Recensione Tuesday, After Christmas (2010)

Muntean costringe noi, come il suo protagonista, a una scelta difficile. Merito di un cinema estremamente potente ed efficace che potremmo definire "tridimensionale" nel senso forse più tangibile: in grado di trasmettere forti emozioni che non ci abbandonano quando si riaccendono le luci.

Autopsia di due amori (in 3D)

Sempre più protagonista dei festival, la new-wave rumena è ormai da anni una realtà consolidata e un modo di fare cinema fortemente riconoscibile all'interno del panorama internazionale. Nelle passate edizione del Festival di Cannes i film provenienti dalla Romania sono stati più volte finiti nel palmares - si va ovviamente dalla Palma d'oro a 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni di Mungiu a The Death of Mr. Lazarescu - e chissà che non ci sia spazio anche quest'anno per questo Tuesday, After Christmas di Radu Muntean presentato nella sezione Un Certain Regard.

La storia del protagonista Paul non potrebbe essere più banale: dopo un matrimonio di dieci anni con Adriana da cui ha avuto una bellissima bambina si ritrova innnamorato di un'altra donna, una giovane odontoiatra che sei mesi prima ha preso in cura la piccola per degli apparecchi. L'uomo è evidentemente innamorato della bella Raluca, ma al tempo stesso sembra essere felice con la propria famiglia, e sarà solo un banale ed incidentale incontro tra le due donne nell'antivigilia di Natale a costringerlo a compiere una scelta tra la famiglia che già ha e quella nuova che potrebbe avere.

Lunghi piani sequenza, inquadrature fisse, direzione d'attori fenomenale e come sempre dialoghi estremamente naturali che non risparmiano nulla nè agli spettatori né agli attori chiamati ad interpretazioni difficilissime ma praticamente perfette. Queste sono le caratteristiche vincenti di un tipo di cinema che nell'ultimo lustro non ha mai deluso, e sono il segreto anche di questo Tuesday, After Christmas che rappresenta uno straordinario e doloroso dramma familiare, una sorta di autopsia di due amori in cui non ci viene risparmiato nulla: con approccio voyeuristico Muntean ci trasporta all'interno di queste due relazioni mostrandoci litigi e riappacificazioni, risate ed intimità, e in cui noi spettatori non possiamo che osservarne le evoluzioni con una tensione quasi da thiller emozionale, rendendoci così complici di tutte le azioni del protagonista, compreso il semplice mentire alla figlia sull'esistenza o meno di Babbo Natale.

Ed è così che, lasciata la sala, ci rendiamo conto di essere stati anche noi costretti, come Paul, ad effettuare una difficile scelta tra due amori; merito di un cinema estremamente potente ed efficace che potremmo definire "tridimensionale" nel senso forse più tangibile: in grado di trasmettere forti emozioni che non ci abbandonano quando si riaccendono le luci.

Movieplayer.it

4.0/5