Valeria Bruni Tedeschi, recente vincitrice del David di Donatello e del Nastro D'Argento Grandi Serie per la sua interpretazione in L'Arte della Gioia, la serie di Valeria Golino disponibile in esclusiva su Sky e in streaming su NOW, ha partecipato agli Sky Inclusion Days, arrivati alla terza edizione.
Durante l'evento - dedicato ai valori del rispetto e della collaborazione e a promuovere l'ascolto reciproco di storie ed esperienze diverse, per diffondere il cambiamento - l'attrice italiana è stata intervistata dal giornalista Mattia Carzaniga, parlando della sua esperienza vissuta sul set.
Le dichiarazioni di Valeria Bruni Tedeschi
La star italiana ha letto un brano tratto da Il discorso sulle donne scritto nel 1948 da Natalia Ginzburg prima di dichiarare: "Il pozzo oscuro di cui parla Ginzburg è quel che cerco sempre nei miei personaggi, è il posto in cui cerco di andare immediatamente. Mi chiedo subito: "Qual è il suo pozzo oscuro, il suo guaio, la sua solitudine?". È l'essenza del lavoro di un attore. Questo brano deve essere stato pensato per un attore".
Valeria Bruni Tedeschi, che ha interpretato la Principessa Gaia Brandiforti nella serie L'Arte della Gioia, ha quindi spiegato della sua recente performance: "È stato anche allegro interpretarla, perché la sua cattiveria ce l'ho in me e sono stata finalmente in grado di essere cattiva. È stato liberatorio, allegro. Sono cattiva ma mi impedisco di esserlo. Lì ero liberamente cattiva, potevo esserlo, quindi è stato molto divertente. Come liberatorio è stato essere vecchia, ma vecchia sul serio, "bella vecchia". È stato stupendo. L'autoironia era scritta nella sceneggiatura, era anche nello sguardo di Valeria, ridere di se stessi è molto divertente. Tutte queste cose hanno creato per me un set indimenticabile".
L'attrice ha poi proseguito sottolineando la qualità compiuta nell'adattare l'opera di Goliarda Sapienza per il piccolo schermo: "Quella sceneggiatura è magia, sono partiti dal libro ma ne hanno mantenuto l'essenza. Non so come abbiano fatto. Poi Valeria era la prima volta che mi guardava come attrice, la prima volta che mi ha diretto. Io l'avevo diretta ne "I Villeggianti", ma non sapevo come sarebbe stato al contrario. Ho avuto la sensazione di essere stata guardata da un grande grande regista, come mi accadde con Bellocchio, Bertolucci, Chereau. Quando ci si sente guardati è una vibrazione molto speciale, ci sentiamo totalmente accolti in tutto quel che siamo".
Una 'vacanza' sul set della serie
Valeria ha poi voluto spiegare: "Fare l'attrice è una questione molto seria, ma adesso per me è più una vacanza, mi ha aiutato. È così difficile fare un film da regista che quando faccio l'attrice mi sembra di andare in vacanza. Non mi concedo di essere sprezzante coi miei personaggi. Non mi concedo di non amare gli attori che filmo. Devo obbligarmi ad amarli. Sul set ho bisogno di toccare i miei attori, per far capire. Un attore che soffre in scena devo poterlo abbracciare, ne ho bisogno. Per il prossimo film magari non potrò più farlo. Ho bisogno di essere brusca, ma non si può più. Farò firmare qualcosa, al mio cast, che me lo permetta. Ovviamente prima di tutto ci vuole assoluto rispetto, per i personaggi e prima ancora per le persone".
Il programma aggiornato in tempo reale e tutte le informazioni per partecipare all'evento Sky Inclusion Days e seguire i dibattiti dal vivo, sono disponibili su inclusiondays.sky.it.