Horizon: An American Saga, ambizioso progetto diretto e interpretato da Kevin Costner, continua a essere travolto da polemiche. Dopo le recenti accuse di condotta inappropriata sul set, si aggiunge un ulteriore fronte giudiziario, questa volta legato a presunti mancati pagamenti.
La United Costume Corporation ha infatti citato in giudizio la produzione per una somma di 350.000 dollari, sostenendo di non essere stata retribuita per il lavoro svolto sia sul primo film sia sul sequel, ancora inedito. La causa porta alla luce una gestione finanziaria già segnata da tensioni e controversie.
I problemi finanziari di Horizon
Questo nuovo contenzioso si inserisce in un quadro già complicato. La produzione è già oggetto di dispute con la City National Bank e con la New Line Cinema, entrambe coinvolte in azioni legali per questioni legate ai cofinanziamenti. Una pioggia di reclami che solleva dubbi sulla tenuta economica del progetto western di Costner, che ha investito personalmente oltre 100 milioni di dollari, arrivando a ipotecare la propria villa di Santa Barbara.

Nonostante l'ambizione del regista e attore, Horizon ha incassato finora solo 38 milioni di dollari a livello globale. La Warner Bros. ha già sospeso i piani per il lancio del secondo capitolo, mentre il terzo risulta attualmente bloccato e senza un piano di finanziamento.
La denuncia di Devyn LaBella
Nel frattempo, si fanno sempre più gravi anche le accuse arrivate da Devyn LaBella, controfigura di Ella Hunt durante le riprese del secondo film della saga. In una denuncia ufficiale, LaBella afferma di essere stata coinvolta in una scena di stupro simulato non prevista, girata senza un coordinatore dell'intimità e senza aver dato il proprio consenso.

Secondo quanto dichiarato, la scena sarebbe stata improvvisata dopo che Ella Hunt aveva rifiutato di partecipare. La controfigura sarebbe stata chiamata senza preavviso e costretta a prendere parte a una sequenza intensa, violenta e girata senza chiusura del set, contrariamente alle linee guida previste da SAG-AFTRA, che richiedono almeno 48 ore di preavviso e la presenza obbligatoria di personale specializzato.
Il team legale di Kevin Costner, attraverso l'avvocato Marty Singer, ha smentito ogni addebito.