sono mai riusciti ad inserirsi né ad avere una ragazza. Nella bizzarra convinzione di riuscire ad invertire la rotta, si fanno convincere da una loro compagna a partecipare ad un rito di magia nera al cimitero. La serata prende una piega molto comica e tutto sembra finire con una grassa risata. Mentre tornano a casa, però, i tre si schiantano con l'auto contro un albero e quando, dopo qualche ora, si svegliano, capiscono di essere all'obitorio morti, o meglio, morti viventi grazie all'incantesimo del cimitero che avrebbe dovuto far resuscitare Kurt Kobain. Non sarà facile conciliare le loro vite già complicate con l'esistenza da zombie: alcune parti del corpo cominceranno a cadere a pezzi e Konrad inizierà presto una terribile mutazione, passando da zimbello della scuola a malvagio vendicatore. Tra festini, alcol e donne i tre dovranno provare a fermarlo e a rimettere sulla retta via le loro vite grazie all'esperta di magia nera, la loro amica Rebecca. Restano loro solo 36 ore...

Dopo l'exploit demenziale di Porky College 2 la Mediafilm si conferma come protagonista dell'estate teen-trash con l'uscita di questa commedia adolescenziale a sbiadite tinte horror. Entrambi tedeschi, entrambi concepiti per un pubblico non oltre i 15 anni, questi due film sono stati letteralmente ripescati dagli inutili fondi di magazzino e proposti allo scarso pubblico estivo che di questi tempi popola le sale italiane.

Tradotto letteralmente in La notte degli sfigati viventi (dal titolo tedesco Die Nacht der lebenden Loser), ma distribuito con il titolo per decerebrati
Maial Zombie - Anche i morti lo fanno, questo film è l'esempio lampante di come in certi Paesi alcuni generi tendano a fare notevoli passi indietro, anziché progredire ed offrire al pubblico qualcosa di nuovo. Scritto e diretto dallo sconosciuto Mathias Dinter (celebre in patria per aver scritto e diretto qualche film tv), Maial Zombie non è mai uscito in sala negli Usa, dove però è arrivato per l'home-video ed ha partecipato a numerosi festival internazionali passando del tutto inosservato. Questo spiega anche il perché arrivi in sala in Italia ben 3 anni dopo la sua produzione e anche il fatto che sia uscito solo in Germania e Austria.

Che non si trattava di una pietra miliare del cinema per ragazzi lo avevano capito anche gli stessi realizzatori che, pochi giorni prima del debutto estivo nelle sale tedesche, richiamarono in blocco tutto il cast per rigirare molte delle sequenze. Complessivamente un terzo del girato originale fu sostituito e, in particolar modo, la sequenza finale fu completamente stravolta.

Dimenticate l'ironia de L'alba dei morti dementi ed ogni possibile implicazione sociologica legata all'essere dei giovani zombie al giorno d'oggi. Maial Zombie è un film che ha solo funzione di intrattenimento fine a se stesso, un film demenziale e irriverente sia nei confronti del genere horror che in quello delle commedie studentesche.

Non c'è da aspettarsi alcuna riflessione sulla società attuale né sugli adolescenti, ma in alcuni punti si cerca di comprendere più da vicino la loro psicologia, in particolar modo quando si parla dei 'dark', spesso accusati ingiustamente di satanismo, quando la loro visione della vita è semplicemente negativa, in tutti i sensi possibili, sintomo di un profondo stato di tristezza interiore e di depressione.

A proposito di satanisti, senz'altro il personaggio più simpatico della storia è Konrad (interpretato da Thomas Schmieder), quello che tutti definiscono un nerd, parecchio bruttino, gracile, con la tendenza a farsi deridere. Fisicamente immaginatevi una versione giovane di Marilyn Manson tinto di biondo, uno che porta sempre con sé il libro delle umiliazioni, una sorta di blocco note in cui appunta tutti i torti subiti e il nome di chi glieli ha inflitti.
Quando diventa zombie il suo mondo si capovolge, diventa cattivo, vendicativo, assetato di sangue più degli altri due, assume le sembianze di una fanatica rockstar (proprio come il sopra citato idolo del rock satanico), un giustiziere spietato che trova piacere nella sofferenza dei suoi oppressori. Qualche trovata divertente - come la pistola sparapunti che i tre usano per riattaccarsi i brandelli in decomposizione - e qualche effetto speciale ben riuscito, non riescono a salvare dall'oblio questo filmetto sugli zombie che con l'horror non ha assolutamente nulla a che fare. L'unica scena horror che possa definirsi tale è la divertentissima sequenza di apertura del film, che fa presagire qualcosa che purtroppo non arriva mai. La regia e la fotografia sono da film americano anni '80, la sceneggiatura offre qualche spunto da risate a denti stretti. Nulla di memorabile, anzi...

Movieplayer.it

2.0/5