Valeria Golino e Piera Detassis: “Si può essere cauti nella vita e coraggiosi nell’arte”

L'attrice e regista Valeria Golino ha dialogato all'Italian Global Series Festival con Piera Detassis raccontando la sua carriera e la situazione seriale e cinematografica italiana.

Una foto di Valeria Golino

Una lunga carriera costellata di successi, un'attrice versatile, una sceneggiatrice capace e sensibile, una regista incisiva, Valeria Golino è tutto questo e molto di più. Con L'arte della gioia, il suo ultimo lavoro dietro la macchina da presa, ha saputo prendere un romanzo gigantesco e complesso riuscendo nella difficilissima impresa di rendergli giustizia, nel suo ultimo film Fuori ha interpretato quella stessa Goliarda Sapienza di cui aveva riadattato lo scritto, tratteggiando una donna vera e complessa, fuori da ogni convenzione. Più di quarant'anni davanti e dietro l'obiettivo, quindi, che durante una conversazione con Piera Detassis, sono stati raccontati da Golino stessa in un'intervista fiume, dove parlare dei suoi film, della sua esperienza in America e del suo modo di vivere il lavoro e le nuove esperienze.

Una carriera tra fortuna e bravura

Piera Detassis E Valeria Golino
Valeria Golino e Piera Detassis all'incontro

"Non riesco a percepirmi fautrice di cose straordinarie, non mi vivo così, non vivo così la mia vita. Mi accorgo e sono molto grata alla vita che mi ha permesso di fare incontri straordinari, con persone con cui mi sono interfacciata e che mi hanno dato delle cose e detto cose che mi sono rimaste. Mi rendo conto del privilegio che ho avuto, senza fare tutta la fatica che il mondo pensa. Da piccola non ho studiato recitazione, ce l'ho fatta senza l'ansia di arrivare; certo, ci sono stati momenti più o meno belli, ma il privilegio che sento è quello di aver avuto il vento in poppa e di essere stata anche fortunata. Quando sento la fatica non mi piace, non ho un vincolo morale che mi impone la fatica, ci metto la passione ma mi piace quando le cose mi risultano facili, e mi piace anche dirlo." Sono state queste le parole con cui Valeria Golino ha iniziato l'incontro.

Una conversazione sincera nella quale l'attrice ha raccontato di sé senza troppi filtri o sovrastrutture: "Penso, facendo questo lavoro ed essendo interessata agli esseri umani in quanto racconto storie di tutti i tipi, che se fossi stata veramente ribelle non sarei qui a parlare con te." Dice a Piera Detassis. "La ribellione ha conseguenze anche gravi ed uno deve assumersi le responsabilità di quella ribellione. Io invece mi sono sempre adattata, come Modesta - protagonista de L'arte della gioia - ho fatto il meglio che ho potuto. A volte mi ribello a dei concetti, intellettualmente non sono tollerante, ma nella vita sono stata troppo scaltra per essere ribelle, mi sono adattata e non ne vado fiera. Si può essere cauti nella vita e molto coraggiosi artisticamente. Il sistema in cui viviamo è quello a cui siamo abituati, ci fa fare le nostre carriere e io non ho mai voluto le conseguenze della ribellione."

La decisione di fare l'attrice

Cannes 2016: Valeri Golino sul red carpet di The last Face
Valeria Golino sul red carpet

Nel ripercorrere la lunga carriera di Valeria Golino, Detassis è partita dall'esordio con Lina Wertmüller che l'attrice ricorda sottolineandone la severità e l'affetto percepiti sul set di Scherzo del destino in agguato dietro l'angolo come un brigante da strada: "Ho avuto il privilegio di lavorare con lei da subito. Sul set era molto severa ma anche molto gentile nella vita. Quando ho fatto il primo film andavo ancora a scuola, e stato lì che ho pensato che mi sarebbe piaciuto continuare. Prima di quell'esperienza pensavo che avrei fatto la cardiologa. Lì civuole vero studio, vero impegno, mentre io il mio lavoro l'ho fatto, a volte, anche approssimativamente. Quando sono stata in America però ho capito che dovevo stare più attenta e dovevo essere meno indisciplinata. Trattengo la mia naturale scapestratezza ma negli anni ho cominciato a voler fare delle scelte, come attrice. Più fai scelte e più ti assumi la responsabilità."

Le differenze nel dirigere una serie

Riguardo al contesto delle serie tv Golino ha raccontato come si sia rivelata necessaria la forma della episodica per quanto riguardava L'Arte della Gioia e che scrivere e dirigere per la serialità comporta anche fare scelte mirate a rendere la visione adatta allo spettatore casalingo: "Nella serie ho potuto fare delle cose che forse al cinema non avrei fatto. È una questione di suono, di montaggio, di dialoghi, di quanto dura una scena, è noioso da spiegare, però esiste la differenza. Le musiche, ad esempio: Quanta musica metti? Quanto silenzio si può sopportare quando guardi la televisione? Quanto silenzio si può sopportare quando si va al cinema? E per silenzio intendo proprio... silenzio. Nella serie questo silenzio non deve essere un vero silenzio, perché altrimenti lo spettatore sul divano, va in bagno, ritorna; deve invece essere un finto silenzio, sotto ci deve essere qualcosa, un modo per catturare l'attenzione."

Arte Della Gioia Tecla Insolia Valeria Golino Giuseppe Spata
Sul set di L'arte della gioia

Il prossimo film come attrice sarà La gioia di Nicolangelo Gelormini, un lungometraggio per il quale dovrà modificare il suo aspetto: "Mi ha fatto molta impressione vedere quanto sia facile imbruttirmi, e poi vado fiera del fatto che non sarà una maschera, avrò del trucco prostetico, certo, ma avrò un personaggio autentico. Questo film non è un mio vanity project, sono assolutamente al servizio del film e del regista. Forse c'è un po' di vanità anche lì, come per dire: guardate come mi sono fatta brutta!"

Fuori Valeria Golino Stazione
Valeria Golino nel film Fuori

Sul futuro del cinema italiano e della serialità italiana: "La nostra industria zoppica, adesso è un momento particolarmente complicato, allora io penso che, insomma, siamo pieni di talenti. Senza fare un discorso politico, in questo momento l'industria penso sia piena di gente brava, ragazzi, giovani intelligenti, preparati, e poi ci siamo anche noi più vecchietti, ce la giochiamo. Penso che sarebbe un bel momento, se non fosse un brutto momento."