A/R Andata+Ritorno: Intervista a Marco Ponti

In una piccola sala, nemmeno troppo piena, del cinema Plinius di Milano il regista torinese Marco Ponti risponde quasi intimidito alle poche domande dei giornalisti presenti.

In una piccola sala, nemmeno troppo piena, del cinema Plinius di Milano il regista torinese Marco Ponti risponde in modo asciutto, quasi intimidito, alle poche domande dei giornalisti presenti. Alla conferenza stampa intervengono anche la bella e boccolosa Vanessa Incontrada, il taciturno Ugo Conti, e il disinvolto Libero De Rienzo.

Il mondo che hai creato sullo schermo è grottesco, ricorre spesso a luoghi comuni, è un voler raccontare una storia impastando molte storie. Che tipo di scelta hai fatto?

È un film personale, ma raccoglie la fantasia ed i gusti di tutti quelli che vi hanno lavorato, ci sono passioni condivise.

Come mai la dedica a Kurt Cobain?

Era una passione personale, cercavamo un riferimento, una visione del mondo che ha paura di tutto, e quella di Kurt Cobain ci sembrava vicina a questo modo di vedere le cose.

E lo sfogo del taxista contro Berlusconi?

Era uno sfogo e basta, non c'era bisogno di aggiungere altre motivazioni.

C'è in questo film una certa ispirazione americana, un certo nichilismo. Come collochi questa prospettiva nel cinema italiano di oggi, più leggero e sentimentale?

Non mi chiedo mai la nazionalità dei film che vado a vedere, guardo e faccio quello che mi piace.

Come hai scelto il tipo di fotografia?

Si è cercato di dare una luce ed una costruzione dell'inquadratura che raccontasse chiaroscuri e profondità, una luce che non fosse la solita, da commedia. Si è preso come modello Salvate il soldato Ryan.

Perché hai scelto Vanessa Incontrada?

L'ho vista alla premiazione dei David di Donatello dell'anno scorso, s'impappinava, diceva le cose sbagliate, insomma aveva un candore ed un'imprecisione che servivano al personaggio di Nina.

Che tipo di comicità è quella del film, sono freddure?

Forse è una comicità non riuscita, cialtrona.

(De Rienzo) Erano battute divertenti internamente, facevano ridere noi. L'idea che dovessero far ridere gli spettatori ci faceva intirizzire le mucose.

Il personaggio del portinaio è ispirato all'avvocato di Prima ti sposo, poi ti rovino?

No, è ispirato all'attore che lo interpreta, Lorenzo Lori, è merito suo.

C'è stato un interscambio tra attori e regista nella costruzione del film?

Il personaggio del portinaio nella sceneggiatura era cattivo, stava dalla parte dei delinquenti, poi, grazie alla bravura dell'attore, è venuto così da sé.

(Conti) Ci sono sette, otto attori e ti ricordi tutte le facce, un po' come la vecchia commedia all'italiana.

Vorrei sapere le impressioni di Vanessa, che ha girato due commedie molto diverse.

(Incontrada) Sono state due esperienze molto diverse. Qua erano tutti giovani, là un po' meno. Ero talmente impreparata anche dopo il primo film che mi sono lasciata guidare da Marco, lui mi ha insegnato molto.
Sono molto legata al personaggio di Nina, che un po' mi assomiglia; nel personaggio di Angela, invece, non mi rispecchiavo, lei era un po' stronzetta.