Ava Duvernay: "Ai registi neri viene detto di non partecipare ai festival perché nessuno verrà a vederli"

La regista candidata all'Oscar, Ava DuVernay parla della discriminazione che ha dovuto affrontare in quanto regista nera, rivelando di essere stata più volte scoraggiata persino a partecipare ai festival internazionali.

Ava Duvernay: 'Ai registi neri viene detto di non partecipare ai festival perché nessuno verrà a vederli'

La regista Ava DuVernay ha parlato delle discriminazione che deve affrontare in quanto regista nera. La candidata all'Oscar, durante una recente conferenza stampa ha raccontato di essere continuamente scoraggiata ogni volta che si presenta la possibilità di partecipare a festival di cinema prestigiosi.

Le parole della regista

Quest'anno DuVernay è stata la prima donna nera a partecipare alla Mostra del Cinema di Venezia con il suo film Origin, tratto dal libro Caste di Isabel Wilkerson, che ha ricevuto una standing ovation di oltre 8 minuti al festival. Tuttavia, la regista ha dichiarato di essere stata inizialmente scoraggiata dal presentare domanda di partecipazione a prestigiosi festival internazionali. "Ai registi neri viene detto che le persone che amano i film in altre parti del mondo non si interessano alle nostre storie e ai nostri film. È una cosa che ci viene spesso detta: non potete partecipare ai festival cinematografici internazionali, non verrà nessuno" ha dichiarato DuVernay in una conferenza stampa. La regista di Selma - La strada per la libertà ha poi spiegato che le era stato detto persino che non sarebbe stata ammessa al concorso di Venezia.

A Wrinkle in Time: Ava DuVernay sul set del film
A Wrinkle in Time: Ava DuVernay sul set del film

"La gente non verrà alle conferenze stampa, non verrà alle proiezioni per la stampa e per l'industria. Non saranno interessati a vendere i biglietti. Potresti anche non entrare in questo festival, non fare domanda. Non so dirvi quante volte mi hanno detto: 'Non fare domanda a Venezia, non entrerai. Non succederà'", ha ricordato DuVernay. La regista ha però dimostrato che i suoi detrattori si sbagliavano sottolineando quanto la sua presenza quest'anno sia stata innovativa e importante: "Quest'anno è successo qualcosa che non era mai accaduto prima in otto decenni: una donna afroamericana in concorso. Quindi ora è una porta aperta che confido e spero che il festival mantenga aperta" ha detto concludendo.

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Selma - La strada per la libertà: la regista Ava DuVernay sul set con David Oyelowo
Selma - La strada per la libertà: la regista Ava DuVernay sul set con David Oyelowo

L'attivismo

Non è la prima volta che DuVernay parla della discriminazione nei confronti dei registi neri che avviene ad Hollywood. In passato ha rivelato gli ostacoli che questi registi devono affrontare anche soltanto se vogliono proporre nuovi progetti. Nel 2015 in un'intervista alla NBC ha paragonato l'industria cinematografica a "un mucchio di porte chiuse", dichiarando che "Ogni film che abbia uno spirito progressista e che sia fatto da persone di colore o da una donna è un trionfo, di per sé".

Le dichiarazioni della regista sono supportate da statistiche. Secondo uno studio condotto da Screen in 2021, i film di registi neri in concorso ai festival cinematografici nei tre anni precedenti hanno rappresentato solo l'1% dei film (solo otto su 670). Nel libro di Nancy Wang Yuen del 2017, Reel Inequality: Hollywood Actors and Racism, DuVernay ha parlato anche della "fondamentale mancanza di rispetto inerente alla distribuzione e all'amplificazione dei film" dei registi neri, spiegando che la mancanza di finanziamenti e di pubblicità data a questi progetti li condanna fin dall'inizio.