Marilyn Manson, il suo ex assistente: "Minacciava la fidanzata di ucciderla, ho assistito agli abusi"

L'ex assistente di Marilyn Manson ha parlato apertamente degli abusi subiti dalla fidanzata, ora moglie, del cantante in sua presenza.

Le accuse a Marilyn Manson sembrano diventare sempre più numerose e ora il suo ex assistente Dan Cleary sostiene di aver assistito a dei momenti in cui il cantante ha minacciato di uccidere la fidanzata Lindsay Usich, ora diventata sua moglie.
Le dichiarazioni sono state condivise durante il podcast Rare Form Radio che ha permesso di ripercorrere l'esperienza vissuta accanto al musicista dal 2014 al 2015.

Berlinale 2006: Marilyn Manson alla premiere serale de El Custodio
Berlinale 2006: Marilyn Manson alla premiere serale de El Custodio

Dan Cleary ha dichiarato: "Ho assistito a degli abusi fisici compiuti da Marilyn Manson, come spingerla e lanciare oggetti contro di lei, o molti scoppi di violenza in cui è stata coinvolta e in cui ha anche rotto delle cose. C'erano molti abusi mentali, prese in giro con soprannomi offensivi e minacce".
L'ex assistente ha parlato della situazione di Lindsay Usich ribadendo: "Ci sono stati dei momenti in cui Manson le diceva che l'avrebbe uccisa, fatta a pezzi e che io l'avrei seppellita nel deserto. Se ne andava dalla stanza e io le dicevo: 'Starai bene. Non farò niente di tutto quello che ha detto. Lascia che ti porti in un hotel'".

Cleary non ha nominato la fotografa, tuttavia nella sua testimonianza ha dichiarato che si trattava della fidanzata dell'epoca, ora diventata moglie. Brian Warner, il nome di battesimo del cantante, e Usich si sono sposati nel 2020.

La moglie di Manson non ha, per ora, commentato le accuse rivolte al coniuge dopo che le parole di Evan Rachel Wood hanno dato il via a rivelazioni sconvolgenti sugli abusi mentali e fisici che avrebbe compiuto nel corso degli anni.
Cleary, nel settembre 2020, aveva già parlato su Twitter del modo in cui il suo ex datore di lavoro trattava le donne: "Ho parlato con il suo manager, ma sembrava sapere già di cosa stavo parlando e non gli importava molto. Tutti nel suo mondo sapevano cosa faceva e nessuno sembrava preoccuparsi troppo, nemmeno io. Mi sento in colpa per non aver denunciato prima".