Billy Porter ha svelato che gli scioperi attualmente in corso, che coinvolgono gli sceneggiatori e gli attori americani, lo obbligheranno a vendere la casa.
La star di Pose ha parlato della sua situazione in una nuova intervista rilasciata a Evening Standard in cui sottolinea quanto sia difficile affrontare questo periodo.
La necessità di aggiornare i contratti
Parlando del fatto che non può discutere pubblicamente dei suoi progetti a causa delle linee guida dello sciopero, Billy Porter ha sottolineato: "Dobbiamo ottenere i nostri soldi! Ma uno dei motivi per cui non posso parlare dello sciopero è per colpa della merda che ho visto scrivere su di noi: 'Sono solo un gruppo di milionari che stanno cercando di ottenere altri milioni'".
La star ha aggiunto: "Si liberano di noi velocemente perché pensano che pretendiamo le cose. Nel frattempo riceviamo assegni da sei centesimi. Mi ferisce".
Porter ha spiegato che dopo l'arrivo delle piattaforme di streaming gli attori hanno perso i guadagni che in passato ricevevano grazie alle repliche e all'homevideo: "Ora non c'è contratto e non devono essere trasparenti con i numeri, non sono i rating di Nielsen. Le società di streaming sono poco chiare con le loro statistiche. Il business si è evoluto, quindi deve farlo anche il contratto. Sentire Bob Iger dire che le nostre richieste per mantenerci non sono realistiche? Mentre lui guadagna 78.000 dollari al giorno? Non ho altro da dire se non: fanculo. Non è utile, dovrei tenere la bocca chiusa".
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Le conseguenze degli scioperi
Billy ha aggiunto: "Non sono ancora stato coinvolto perché sono così arrabbiato. Sono felice di essere a Londra. Ma quando tornerò negli Stati Uniti parteciperò a un picchetto".
La star di Pose ha quindi ammesso: "Dovrò vendere la mia casa perché siamo in sciopero. Non sappiamo quando torneremo a lavorare. Un artista deve mantenersi assegno dopo assegno. Dovevo recitare in un nuovo film e in una serie, con il lavoro che doveva iniziare a settembre. Niente di tutto questo accadrà. Quindi a chi ha detto 'li faremo morire di fame fino a quando dovranno vendere la casa', lo avete già fatto".