Ritorno al futuro, Michael J. Fox: "Non voglio una morte drammatica, mi piacerebbe solo non svegliarmi"

La star della trilogia di Robert Zemeckis è tornato a parlare della malattia con la quale convive dal 1991 e del suo futuro.

Profilo di Michael J. Fox in Still

Michael J. Fox ha rilasciato di recente un'intervista al The Sunday Times, nella quale ha affrontato l'argomento del morbo di Parkinson diagnosticatogli nel 1991.

Fox ha raccontato di desiderare una fine serena e senza dolore. Quando gli venne svelata la diagnosi, l'attore era all'apice della fama e aveva soltanto 29 anni.

Michael J. Fox tra malattia e futuro

"Non ci sono molte persone che hanno avuto il Parkinson per 35 anni" ha spiegato l'attore "Mi piacerebbe semplicemente non svegliarmi un giorno. Sarebbe davvero bello. Non voglio che sia drammatico. Non voglio inciampare nei mobili, sbattere la testa".

Ritorno al futuro: Christopher Lloyd e Michael J. Fox in una scena del film
Michael J. Fox e Christopher Lloyd in una scena di Ritorno al futuro

Dal 1991 in poi, a causa del costante peggioramento delle sue capacità motorie, Michael J. Fox ha ammesso che i suoi movimenti, soprattutto negli ultimi anni, sono diventati molto limitati: "È assolutamente incredibile quante cose mi sono rotto. Nell'arco di tre anni mi sono rotto il gomito, la mano, ho avuto una grave infezione alla mano e ho quasi perso un dito".

Il successo con Ritorno al futuro e l'impegno nella ricerca

Michael J. Fox è conosciuto in tutto il mondo per i ruoli in Casa Keaton, nei panni di Alex, e di Marty McFly nella trilogia di Robert Zemeckis, Ritorno al futuro, al fianco di Christopher Lloyd nel ruolo di Doc Brown, Lea Thompson nel ruolo di Lorraine Baines, Thomas F. Wilson nel ruolo di Biff Tannen e Crispin Glover nei panni di George McFly.

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I tre film hanno caratterizzato il decennio degli anni '80 sul grande schermo, dal primo capitolo uscito nel 1985 all'ultimo distribuito nelle sale cinematografiche nel 1990.

Nel 2000, l'attore ha fondato la Michael J. Fox Foundation for Parkinson's Research. Nell'intervista, ha definito il Parkinson 'misterioso ed enigmatico', e ha dichiarato che ritiene difficile prevedere come la malattia influenzerà ogni singolo individuo perché non esiste una linea temporale.