Durante il Qumra, l'evento annuale organizzato dal Doha Film Institute, il regista Johnnie To ha confermato le indiscrezioni circolate sul finire del 2024: il suo prossimo film sarà un gangster movie ambientato nella regione montuosa di Hokkaido, in Giappone.
Tuttavia, ha precisato che le riprese inizieranno solo una volta conclusa la produzione in corso di Hope.
To ha raccontato a Deadline di trovarsi in una fase di stallo creativo. "Ho girato per dieci giorni due mesi fa, poi mi sono fermato. Non sentivo la giusta ispirazione per andare avanti, quindi ho deciso di attendere", ha spiegato.
Cosa ha detto Johnnie To su Hope
Il regista ha ammesso di lavorare senza una sceneggiatura definita, spiegando che è ancora troppo presto per delineare con chiarezza la trama del film. "Ho un'idea molto vaga, ma non è ancora pronta per essere sviluppata", ha detto il regista. "La priorità adesso è ritrovare il giusto sentimento nei confronti di Hong Kong. Ho provato più volte ad allontanarmi per scrivere, ma non riesco davvero a concentrarmi. Voglio finirlo nei prossimi tre mesi. Potrei chiuderlo facilmente, ma non sarebbe autentico, non sarei io".

A proposito del tema del film in lavorazione, To ha aggiunto: "Parla della speranza... del peso che essa porta con sé. È un film sulla gente di Hong Kong, sulla città".
Conosciuto per classici del cinema crime come Election, Exiled e Drug War, Johnnie To prosegue la sua carriera alla guida della storica casa di produzione Milkyway Image, da lui fondata a Hong Kong.
Dopo il boom iniziale seguito al passaggio del territorio alla Cina nel 1997, l'industria cinematografica locale, un tempo tra le più vivaci del continente asiatico, ha vissuto un netto rallentamento nell'ultimo decennio.
Anche la repressione della Cina nei confronti degli attivisti pro-democrazia ha tolto smalto al territorio, con circa 500.000 persone che si stima lasceranno la città-stato tra il 2021 e il 2024.

"Il valore della vita, delle cose, è cambiato. Bisogna imparare ad accettarlo. È questo che mi rende difficile portare a termine il film", ha confidato To. "Non è solo una questione di censura. Mi interrogo sul significato, sul valore di quello che sto raccontando. Potrei girare qualunque tipo di film, ma continuo a chiedermi: perché sto facendo proprio questo film?".