’76, la recensione: il film su Netflix tra colpi di stato, mariti e mogli

La recensione di '76, il film nigeriano disponibile su Netflix che racconta la storia di un colpo di stato, di un marito ingiustamente accusato e di una moglie che vuole salvarlo.

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'76: una sequenza

Come vedremo nella nostra recensione di '76, il film diretto da Izu Ojukwu contiene al suo interno diversi punti di vista nel raccontare un'unica storia che si svolge tra passato e presente. Realizzato nel 2016, questo film nigeriano arriva in Italia grazie a Netflix, solo in versione originale sottotitolata, scelta obbligata per mantenere quell'ancora al reale che ne definisce l'importanza dell'ambientazione e della lingua parlata, tra l'inglese e l'igbo. Collegamento col reale che si ritrova anche nell'utilizzo di filmati di repertorio che documentano una storia vera da cui è tratto questo dramma di stampo familiare.

Il giorno della rottura

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'76: un momento del film

Ibadan, Nigeria Sud-Occidentale. L'ufficiale Joseph Dewa si sveglia dopo un incubo nella stanza di una prigione militare. È accusato di essere uno degli organizzatori di un colpo di stato ai danni del Generale Murtala Mohammed. Non può provare la sua innocenza finché non potrà mostrare la sua carta d'identità. Un ennesimo interrogatorio darà inizio al racconto dei giorni precedenti all'evento. Dewa è sposato con la giovane Suzie, prossima al parto. Non è un matrimonio semplice: gli affari militari tengono Dewa costantemente impegnato e fuori casa e il padre e il fratello di lei non sono ben disposti verso questa relazione. L'ufficiale, spia fidata dell'esercito a cui appartiene, mantiene segreto il suo passato e non ha mai raccontato nulla della sua famiglia. A causa del suo migliore amico Gomos, Dewa entrerà inconsapevolmente in un complotto che troverà sviluppo nel tentato colpo di stato. Dovrà essere la moglie Suzie, pur senza fatica e dolore, a cercare di salvare il marito dalla pena di morte. Quel 13 febbraio 1976 diventerà il giorno di varie rotture: della politica, della fiducia (sia tra amici che tra marito e moglie), delle membrane che danno inizio al travaglio.

Uomo e donna, passato e presente

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'76: un'immagine del film

'76 è diviso in due parti, separate dall'inserimento di alcune immagini di repertorio. La prima è ambientata nel passato, raccontata tramite flashback e ha come protagonista l'uomo Dewa. L'ufficiale ligio al dovere, che vive una vita semplice eppure sicura e affidabile. Un uomo che, nonostante la sua fermezza, sembra una persona comune. Amorevole con la propria moglie, deciso con il padre e il fratello di lei che non lo vedono di buon occhio, fedele al suo amico Gomos. Un uomo pressoché perfetto che sorride quando l'auto non parte e che si ritrova a dover fuggire, con sempre minor successo, dalle accuse di tradimento. In questa prima ora di film si abbraccia il punto di vista di questo personaggio fino al suo arresto. Da quel momento in poi, il film sceglie di cambiare prospettiva e raccontare la storia di Suzie, che ha dovuto partorire da sola e che, sempre in solitaria, dovrà cercare di costruirsi una nuova vita e salvare il marito da morte certa. Non si tratta di due punti di vista della stessa storia. Come dimostrano le immagini di un orologio che prima scorre all'indietro per poi procedere (per sottolineare l'inizio e la fine del flashback), la storia prosegue cambiandone solamente il protagonista. Interessante notare che in una società come quella nigeriana del 1976, parecchio maschilista per come viene rappresentata nel film, sia l'uomo che simboleggia il passato e la donna che, invece, è protagonista del presente.

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Poco coinvolgimento

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'76: una foto del film

È il maggior punto di interesse della pellicola, girata in 16mm, di Izu Ojukwu, insieme alle interpretazioni dei due protagonisti. Ramsey Nouah e Rita Dominic riescono a catalizzare l'attenzione dello spettatore, anche grazie ad alcuni momenti (più relegati a lei che a lui, a dire il vero) che mettono in mostra i sentimenti senza il bisogno delle parole. Lo stesso non si può dire dell'intero corpus filmico, che nonostante un cambiamento di tono e di protagonisti, non riesce a far percepire davvero la tensione e la lotta che i due personaggi stanno affrontando. Il risultato è un film che non coinvolge mai davvero, con un ritmo non perfettamente bilanciato che non riesce a supportare lo svolgimento degli eventi e nemmeno la dimensione più emotiva. Le difficoltà che i protagonisti sono costretti ad affrontare, che siano fattori esterni o interiori, non ricevono il giusto peso, allontanando lo spettatore dalle vicende. Persino nel finale non arriva quel colpo liberatorio che ci si potrebbe aspettare. A questo punto, persino una dimensione più melodrammatica sarebbe risultata un valore aggiunto per sentirsi appagati all'inizio dei titoli di coda.

Conclusioni

A conclusione della nostra recensione di ’76 non possiamo considerare il film di Izu Ojukwu perfettamente riuscito. Poco coinvolgente nei riguardi dello spettatore, sia nello svolgersi degli eventi che come indagine della dimensione più emotiva dei personaggi. Interessante la scelta di dividere il film in due parti, cambiandone il punto di vista, portando quello maschile nel passato e quello femminile, di madre nuova, nel presente. I due attori protagonisti risultano credibili e veri motori di una storia che, al netto di alcuni momenti riusciti, rischia di concludersi senza colpo ferire.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
5.0/5

Perché ci piace

  • Interessante la divisione narrativa del film, anche da un punto di vista tematico.
  • I due attori protagonisti reggono il film sulle proprie spalle.

Cosa non va

  • Il ritmo pacato e altalenante non riesce a supportare lo svolgimento degli eventi.
  • Non si percepisce il dolore e le difficoltà dei personaggi, sia dal punto di vista emotivo che per gli eventi che sono costretti a vivere.