David Mamet è stato ospite del Los Angeles Times Festival of Books per parlare della sua recente autobiografia hollywoodiana, Everywhere an Oink Oink. Nel corso dell'evento, Mamet si è scagliato pesantemente contro le ultime politiche di inclusione a Hollywood e in particolare contro le nuove regole di eleggibilità agli Oscar per la categoria di miglior film, che l'autore giudica in maniera pessima.
"D.E.I. (Diversità, Equità, Inclusione) è spazzatura. È totalitarismo fascista. L'idea che l'Academy non possa darti una stupida fo***ta statuetta a meno che tu non abbia il 7% di questo, l'8% di quello... è invadente. L'industria cinematografica ha a che fare con il miglioramento della comprensione razziale quanto il corpo dei vigili del fuoco. Non c'è spazio per l'iniziativa individuale" ha spiegato Mamet.
Le nuove regole dell'Academy
L'Academy of Motion Pictures ha introdotto le nuove regole per i film ammissibili agli Oscar al fine di promuovere la rappresentanza della comunità LGBTQ+, di donne, minoranze etniche e persone disabili. Se un film non raggiunge le quote obbligatorie in base alle nuove norme non può essere candidato agli Oscar.
David Mamet non dirige un film da oltre quindici anni, e afferma di essere stato allontanato da Hollywood più per la sua età che per le sue opinioni politiche. Tuttavia, il drammaturgo e regista tornerà presto con un film realizzato insieme a Shia LaBeouf, adattamento della sua opera teatrale Off-Broadway, Henry Johnson, realizzato con un budget da appena un milione di dollari. Alcuni mesi dopo l'annuncio del film ha confermato di essere al lavoro sullo script che riguarda la vita di Hunter Biden, per i produttori di Sound of Freedom.
Nel podcast di Andrew Klavan, Mamet ha respinto definitivamente qualsiasi possibilità di rientrare nel mondo di Hollywood, definendo i produttori dei 'brain-dead' (morti cerebrali). L'ultima regia di Mamet risale al 2008, quando scrisse e diresse il film Redbelt, con Chiwetel Ejiofor, Alice Braga e Tim Allen.