Arnoldo Mondadori – I Libri per Cambiare il Mondo, la recensione: un docu-film per un self made man italiano

La recensione di Arnoldo Mondadori - I Libri per Cambiare il Mondo: un po' film e un po' documentario, Francesco Miccichè mette in scena la storia vera di un editore che ha cambiato la cultura italiano. Protagonista Michele Placido.

Arnoldo Mondadori – I Libri per Cambiare il Mondo, la recensione: un docu-film per un self made man italiano

Un intreccio di linguaggi, un'unione di racconti: c'è la fiction, c'è il documentario classico, c'è il reportage, ci sono le interviste e il materiale di repertorio. Alla fine, per brevità, potrebbe essere etichettato come docu-fiction, eppure Arnoldo Mondadori - I Libri per Cambiare il Mondo, è molto di più, e anzi scavalca il concetto di finzione per diventare un ritratto puntuale e onesto di un uomo che ha cambiato l'editoria italiana, mentre la stessa Italia era nel bel mezzo di un ventennio ricco di cambiamenti, di sorprese, di rinascite, di nuove speranze.

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Arnoldo Mondadori - I libri per cambiare il mondo: Michele Placido in una foto del film

A dirigere il film, in prima serata su Rai 1 il 21 dicembre (e poi disponibile su RaiPlay), il bravo Francesco Miccichè, esperto regista di finzione nonché raffinato documentarista (recuperate Er Gol de Turone era Bono, una bella chicca!) che con onestà e semplicità da prodotto formato prime-time si cala nell'atmosfera costruendo il profilo di Arnoldo Mondadori, umanizzando quel gigante dell'editoria che ha permesso agli italiani di comprare i libri nelle edicole, a buon prezzo, quando imperversava l'analfabetismo e la crisi del Dopo Guerra. Ad interpretarlo nei momenti di fiction troviamo Michele Placido, che estrapola la figura di Mondadori da un copione naturalmente lineare rendendola quantomai efficace ed interessante. Del resto, Arnoldo Mondadori - I Libri per Cambiare il Mondo ripercorre con puntuale sintesi l'epopea leggendaria di uno dei più importanti visionari legati all'industria editoriale italiana. Negli USA sarebbe l'archetipo del "self made man", una sorta di precursore, di avanguardista che con coraggio e abnegazione è riuscito ad acchiappare un sogno gigantesco.

Michele Placido sarà Arnoldo Mondadori nella docufiction RAI dedicata al celebre editore

Una storia famigliare e un ritratto patinato

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Arnoldo Mondadori - I libri per cambiare il mondo: Michele Placido in una sequenza

Come scopriamo nel docu-film, Arnoldo era figlio di un ciabattino ambulante di Ostiglia, un piccolo comune in provincia di Mantova e, costretto all'età di dieci anni ad abbandonare la scuola, senza un soldo per potersi comprare le scarse, decise di rimboccarsi le maniche: lavorò come garzone in una tipografia e, folgorato dall'ambiente, rilevò una piccola impresa (La Sociale) dedicandosi all'attività editoriale, fondando il marchio La Scolastica. Era il 1912. Con il tempo, si accaparrò firme prestigiose come Ada Negri, Marino Moretti o Giuseppe Antonio Borgese, finendo per sottoscrivere poi un contratto con Gabriele D'Annunzio.

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Arnoldo Mondadori - I libri per cambiare il mondo: Michele Placido in una scena

Ma il documentario Rai è ambientato soprattutto dal 1945 al 1965, nonostante ci siano diversi flashback che ci portano, appunto, nei primi del Novecento. Ciò che ne esce è un ritratto privato, si accenna al conflitto con suo figlio Alberto (Flavio Parenti), e ci si sofferma sull'amore per sua moglie Andreina Monicelli (Valeria Cavalli), in un'alternanza famigliare a metà tra la maturità e la pazienza, intanto che si mischiano i riverberi di un'epoca in bianco e nero e l'attualità di un'epopea che non conosce fine. Ed è qui che funziona al meglio il montaggio di Marco Spoletini e Marco Guelfi, mentre la colonna sonora di Pasquale Catalano e Antonio Fresa accompagnano con discrezione le immagini (un po' troppo patinate, ma in linea con il prime time Rai).

La cultura democratica e libera

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Arnoldo Mondadori - I libri per cambiare il mondo: Michele Placido in un'inquadratura

Arnoldo Mondadori - I Libri per Cambiare il Mondo si dirama tra la vicenda personale e la storia italiana (sapevate che conosceva Walt Disney, ed ebbe da lui un contributo che gli fece acquistare macchinari molto costosi che portò in Italia?), ed è proprio la Ricostruzione, con il seguente boom economico, ad essere il punto focale del racconto, che culmina in quel 1965 quando vennero stampati gli Oscar Mondadori (il primo fu Addio alle Armi di Ernest Hemingway), capaci di rivoluzionare l'editoria, la cultura e l'approccio alla lettura da parte dell'Italia intera.

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Arnoldo Mondadori - I libri per cambiare il mondo: Michele Placido in una scena del film biografico

Perché, dietro l'assetto da documentario classico - e ci sono tante e interessanti voci chiamate in causa, dal nipote Luca Formenton, Presidente della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, che ha collaborato alla sceneggiatura, all'ex direttore della casa editrice, Gian Arturo Ferrari, fino allo scrittore Gianrico Carofiglio, l'editrice Ginevra Bompiani o il critico letterario Marino Sinibaldi - Francesco Miccichè ha voluto illuminare una parte importante della nostra industria artistica e intellettuale, risaltando l'icona di Arnoldo ma, più in generale, omaggiando quell'imprenditoria dai sogni forti che vuole davvero elevare e condividere la nostra cultura, rendendola finalmente democratica e accessibile a tutti.

Conclusioni

Una figura enorme eppure poco conosciuta, raccontata in modo preciso e lineare nel docu-film Arnoldo Mondadori – I Libri per Cambiare il Mondo. Concludendo la nostra recensione, sottolineiamo il buon lavoro in fase di montaggio, l'interpretazione di Michele Placido e l'alternanza tra fiction e documentario classico. Una chiave interessante, riuscita ed immediata (insomma, perfetta per il pubblico da prime time Rai), nonostante ci sia una certa patina che avvolge le sequenze filmiche.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.8/5

Perché ci piace

  • La performance di Michele Placido.
  • Il montaggio.
  • Una chiave interessante: alternare fiction ad immagini di repertorio.
  • Un docu-film che ci fa riscoprire un grande personaggio della nostra storia.

Cosa non va

  • Le sequenza di fiction sono un po' troppo patinate.
  • Novanta minuti sono pochi per una figura del genere, e quindi diversi momenti vengono ovviamente saltati.