Antonio Albanese e Domenico Procacci a Berlino per Qualunquemente

Quattro chiacchiere berlinesi con Cetto La Qualunque e il produttore di Qualunquemente, nella capitale tedesca per la presentazione ufficiale del film nella sezione Panorama della 61ma Berlinale.

"U pilu sopra Berlino", così Antonio Albanese ha definito questa escursione berlinese di Cetto La Qualunque aggiungendo la chicca "perchè u pilu piace a tutti, anche ai tedeschi". Dopo la presentazione in patria e il grande successo al botteghino, Antonio Albanese e Giulio Manfredonia hanno accompagnato il film insieme a Domenico Procacci per la presentazione in terra tedesca al 61° Festival di Berlino. Presentato, come l'altro lungometraggio italiano di Gianni Di Gregorio, nella sezione Panorama, quest'anno incentrata in parte sul tema della corruzione, il film diretto da Giulio Manfredonia e interpretato dal comico di origine siciliana insieme a Lorenza Indovina si appresta a ricevere le prime 'critiche' internazionali dopo l'ottima accoglienza italiana.
Abbiamo incontrato, nella sede Rai di Potsdamer Strasse i fautori del successo di Qualunquemente, che verrà proiettato stasera per il pubblico con il simpatico titolo internazionale Whatsoeverly, e abbiamo chiesto loro di parlarci di questa prima esperienza internazionale di grande prestigio. Il film, uscirà proprio in questi giorni in Svizzera, unico paese straniero ad averlo finora acquistato.

Il successo di un film come Qualunquemente in Italia è stato in parte condizionato dall'attualità politica ma anche dal fatto che si conosceva già il personaggio televisivo. Avete notizia di eventuali reazioni dei selezionatori di Berlino dopo la preventiva del film? C'è stato un confronto? Antonio Albanese: Dalle notizie che ho avuto dalla produzione le reazioni sembrerebbero positive, sono molto curioso di sentire i commenti in sala e di vedere la reazione del pubblico non addetto ai lavori. Ho voglia di discutere del mio film con la gente che ama il cinema, l'ironia e la commedia italiana a 360 gradi, è una cosa che mi piace molto. Pensandoci bene se siamo qui è merito dei gentili signori del festival di Berlino, non abbiamo di certo preparato il film per partecipare a un festival internazionale di questo tipo, non avremmo mai pensato che potesse accadere all'epoca delle riprese. In sala siamo usciti prima di questa presentazione berlinese, sotto questo aspetto siamo molto più sereni, se va bene siamo contenti altrimenti pazienza.

In che modo si aspetta che il film venga accolto in Europa? Ha fatto delle interviste con giornalisti di altri paesi?
Antonio Albanese: Sì, con la BBC ho avuto un'intervista, del film hanno parlato anche The Economist e qui in Germania il Tagesspiegel e da quel che ho potuto vedere sono rimasti molto favorevolmente colpiti dallo stile del film in generale, uno stile che da sempre appartiene molto al cinema italiano. Siamo diventati famosi negli anni d'oro con la commedia graffiante e cinica che si trascina scheletri, è innegabilmente una cosa molto italiana, questo nostro tentativo di rendere ridicolo un certo tipo di politica che ha rovinato nei decenni il nostro paese lo hanno apprezzato tutti e ne sono molto contento.

Vi darebbe un po' fastidio l'accostamento del vostro film al nome di Berlusconi e allo scandalo che sta imperversando nel nostro paese?
Antonio Albanese: Quando io e Piero Guerrera abbiamo scritto la sceneggiatura, non abbiamo mai e poi mai pensato a Berlusconi, il personaggio arriva dal nostro desiderio di denunciare la situazione terribile del nostro paese, una terra che amiamo tantissimo. Certi personaggi arrivano tanto tempo prima e ricordo che sette anni fa, quando nacque Cetto, qualcuno mi disse "_Antonio, questa volta hai esag_erato". Oggi queste persone sono venute a scusarsi con me perchè possiamo dire che il personaggio del politico corrotto da me portato all'eccesso è stato di gran lunga scavalcato e superato dalla realtà.
Mentre in Italia noi possiamo raccontare e distinguere nettamente Cetto dal Presidente del Consiglio, qui in Germania o comunque all'estero è inevitabile che i due personaggi vengano accostati, purtroppo qui non mi conoscono, ancora (ride).

Su Tagesspiegel oggi c'è un articolo in cui si dice che l'Italia sa fare dei film belli quando si parla di politica, film seri come Gomorra e Il Divo e commedie taglienti come Qualunquemente. Cosa ne pensate di questo commento?
Domenico Procacci: Nella mia testa ho sempre visto questo film come un altro modo di raccontare il nostro paese rispetto al solito. Credevamo che il nostro modo fosse un po' troppo esasperata ed esagerata ma gli ultimi accadimenti ci hanno fatto ricredere. Sono molto contento dell'accostamento a questi due grandi titoli di successo, visto che ho prodotto anche Gomorra.

La rivista Screen oggi dava per scontato il fatto che il film fosse arrivato qui per riflesso del Ruby-gate, in realtà noi sappiamo che i tempi sono diversi. Siete consapevoli che il film fuori dall'Italia arriverà esattamente così film? Come vivete questa cosa?
Domenico Procacci: Alcuni dicono che il film riesce a distogliere l'attenzione dei media dal Ruby-gate, qualcuno dice che esso è stato la causa scatenante della selezione del film per la sezione Panorama. Il film è stato selezionato molto prima del Ruby-gate, quindi questo dovrebbe sollevare da ogni dubbio.
Antonio Albanese: Dispiace un po' perchè noi l'abbiamo scritto due anni fa, il personaggio è ormai datato, quella del Ruby-gate è stata una coincidenza veramente incredibile ma noi non possiamo farci niente se non spiegarlo a chi ci chiede delucidazioni in merito.

Quanto è importante avere al proprio fianco un regista che ti lasci il giusto spazio?
Antonio Albanese: Chi dirige film comici che ruotano attorno a personaggi invadenti come Cetto riesce sempre a convincermi. La comicità è una cosa davvero molto personale, Giulio mi conosce dagli inizi, ormai sono vent'anni che lavoriamo insieme, e lu isa quanto è difficile dirigermi in un film. Ho lavorato anche con altri registi in passato e quando fai dei film che raccontano delle storie di grande livello c'è sempre una direzione portante, mentre nella comicità l'unica guida è lasceneggiatura che ha molti affluenti e c'è bisogno di direzionarla nel modo giusto. Queste alchimie nascono con anni di rodaggio e di lavoro di squadra.

Come reagirebbe uno come Cetto La Qualunque ad un'ondata di pilu molto incazzata come quella che si sta organizzando per il 13 febbraio in Italia?
Antonio Albanese: Secondo me sarebbe in prima fila a chiedere umilmente scusa, per poi ricominciare il giorno dopo a fare esattamente quello che faceva prima, senza il minimo ritegno o vergogna.

Cetto ha fatto un passo indietro rispetto al passato, ma anche i nostri politici...
Antonio Albanese: In teatro e in televisione era un deputato mentre adesso, da imprenditore fallito torna in Italia e si candida come sindaco di un paesino della Calabria. Il passo indietro è evidente ma anche per la nostra classe politica, tanti anni fa il politico si faceva l'amante a cui regalare il gioiello o la pelliccia mentre oggi siamo arrivati al punto di non ritorno in cui si regalano alle amanti i soldi dei contribuenti. Il che non è nemmeno troppo elegante da parte loro...